Descrizione
Antifonario per il Prorpio del tempo dal Lunedì della Settimana Santa al Sabato Santo
Caratteristiche codicologiche
segnature: moderna a matita nell'angolo inferiore esterno a c. Ir "G N° 22" e, al centro del margine esterno, a c. 1r "G N° 22"
data: 1525 (c. 45v)
Provenienza: Santa Maria del Fiore
membr.
mm 717 x 529 (c. 94r)
fascicoli legati
guardie: cc. I, I' cartacee moderne, c. II membranacea originale, numerata I da mano moderna a matita
cc. II + 153 + I'
numerazione a penna e inchiostro nero in cifre romane al centro del margine esterno di modulo piccolo (post 1663 poiché nell'Inventario di quell'anno è scritto che "non è carteggiato") che giunge fino a c. 152r poiché la c. 173 è numerata due volte; c. 33 erroneamente segnata 23. In alcune carte è ancora presente la numerazione guida (es. cc. 71r-73r bis e 89r numerate a penna nell'angolo inf. est: k1, k2, k3, k4 e m4).
fascicoli: 1 (9), 2 (7), 3-4 (8), 5 (7), 6-18 (8), 19 (5), 20 (6); senza richiami; c. I legata al fasc. 1, al fasc. 2 tra le cc. 11 e 12 probabile mancanza di una carta asportata precedentemente la numerazione del codice, al fasc. 5 tra le cc. 32 e 33 probabile mancanza di una carta asportata precedentemente la numerazione, al fasc. 19 termina il testo originale, fasc. 20 aggiunto
specchio di scrittura: mm 80 [490] 147 x 90/8 [302] 8/121 (c. 94r)
rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi (c. 94r)
Scrittura
Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-147r); annotazioni di carattere liturgico al margine delle cc. 72v, 97r; aggiunta musicale alle cc. 85v-86r; rubrica-guida nel margine interno a c. 109v; presenza di una seconda mano, successiva (cc. 148r-152v) per un testo aggiunto (Cena domini).
Notazione musicale quadrata nera su tetragramma rosso.
Legatura
mm 765 x 555 x 115; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone con cantonali e fornimento centrale in ottone polilobati con borchia a sbalzo centrale, decorazioni circolari e gigli incisi agli angoli; due bindelle e due tenoni; cartellino con i contenuti del codice sul piatto posteriore: "Antiphonarium a feria II maioris Hebdomade usque ad Sabbatum Sanctum"; puntali e 8 nervi sul dorso.
Decorazione
Miniatura di pennello:
3 iniziali istoriate
1 iniziale figurata
7 iniziali decorate
Miniatura di penna:
182 iniziali filigranate
Le iniziali figurate e istoriate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro e dal corpo decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati. Il corpo, particolarmente quello delle istoriate, prende la forma di cornucopie, corni e animali misteriosi animando le pagine di tutto l'immaginario fantastico del miniatore.
c. 1r, I(psi vero non cognoverunt) iniziale figurata con fregio marginale (mm 130 x 125; mm 470 x 355 con i fregi; mm 475 x 150 il fregio inf.; mm 87 il diametro del clipeo) con David musicante. Asta del corpo della lettera rosa che si apre lasciando spazio alla figura sul fondo; dalle estremità dell'iniziale fuoriescono due fiorellini azzurri mentre il corpo è decorato da foglie lanceolate azzurre che vanno a formare un fregio fiorito su campo dorato; nei margini interno e superiore si estende un fregio delimitato da una cornice dorata formato da fiorellini e bottoncini dorati, al centro del margine superiore è un clipeo color porpora con il Monogramma dell'Opera in lettere dorate; nel margine inferiore è un altro fregio, separato, formato da foglie lanceolate, fiori rosa e azzurri e bottoncini dorati con un grande clipeo centrale con l'Agnus Dei, simbolo dell'Opera. Sul fondo dell'iniziale è la figura di David intento a suonare la cetra; il re indossa un ampio mantello color porpora e la corona.
c. 45v, I(n monte oliveti) iniziale istoriata caudata (mm 237 x 217; mm 515 x 275 con i fregi; mm 40 il diametro dei clipei) con l'Orazione nell'orto di Getsemani. Asta del corpo della lettera formata da due candelabre azzurre sovrapposte sulle quali sono seduti due putti che sorreggono il clipeo centrale con il Monogramma dell'Opera; accanto all'iniziale è il campo entro il quale è la scena dell'orazione nell'orto di Getsemani con Cristo genuflesso in agonia, mentre dalla fronte e dai piedi scendono rivoli di sangue; egli è rivolto verso un angelo che gli appare in cielo, entro una mandorla dorata, e gli porge il calice per confortarlo; in primo piano sono tre apostoli addormentati. La scena è ambientata di notte, in campagna, con un bosco sullo sfondo e una recinzione dietro Cristo. Nel margine esterno si estende un fregio fogliaceo con fiorellini rosa e azzurri e tre clipei con lo Stemma del comune di Firenze, d'argento al giglio rosso, lo Stemma dell'Opera con l'Agnus Dei e una Tabella con la data "MDXXV".
