Descrizione
Scultura in marmo raffigurante l'aquila dell'Arte dei Mercatanti, l'Arte di Calimala, con il becco rivolto verso sinistra; manca l'ala destra, quella sinistra è spiegata, tra gli artigli stringe il torsello, una balla di stoffa.
Notizie storico critiche
Quest'aquila faceva parte, insieme al suo pendant e le altre due coppie conservate nei depositi del Museo, della decorazione dell'Altar Maggiore del Battistero fiorentino, come per prima notò la Brunetti (1970 e poi 1976) che le aveva ritrovate nei depositi del Museo ancora coperte dallo strato di fango depositatosi durante l'alluvione del 1966.
L'altare era stato eseguito nel 1732 da Girolamo Ticciati e le due aquile con un'ala mancante, anch'esse conservate nei depositi furono concepite per sostenere la mensa dell'altare, insieme alle altre due con le ali spiegate.
A causa del cambio del gusto nel 1912 tutto il complesso fu rimosso e i vari elementi, comprese le nostre aquile, furono spostati nei depositi del Museo dove ancora sono riposte; furono sistemate nel cortile del Museo solo i due angeli reggicandelabro e il San Giovanni Battista in gloria.
Relazione iconografico religiosa
L'aquila che ghermisce il torsello è per tradizione lo stemma dell'Arte dei Mercatanti, o Arte di Calimala che importava le stoffe grezze, le nobilitava, e poi le esportava.
Viene spesso rappresentata nelle opere destinate al Battistero perchè la Calimala ne era l'Arte patrona dal 1157.