Descrizione
Graduale per il Proprio del tempo dal Giovedì Santo alla vigilia dell'Ascensione
Caratteristiche codicologiche
segnature: moderna a matita al centro del margine est. a c. 1r "E 2 n 7"data: 1518-1519provenienza: Santa Maria del Fioremembr.mm 703 x 528 (c. 10r)fascicoli legatiguardie: cartacee moderne cc. I + 145 + I’ (manca la c. 45; sotto la numerazione è scritto che “salta”)numerazione antica a inchiostro rosso in cifre romane al centro del margine est. (cc. 1r-144r), numerazione in cifre romane a inchiostro nero (cc. 24r, 43r-44r, 145r-146r)fascicoli: 1-5 (8), 6 (7), 7-18 (8), 19 (2); senza richiamispecchio di scrittura: mm 82 [470] 151 x 80 [8/295/8] 137 (c. 10r)rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi (c. 10r)
Scrittura
Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-146v); presenza di una seconda mano successiva alle cc. 24r, 145r-145v; in alcune carte sembra che il testo originale sia stato ripassato. Notazione musicale quadrata nera su tetragramma rosso.
Legatura
mm 760 x 560 x 130; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone con due bindelle con fibbie e tenoni, su entrambi i piatti: fornimenti cantonali e centrali in metallo polilobati; cartellino sul piatto posteriore con contenuti del codice “Graduale a feria quinta in Cena Domini usque ad vigiliam Ascensionis”, 8 nervi sul dorso e puntali.
Decorazione
Miniatura di pennello:1 iniziale istoriata
Miniatura di penna:15 iniziali filigranate grandi 172 iniziali filigranate medie
L'iniziale istoriata è caratterizzata dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda decorata con bottoncini dorati.
c. 65r, R(esurrexi et adhuc) iniziale istoriata caudata (mm 256 x 256; mm 650 x 460 con i fregi) con la Resurrezione di Cristo. Corpo della lettera color porpora decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un lungo fregio con fiori che si estende su due margini; al centro di quello superiore è un clipeo con l’Agnello mistico, Simbolo dell’Opera del Duomo; il campo della lettera e del fregio sono in foglia d’oro. Sul fondo è rappresentato Cristo, circondato da una schiera di cherubini, mentre si erge dal sarcofago aperto tenendo in mano il vessillo della resurrezione; accanto al sarcofago sono due soldati addormentati con le armi deposte a terra.
Le iniziali filigranate grandi sono quasi tutte caudate (es. a c. 78r, A(qua) di mm 147 x 140 e mm 510 x 255 con i fregi), hanno il corpo azzurro o rosso fesso da decorazioni a racemi, il campo e il fondo con decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; la coda è decorata con fiori e clipei realizzati a inchiostro (con qualche intervento a pennello) e di colore alternato al corpo della lettera (cc. 84v, 96v, 103r E con i Gigli di Firenze, 108v, 113r, 124r, 139r E con i Gigli di Firenze).Alcune iniziali filigranate hanno decorazioni figurate:
c. 1r, N(os autem) iniziale filigranata (mm 120 x 130; mm 110 e mm 73 il diametro dei clipei) con la Croce (croce; Agnus Dei). Nel fondo è la Croce sul monte Calvario e, sopra l'iniziale, lo Stemma del Popolo di Firenze con lo scudo d’argento alla croce rossa. Il corpo della lettera è campito ad inchiostro rosso ed è fesso da una decorazione geometrica e dalla testina di un angiolino. Nel margine inferiore sono tre clipei: i due laterali con il Monogramma dell’Opera del Duomo, quello centrale con l’Agnello mistico con il vessillo della resurrezione.c. 20r, E(cce) iniziale filigranata con la Croce con i chiodi e il sangue che scende lungo i bracci.c. 47r, C(antemus) iniziale filigranata con Cantori (cantori). Corpo della lettera in inchiostro azzurro; sul fondo sono le teste di due cantori, uno dei quali è identificabile con Lorenzo de' Medici, e, in secondo piano, un loggiato oltre il quale si vedono le mura di una città.c. 71v, I(ntroduxit) iniziale filigranata caudata con clipeo al cui interno è l’Agnello mistico Simbolo dell’Opera del Duomo.c. 90r, V(ictricem) con il Monogramma dell’Opera.c. 118r, I(ubilate) con una testa di Angiolino alato.c. 131r, V(ocem) con clipeo al cui interno è l’Agnello mistico Simbolo dell’Opera del Duomo.
