Descrizione
Il disegno, in buono stato di conservazione, è eseguito a inchiostro e acquerello policromo su carta, datato 1864 e firmato dall’autore Alessandro Antonelli. Rappresenta un progetto - prospetto con la pianta del relativo porticato - per la facciata di Santa Maria del Fiore, in scala 1:50. L’ autore descrive efficacemente il proprio elaborato nella relazione che accompagna il progetto (ANTONELLI A., 1864): quattro pilastri corinzi a doppio ordine, derivati dall’interno del Duomo, ritmano un vestibolo archiacuto la cui arcata centrale è di dimensioni maggiori rispetto alle due laterali. Il vestibolo sorregge il coronamento orizzontale a ballatoio, esteso all’intera larghezza della facciata. La parte superiore, con l’occhio centrale, è arretrata rispetto al vestibolo e coronata da un attico orizzontale con parapetto a colonnine ioniche; il tetto è a padiglione.
Il progetto, pur con influssi dal Rinascimento lombardo, si ispira anche ad edifici fiorentini: sono evidenti i riferimenti al Duomo e al Campanile per la decorazione intorno all’oculo maggiore e le nicchie. (CERRETELLI C., in AA.VV., 1987, p.158, n. 35).
Notizie storico critiche
Dopo aver partecipato come giudice al primo concorso per la facciata di S. Maria del Fiore, l’architetto Alessandro Antonelli, importante esponente del movimento neogotico, è tra i dieci artisti invitati a presentare un progetto per il concorso del 1864. Egli presenta una facciata con vestibolo perché ritiene che alle masse grandiose del Duomo non possa accostarsi una facciata «a basso rilievo», con « superfetazione di arzigogoli introdotti per mania di arricchire la composizione, confondendone il lucido ordine» (ANTONELLI A., 1864); l’architetto ritiene possibile realizzare il progetto anche senza vestibolo, non rispondendo però del risultato.
Il disegno di Antonelli è escluso all’unanimità dalla commissione del secondo concorso. L’Alvino, in una lettera a Nardi (pubblicata su La Nazione, A.VI, n.241, 28 Agosto 1864), aveva precedentemente paragonato il vestibolo alla Loggia dei Lanzi; in altri interventi critici a mezzo stampa, il progetto non è ritenuto degno di menzione. Ripresentato senza modifiche al terzo concorso, il progetto sarà nuovamente escluso da discussione, perché giudicato non conveniente al Duomo per stile e composizione.(CERRETELLI C., in AA.VV., 1987, p.158, n. 35)