c. 79r, O(mnes amici mei) iniziale istoriata caudata (mm 237 x 217; mm 650 x 247 con i fregi) con la Cattura di Cristo. Corpo della lettera formato da quattro cornucopie intrecciate, dalle quali fuoriescono foglie e frutti, che si uniscono a due gioielli con incastonate gemme verdi, perle bianche e azzurre; le cornucopie, cangianti di rosso e oro, sono decorate con foglie lanceolate azzurre e verdi che vanno a formare un fregio fiorito sul campo d'oro; il fregio si estende anche su tutto il margine interno con fiori rosa, azzurri e arancioni. Sul fondo della lettera è la scena della cattura di Cristo, rappresentato al centro insieme a Giuda che lo bacia: tutt'intorno sono i soldati pronti a legarlo con una corda; le lance e le torce vengono alzate verso il cielo mentre, in primo piano, Pietro taglia l'orecchio a Malco. I soldati indossano vesti particolarmente variopinte, copricapi ed elmi di diverse fogge.
c. 111v, S(icut ovis ad occisionem) iniziale istoriata caudata (mm 220 x 207; mm 510 x 275 con i fregi) con la Salita verso il Calvario. Il corpo della lettera prende la forma di due corni che, a loro volta, sono formati da due pesci argentati con il volto che ricorda quello di un cane; abbracciati alle loro teste sono due putti coronati di alloro. Il campo dell'iniziale è quadripartito in rosso e verde e decorato con un fregio dorato; nei margini superiore ed esterno si estende, invece, un fregio fitomorfo con fiorellini rosa e azzurri. Sul fondo è la scena della processione verso il Calvario con Cristo al centro inginocchiato a terra sotto il peso della croce e tutt'intorno la folla di soldati a cavallo con le lance brandite al cielo; Cristo è aiutato a sostenere la croce da Simone il Cireneo, è seguito dalle donne di Gerusalemme, tra le quali sono la Vergine, tristemente avvolta nel mantello azzurro, e Veronica che tiene aperto il panno con il quale ha asciugato il volto di Cristo e sul quale ne è rimasta impressa l'immagine.
Le iniziali decorate fogliate medie (es. C(alicem salutaris) di mm 140 x 140; mm 495 x 215 con la coda a c. 73r bis) hanno il campo in foglia d'oro e il corpo decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda; sul fondo si trovano composizioni fitomorfe e floreali composte dalle stesse foglie nelle quali torna la gamma cromatica rosa, verde e azzurra (cc. 4r, 104r) arricchite anche del Monogramma dell'Opera del Duomo (c. 18r) o realizzate in grisaille bianche con mascherone (c. 26r). In alcune iniziali il corpo della lettera è sostituito da forme, come una cornucopia ricolma di frutta e foglie (c. 69v), in altre il fondo presenta figure simboliche come il Calice dorato (c. 73r bis) o il Teschio (c. 133r).
Le iniziali filigranate (es. P(ropter) di mm 125 x 110 a c. 137v) hanno il corpo azzurro o rosso con decorazioni a risparmio geometriche o con racemi; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo, presentano decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate o decorazioni diamantate e cornici realizzate a tempera. Alle cc. 145r-146r sono presenti 6 iniziali filigranate piccole; le 6 iniziali filigranate alle cc. 148r-152r sono invece di epoca successiva.
Lettere grosse in inchiostro nero.
Descrizione interna
Il codice contiene l'Antifonario per il Prorpio del tempo dal Lunedì della Settimana Santa al Sabato Santo.
Antiphonarium secundum romanam curiam. Feria secunda maioris ebdomade. Ad matutinum. Invitatorium (cc. Iv-1r): Ipsi vero non cognoverunt (lunedì)
Ad nocturnum. Antiphona (cc. 1v-2r): Domini (notturno)
Responsorium (cc. 3v-4r): Viri impudixerunt (responsorio)
Ad Benedictum (c. 14v): Gratifica me (Benedictus – Cantico di Zaccaria)
Ad Magnificat. Antiphona (c. 15r): Non haberes (Magnificat)
Feria III ad nocturnum. Antiphona (c. 15v): Ut non delinquam (martedì)
Responsorium (cc. 17v-18r): Contumelias et terrors (responsorio)
Ad laudes et per horas. Antiphona (c. 26r): Vide domine (lodi)
Ad Benedictum. Antiphona (c. 29r): Ante diem (Benedictus – Cantico di Zaccaria)
Ad Magnificat. Antiphona (c. 30r): Potestatem habeo (Magnificat)
Feria III ad nocturnum. Antiphona (c. 30v): Avertit dominus (martedì)
Ad laudes. Antiphona (c. 38v): Libera me (lodi)
Ad Benedictum. Antiphona (c. 42r): Simon dormis (Benedictus – Cantico di Zaccaria)
Ad Magnificat. Antiphona (c. 42v): Ancilla dixit (Magnificat)
Feria V ad matutinum. [...] Antiphona (c. 43r-v): çelus dominus (giovedì)
Responsorium primum (c. 45r-v): In monte oliveti (responsorio)
In secundo nocturno. Antiphona (cc. 52v-53r): Liberavit dominus (notturno)
