Descrizione
La mensola raffigura una figura maschile nuda (telamone) di manifattura fiorentina databile alla fine del XIV sec. realizzato in marmo a tutto tondo. Rappresenta un uomo con barba folta e con le gambe piegate, fissato entro gli schemi di una postura inconsueta. Essa versa in un cattivo stato di conservazione essendo mutilate le braccia e le gamba destra.
Notizie storico critiche
Si tratta probabilmente di una delle mensole a sostegno dei finestroni della tribuna, per analogia con altre, di mano affine, tuttora sul posto all'esterno della tribuna Nord. Nel Catalogo Poggi (1904, p. 26, n. 43) è datata al sec. XVI; ma l'evidente imitazione classica sembra piuttosto riportare ai modi interpretativi della fine del sec. XIV, quando Niccolò Lamberti e Piero di Giovanni Tedesco ne improntavano la decorazione della Porta della Mandorla.
Relazione iconografico religiosa
Il telamone è una scultura maschile a tutto tondo o ad altorilievo, impiegata come sostegno - strutturale o decorativo - spesso in sostituzione di colonne o lesene. I Greci diedero loro il nome di "atlanti" dal Titano che, secondo il mito, sosteneva il cielo e che in tale atteggiamento, in piedi o inginocchiato, era raffigurato abitualmente. Secondo Vitruvio la loro origine - come quella delle Cariatidi (le figure femminili impiegate allo stesso scopo) - risale a una guerra. Gli Spartani, dopo aver vinto i Persiani nella battaglia di Platea, costruirono a ricordo della vittoria un portico detto appunto "portico persiano", la cui copertura era sostenuta da statue rappresentanti i prigionieri nelle loro vesti barbariche. In realtà il sostegno a forma umana compare fin dai tempi più antichi in molte architetture. Durante il Medioevo, per quanto gli edifici - specialmente le chiese - si andassero man mano ricoprendo di sculture figurate e fossero abbastanza comuni le teste e i busti in funzioni di mensole, non fu molto frequente l'impiego di figure intere come sostegni architettonici, ma piuttosto inserite entro nicchie o piccoli tabernacoli pensili o in lunghe file che ricoprivano stipiti, colonnine: esse diventano la decorazione abituale delle facciate delle chiese. Spesso i telamoni medievali sono inginocchiati, seduti, accoccolati in posizioni strane e non di rado grottesche.cNel periodo rinascimentale essi ritornano all'armonia antica, e sono figure nude o spesso anche erme, dal ritmo classico, oppure a decorazione di monumenti sacri, tombe, in forme di angeli eretti in tranquillo atteggiamento di preghiera.Dal barocco in poi si animarono del movimento che gli artisti procuravano di imprimere alle loro opere, anzi divennero uno degli elementi impiegati di frequente per dare carattere dinamico alle architetture. L'espressione dello sforzo muscolare che già caratterizza i telamoni dell'arte antica si esalta talvolta in atteggiamenti contorti e nell'accentuato sviluppo delle masse muscolari; oppure i corpi si snelliscono e hanno movimenti agili e liberi.
L'inconsueta postura della figura vuole far comprendere l'immane sforzo impiegato per tentare di staccarsi dalla base, dalla "terra",quindi di sfuggire dal vincolo del peccato. Nel periodo medievale,infatti, la terra rappresentava il peccato e l'alto - il cielo - simboleggiava la trascendenza,la luce,la vita,la salvezza.