Descrizione
Il disegno, inchiostro e acquerello a colori su carta, rappresenta un progetto per la facciata di Santa Maria del Fiore. Il foglio, danneggiato dall'alluvione del 1966 e restaurato, presenta una mancanza, ai margini inferiore e sinistro, che interessa un'ampia parte del disegno; una mancanza al margine destro ove è perduta parte del fianco della facciata; mancanti inoltre piccoli frammenti al centro e due in prossimità degli angoli superiori. Nella tavola è rappresentato il prospetto della cattedrale nella scala di 1:50. La composizione prevede una sagoma basilicale; le tre navate sono coronate da un ballatoio spezzato con parapetto a trafori, aggettante su archetti pensili trilobati; rampante sulla nave maggiore e orizzontale su quelle minori, ove alla sommità delle ali sono collocate due velette triangolari. Sotto il timpano corre, sopra una cornice a intarsi bicromi e archetti, un fregio di formelle quadrate interrotte al centro da un'edicola. Sotto il livello dei ballatoi laterali, su un fregio continuo a ricorsi policromi nei colori verde, bianco e rosa, corre una fascia occupata ai lati da un ordine di nicchie e, al centro, da una partitura di tarsie rettangolari. I quattro contrafforti che scandiscono la facciata, su basamenti a ricorsi bicromi continui e formelle, sono ritmati da monofore cieche binate. In basso, così come sul registro superiore delle membrature mediane, trovano collocazione sei edicole cuspidate con statue. I portali sono archiacuti e cuspidati; quello centrale è caratterizzato da un'alta e cuspide dalla complessa redazione decorativa: al centro di essa, impostato su una cornice tangente alla chiave d'arco, poggia un ricco tabernacolo ospitante la Vergine in trono col Bambino.
Notizie storico critiche
Questo progetto fu presentato da Antonio Cipolla al terzo concorso per la facciata di Santa Maria del Fiore, bandito dalla Deputazione promotrice il 27 novembre 1865, con termine di consegna fissato al 31 dicembre 1866. Il disegno entrò a far parte del gruppo di diciotto elaborati «presi in considerazione», discussi e votati dalla giuria (COZZI M., in CRESTI C., COZZI M., CARAPELLI G., 1987, p. 142); ottenne, alla prima votazione, quattro voti favorevoli su otto, ed entrò a far parte dei possibili vincitori. Ritenuto migliore di quello proposto, nel 1864, al secondo concorso per la facciata dallo stesso architetto, il progetto fu apprezzato per la sontuosità del portale centrale, per il rapporto con il campanile, per «la sapiente gradazione degli effetti, onde l'insieme della composizione è il risultamento di un sistema culminante in un solo punto centrale». Alcune riserve furono formulate dai giurati per le velette di coronamento sulle ali, per l'assenza di statue al centro della fascia mediana, per la dominanza del colore verde (ivi, pp. 143-144).