Descrizione
La statua, a tutto tondo, rappresenta un angelo adorante in posizione frontale, con le ali aperte, vestito con dalmatica e pallio e con le mani incrociate sul petto. Lungo le pieghe della veste e tra le dita delle mani sono riconoscibili i segni del trapano.
Notizie storico critiche
Sulla base di un’analisi stilistica, essa è stata ricondotta alla seconda metà del XIV secolo e al gruppo di sculture provenienti dalla Porta del Campanile, sul lato sud-ovest del Duomo di Firenze. Di esse sono disponibili poche notizie. Genericamente menzionate da Toesca come “molto mediocri”, vennero giudicate dai Paatz "di maniera dell'Orcagna” e quindi del terzo quarto del XIV secolo.
Relazione iconografico religiosa
Diversi studiosi ritengono che la matrice iconografica dell’angelo raffigurato come essere umano adulto risieda nella rappresentazione della Nike classica (Strzygowski, 1901; Wulff, 1914; Beck, 1936; Réau, 1956; Panofsky, 1964). Fino alla fine del IV secolo l’angelo è rappresentato aptero. Talvolta, in ottemperanza ad alcuni passi neo e veterotestamentari, è raffigurato come un uomo, talora addirittura barbato, come mostrano gli affreschi della catacomba di via Latina (Ferrua, 1960). L'aggiunta delle ali è da considerarsi una precisa scelta iconografica, una soluzione figurativa in grado di esprimere visivamente quanto stabilito da una complessa plurisecolare speculazione sulla natura delle forze angeliche, da leggere in stretta relazione con quella aerea dei venti. In forza del suo ruolo di mediatore tra l'uomo, essere di terra (Gn. 2, 7), e Dio, la luce suprema (1 Gv. 1, 5), l’angelo si configura infatti come personaggio “intermedio”. E la sua “natura aerea” è espressa dall’attributo delle ali, ereditato dall’iconografica tardo antica e pagana del venti.