Le iniziali filigranate medie (es. C(hristus) di mm 110 x 110 a c. 2v) hanno il corpo fesso azzurro o rosso con decorazioni di fiori, il fondo e il campo di colore alternato con decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune presentano fregi, clipei o decorazioni diamantate (2 iniziali sono successive). Alcune presentano figure a inchiostro:
c. 21r, P con la Croce rossa del Popolo di Firenzec. 32r, C con la Croce del Popoloc. 66r, D con il Giglio del Comune di Firenze in inchiostro rosso entro un romboc. 116v, D con il Giglio entro un clipeoc. 132r, I con la Croce del Popoloc. 133r, A con il Giglio
Lettere grosse in inchiostro nero.
Descrizione interna
Incipit a c. 1r: Nos autemFeria VI in parasceve (c. 6r-6v): Domine audivi (venerdì santo)[In] Sabbato sancto (cc. 46r-47r): Cantemus domino (sabato santo)Dominica sancte Resurrectionis. Introitus (cc. 64v-65r): Resurrexi et adhuc (Pasqua di Resurrezione)Feria secunda. Introitus (c. 71v): Introduxit vos (lunedì)Feria IIIa. Introitus (c. 78r): Aqua sapientie (martedì)Feria IIIIa. Introitus (c. 84v): Venite benedicti (mercoledì)Feria Va. Introitus (c. 90r): Victricem manum (giovedì)Feria VIa. Introitus (c. 96v): Eduxit eos (venerdì)[In] Sabbato [...] Introitus (c. 103r): Eduxit dominus (sabato)In octava Penthecostes [...] in vigilia Penthecostes [...] in sabbato infra octavam Penthecostes (c. 104v): Alleluia (ottava di Pentecoste)Dominica prima post Pascham. Introitus (c. 108v): Quasi modo geniti (prima domenica dopo la Pasqua)Dominica secunda. Introitus (c. 113r): Misericordia domini (seconda domenica dopo la Pasqua)Dominica IIIa post Pascham. Introitus (c. 118r): Iubilate deo (terza domenica dopo la Pasqua)Dominica IIIIa post Pascham. Introitus (c. 124r): Cantate domino (quarta domenica dopo la Pasqua)Dominica Va post Pascham. Introitus (c. 131r): Vocem (quinta domenica dopo la Pasqua)In litaniis maioribus. Introitus (c. 139r): Exaudivit (litania)In vigilia Ascensionis (cc. 144v-145r): Dextera domini (vigilia dell'Ascensione)
Notizie storico critiche
Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 10) il manoscritto è datato al XVI secolo e le miniature sono attribuite a Monte di Giovanni (Milanesi 1850, p. 210, D’Ancona 1914, p. 687, n. 1416).Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).Tutto il ciclo corale è abbondantemente citato negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali contenute in ciascuno, l'Inventario del 1822 (per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai vari miniatori. Per quanto riguarda il Graduale E.2 n. 7, possiamo constatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate, che era inventariato come E2 e che l'attribuzione a Monte di Giovanni già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi.In questo codice, come in tutti quelli del ciclo quattrocentesco, compare lo stemma dell'Opera del Duomo con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana. Nel 1331, infatti, il Comune di Firenze assegnò la gestione dell'Opera di Santa Maria del Fiore all'Arte della Lana e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. La presenza dei Gigli, anche nelle iniziali filigranate, invece, fa parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città di Firenze la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.Il codice è considerato dalla Tacconi (2005, pp. 176-178, 190-194) uno dei più rappresentativi della celebrazione della restaurazione medicea, che coincise con l'inizio della realizzazione del nuovo ciclo liturgico, dal momento che ritrae Lorenzo il Magnifico tra i Cantori all'interno dell'iniziale C a c. 47r.
Relazione iconografico religiosa
c. 65r, Resurrezione di Cristo; Agnus Dei (Mt. 28; Mc. 16; Lc. 24; Gv. 20-21; At. 1,3-11)