Descrizione
Il disegno, matita e acquerello su carta, consiste nell'inserimento prospettico di un progetto per la facciata di Santa Maria del Fiore. Nella tavola è rappresentata una veduta di piazza San Giovanni, con il battistero in primo piano, il fronte della cattedrale e il campanile sullo sfondo. L'idea progettuale prevede un coronamento di tipo tricuspidale; la cuspide maggiore e quelle minori presentano mosaici entro cornici policrome; quella maggiore culmina con un tabernacolo, mentre quelle minori con acroteri a figura equestre. I contrafforti sono coronati da ballatoi aggettanti e sono privi di pinnacoli di coronamento; al loro interno trovano posto nicchie e due ordini di bifore cieche. Le riquadrature degli occhi, a tarsie policrome, occupano tutto il campo delle navate fra le membrature verticali. Al di sotto del coronamento delle ali e dell'inquadratura del rosone maggiore, si apre una galleria di edicole cuspidate, interrotta al centro dal fastigio del portale centrale. I tre portali, serrati fra i contrafforti, sono caratterizzati da ampie cuspidi e profonde strombature; quello maggiore è binato e coronato da un tabernacolo ospitante la Vergine; quelli minori culminano con figure equestri.
Notizie storico critiche
Il disegno fa parte di alcuni studi per la facciata di Santa Maria del Fiore, elaborati dal giovane architetto svizzero Johann Georg Müller fra il 1843 e il 1847. Dopo gli studi all'Accademia di Monaco, e prima di trasferirsi a Basilea per intraprendere la professione, Müller viaggiò in Italia soggiornando a Firenze nel periodo in cui vi si dibatteva sul progetto di Niccolò Matas per la facciata del duomo. Quivi l'architetto elaborò alcune soluzioni derivanti dal linguaggio gotico (CERRETELLI C., in AA.VV., 1987, p. 95; cfr. CRESTI C., ZANGHERI L., 1978, p. 162). Questo disegno fu donato all'Opera di Santa Maria del Fiore da Alberto Geisser (figlio della sorella di Müller) nel 1900, insieme ad una medaglia commemorativa dell'autore del 1856 (CERRETELLI C., in AA.VV., 1987, p.84; p. 267). I due doni furono spediti all'Opera dall'architetto Luca Beltrami affinché fossero esposti al Museo, applicati entro un pannello contenente altri tre disegni e un ritratto di Müller (ivi, pp.96-98).