In III nocturno. Antiphona (c. 61r): Dixi iniquis (notturno)
Ad laudes. Antiphona (c. 69v): Iustificeris domine (lodi)
Ad Benedictum. Antiphona (c. 72v): Traditor autem dedit (Benedictus – Cantico di Zaccaria)
[...] Vespere incipiunt absolute a prima antiphona [...]. Calicem salutaris. Antiphona (c. 73r bis): Calicem salutaris (vespri)
Ad Magnificat. Antiphona (c. 76r): Cenantibus autem (Magnificat)
Feria VI in primo nocturno. Antiphona (c. 77r): Astiterunt reges (venerdì)
Responsorium (c. 79r): Omnes amici mei (responsorio)
In II nocturno. Antiphona (c. 85v): Vim faciebant (notturno)
In III nocturno. Antiphona (c. 95r-v): Ab insurgentibus (notturno)
Ad laudes. Antiphona (c. 104r): Proprio filio (lodi)
Ad Benedictum. Antiphona (c. 107v): Posuerunt super capud (sic.) (Benedictus – Cantico di Zaccaria)
[...] Ad Magnificat (c. 109r): Cum accepisset (Magnificat)
Sabbato Sancto ad nocturnum. Antiphona (cc. 109v-110r): In pace (sabato)
Responsorium (c. 111r-v): Sicut ovis ad occisionem (responsorio)
In II nocturno. Antiphona (c. 117v): Elevamini porte eternales (notturno)
Ad laudes. Antiphona (c. 133r): O mors ero (lodi)
Ad Benedictum. Antiphona (c. 136r): Mulieres sedentes (Benedictus – Cantico di Zaccaria)
Feria II ad vesperam. Antiphona (c. 138v): Inclinavit dominus (lunedì)
Feria III ad vesperam (c. 140v): In domum domini (martedì)
Feria IIII ad antiphonam vesperalem (c. 142r): Non confundetur (mercoledì)
explicit a c. 147r: obediens usque ad mortem
aggiunta:
Feria V in Cena Domini. Antiphona ad faciendum. Mandatum (cc. 147v-148r): Mandatum novum
explicit a c. 152v: captivitatem Iacob (Giovedì santo)
Notizie storico critiche
Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, pp. 12-13) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito a Frate Eustachio (al secolo Tommaso di Baldassarre di Tommaso) dal Milanesi (1850, p. 198) e dal D’Ancona (1914, vol. II, p. 815 n. 1607).
Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175). In questo codice, come in tutti quelli del ciclo quattrocentesco, compare lo stemma dell'Opera del Duomo con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana che, in seguito a una Bolla papale del 1413 che garantì all'Arte della Lana la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale, fu adottato come proprio simbolo anche dall'Opera; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore.
Tutto il ciclo corale è abbondantemente citato negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (pp. 27-28; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali contenute in ciascuno, l'Inventario del 1822 (per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai vari miniatori. Per quanto riguarda l'Antifonario G n. 22, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate e che la numerazione è posteriore al 1663, che era inventariato come G e che l'attribuzione a Frate Eustachio già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi.
La Garzelli (1985, pp. 347-349) inserisce il miniatore tra gli ultimi seguaci di Monte di Giovanni, in particolare per quanto riguarda l'impianto decorativo della pagina organizzato in fasce ornate da grottesche, ma ne distingue la sua peculiarità nella scelta di rappresentare le scene come fossero "quadri" di piccolo formato accostati alle iniziali o al loro interno, animati da una narrazione particolarmente dinamica. Le capacità narrative di Frate Eustachio, infatti, si esprimono soprattutto nelle scene, come la Processione verso il Calvario a c. 111v, in cui più episodi sono rappresentati simultaneamente senza separazioni spazio-temporali ma come fatti che accadono nell'istante immortalato come in una sacra rappresentazione.
Relazione iconografico religiosa
c. 1r, David; Agnus Dei
c. 45v, orazione di Cristo nell'orto di Getsemani; passione di Cristo; Agnus Dei (Mt. 26, 36-56; Mc. 14, 32-52; Lc. 22, 39-53; Gv. 18, 1-12)
c. 79r, arresto di Cristo; bacio di Giuda; Pietro sguaina la spada e taglia l'orecchio a Malco; passione di Cristo (Mt. 26, 36-56; Mc. 14, 32-52; Lc. 22, 39-53; Gv. 18, 1-12)
c. 111v, processione verso il Calvario; trasporto della croce; Cristo cade; Simone il Cireneo aiuta Cristo nel portare la croce; Cristo incontra la Madonna; 'Lo Spasimo'; Cristo pianto dalle donne di Gerusalemme; Cristo incontra la Veronica; passione di Cristo (Mt. 27, 31-33; Mc. 15, 20-22; Lc. 23, 26-33; Gv. 19, 17)
c. 73r bis, calice; Eucaristia
c. 133r, teschio come simbolo della Morte; personificazioni della Morte; 'Morte' (Ripa)