Descrizione
La statua raffigura un profeta, in piedi, con barba corta e con copricapo sulla testa, simile ad un turbante. La figura ha un abbigliamento all'antica e nella mano destra regge un rotolo.
Notizie storico critiche
La statua (Becherucci, 1969, pp.225-226), che rappresenta un Profeta, fu realizzata da Arnolfo di Cambio. Di dimensioni monumentali, essa faceva parte di una serie di Profeti realizzati da Arnolfo di Cambio e aiuti per la facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Il Poggi (1909, p.XLV) fu il primo a considerare l’opera, insieme ad un’altra statua, acefala, come proveniente dall’antica facciata, e a datarle alla fine del Trecento. Esse furono però considerate criticamente solo dal Keller (1935, p.37) che le ritenne figure di Profeti e attribuì questa statua ad uno degli aiuti del maestro nella facciata, riconoscendola affine alla “Santa Reparata” e all’”Angelo Fogg”. Entrambe, un tempo individuate nel giardino di Valdonfa, di eredità Riccardi, furono ritrovate nel primo Novecento in un giardino di Via della Scala che un tempo costituiva parte degli antichi e vasti Orti Oricellari, di proprietà Venturi Ginori. Per quanto riguarda la collocazione originaria della statua, il Weinberger (1940-41, p.72), considerando l’ipotesi che la facciata di Arnolfo fosse stata rimaneggiata dal Talenti intorno al 1357, pensò ad una collocazione delle due statue in edicole a coronamento del portale centrale, poi trasferite nei <<tabernacoli>> aperti nei quattro contrafforti laterali ai lati della lunetta della Natività. La stessa Becherucci, che considera invece la facciata arnolfiana rimasta inalterata sino al 1587, ritiene quest'ultima la collocazione originaria. La statua in questione ha sulla testa un drappo avvolto, simile ad un turbante, che ritroviamo anche in alcuni rilievi pisani, elemento caratteristico dei sacerdoti ebrei. Infatti la figura che il Weinberg identificò, sul contrafforte a destra del portale della Natività, è riconoscibile anche in un disegno del Poccetti, che riproduce l’assetto dell’intera facciata del Duomo, dove la figura porta un piccolo copricapo, non una mitra, così da riconoscere la figura di un Profeta. La statua (Neri Lusanna, 2005, pp. 268-269), quindi, è entrata nel catalogo delle opere di Arnolfo e della sua bottega come Profeta, ipotesi confermata anche dal frammento di cartiglio che tiene in mano. Insieme alla statua acefala, ha avuto una particolare fortuna critica godendo, però, di maggiore attenzione per il fatto che la testa sembra ispirata a quella di un prigioniero dace della colonna Traiana, e lascia supporre che anche quella dell’altro profeta fosse “fatta all’antica”. Il Keller ne ha messo soprattutto in evidenza l’aspetto monumentale, effetto accresciuto dalla conformazione statuaria a tutto tondo che la figura ha assunto a seguito di una contraffortatura in marmo che, anche se eseguita con marmo diverso, potrebbe sembrare coeva. Inoltre, le due statue sono quasi sovrapponibili sia nella tipologia del panneggio che nella soluzione delle braccia e dei drappeggi del manto. Ma nonostante queste affinità, che derivano dalla bottega, le due statue presentano diversità stilistiche come ad esempio il partito dei panneggi, che in entrambe è simile a sinistra, ma che presenta una maggiore geometricità nel Profeta con la testa. Nonostante le degradazioni, è un’opera di alta qualità in cui il substrato bizantino cede il posto ad una maggiore monumentalità di impronta classica, riscontrabile anche nella "Madonna col Bambino" e nella "Santa Reparata " di questo stesso museo.
L'opera é stata esposta presso il Museo dell'Opera di Santa Maria del Fiore in occasione della mostra "Arnolfo. Alle origini del Rinascimento fiorentino" dal 21 dicembre 2005 al 21 aprile 2006.
Relazione iconografico religiosa
Nell'Antico Testamento sono definiti profeti coloro che parlano per ispirazione divina, annunciando il futuro o facendosi portavoce e interpreti di Dio. La Bibbia cristiana riconosce sedici libri recanti il nome di un profeta: quattro attribuiti ai profeti maggiori - Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele - e dodici ai profeti minori, i cui libri sono spesso assai più brevi.Il motivo iconografico dei profeti ha costantemente un intento tipologico. È evidente che, nei primi secoli del cristianesimo, la rappresentazione dei profeti accanto alla Vergine con il Bambino o accanto a un'evocazione del Nuovo Testamento aveva lo scopo di mostrare la continuità tra il testo del Nuovo e quello dell'Antico Testamento. Infatti, la statua qui considerata, e che sembra essere quella di uno dei quattro Profeti, é teologicamente collegata al tema iconografico dell’intera facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la redenzione per mezzo di Maria. Infatti, l'idea che si voleva rappresentare può essere riassunta nella formula dichiarata dal Conti: "Maria Vergine, quale Madre dell'Uomo Dio é inseparabile dal Redentore nell'Antico e Nuovo Testamento e nell'Era Cristiana: talché in Lei si ispirano i Profeti, la Chiesa universale, Concilii, Papi, Papi, Dottori e Santi, le scienze, le Arti belle, le Arti utili, la Carità, gli affetti di famiglia e di patria e in particolare questa Cattedrale". I profeti sono generalmente rappresentati in piedi e, se appartenenti ad una serie, sono generalmente assai statici e raramente identificabili, a meno che un cartiglio non ne rechi il nome.