Descrizione
Il disegno, eseguito a inchiostro e acquerello policromo su carta e in buono stato di conservazione, rappresenta un progetto per la facciata di S. Maria del Fiore, firmato dall’architetto Marco Treves e contraddistinto dal motto «Altro non è che di suo lume un raggio/ più che in altro vien che si muove la mente» (Dante, Paradiso XXVI).
Lo stesso architetto descrive il progetto in una memoria esplicativa a stampa: la composizione prevede coronamento tricuspidale; la facciata è scandita da pilastri ispirati nella forma a quelli interni, ma larghi quanto quelli del fianco al livello inferiore, più sottili al livello superiore, caratterizzati da nicchie con statue e coronati da pinnacoli con statue. Il ballatoio superiore è sostenuto da mensole ad arcatelle trilobate, sotto quello inferiore corre invece una vera e propria galleria con statue – come nelle cattedrali gotiche francesi di Notre Dame, Amiens, Chartres, etc. L’occhio centrale è quasi tangente al ballatoio continuo – Leon Battista Alberti, S.M. Novella - ; i portali sono archiacuti e cuspidati; quello centrale, di dimensioni maggiori - forse ispirato al Tabernacolo dell’Orcagna - , è caratterizzato dalla presenza di una fascia a bassorilievo sotto la cuspide. Per maggior “sontuosità” le cuspidi del coronamento e quelle dei portali sono decorate con mosaici raffiguranti gli stessi soggetti della facciata distrutta nel ‘500.
(TREVES, 1862; CERRETELLI C., in AA.VV., 1987, p.126, n. 18)
Notizie storico critiche
Il progetto è presentato al primo concorso per la facciata di S. Maria del Fiore, nel 1862, contrassegnato dal motto «Altro non è che di suo lume un raggio/ più che in altro vien che si muove la mente» (Dante, Paradiso XXVI). Nella memoria a stampa allegata al progetto, Marco Treves scrive che è necessario ispirarsi ad Arnolfo – attribuendogli parte del fianco e della facciata - , «chiamati a compiere l’opera sua, a fare realmente un restauro», utilizzando però «il modo di fare di Andrea [Orcagna] » (TREVES, 1862)
La commissione del primo concorso ritiene, in generale, inadatti a S. Maria del Fiore i coronamenti tricuspidali; nello specifico, il progetto di Treves viene criticato per i pilastri troppo larghi e dissonanti da quelli dei fianchi (Antonelli), per l’eliminazione degli archetti dal ballatoio inferiore, per la legatura delle porte con gli oculi circolari soprastanti, a formare masse troppo allungate. È apprezzato il disegno delle porte, sebbene la centrale sia resa tozza dalla fascia a bassorilievo imitante un sarcofago, sotto la cuspide. I difetti rilevati dipendono in parte dall’aver cercato una certa grandiosità di forme. Il disegno ottiene comunque una “menzione onorevole” per i voti di Alvino, Boito e Scala.
Treves non parteciperà al secondo concorso, ma, vistone il risultato, deciderà di ripresentare il progetto all’ultima prova senza apportarvi alcuna modifica: nonostante le numerose critiche otterrà 4 voti su 8 e verrà proposto per la selezione finale, nella quale non avrà però alcun sostenitore.
Nel 1878 il progetto vincerà la medaglia d’argento all’esposizione internazionale di Parigi.
Cerretelli rileva come nelle proporzioni generali e nella forma delle cuspidi il disegno di Treves si rifaccia sostanzialmente al progetto definitivo di Niccolò Matas per Santa Croce (1854), all’epoca già in buona parte eseguito. (CERRETELLI C., in AA.VV., 1987, p.128, n. 18