Descrizione
Figura femminile stante volta verso sinistra, panneggiata, con velo e piccolo diadema sul capo; sorregge un vaso oleario ardente.
Notizie storico critiche
La statua fa parte del gruppo collocato sopra il portale centrale dell'antica facciata arnolfiana del Duomo: Madonna con Gesù Bambino al centro, ai lati Santa Reparata e San Zanobi. La ricostruzione del gruppo e la sua paternità ad Arnolfo è oggi universalmente riconosciuta dalla critica. La statua in oggetto fu identificata tra quelle disposte nelle nicchie dell'anfiteatro del Giardino di Boboli, dove era stata collocata dopo la demolizione della facciata della Cattedrale nel 1587, da Toesca (1917), che ne riconobbe il carattere arnolfiano. L'attribuzione ad Arnolfo fu poi decisamente affermata da Keller (1935), che vi vedeva l'esempio più alto dello stile ultimo del maestro. Da allora tutta la storiografia successiva ne riconosce le elevate qualità stilistiche ed espressive; Romanini (1969 e 1980) la accosta alla "serena staticità" della Madonna in trono. Non unanime, invece, è stata l'identificazione della figura in Santa Reparata, a partire da Keller (1935), che rifiutò decisamente la proposta identificativa già avanzata da Becherucci (1928). La critica più recente si è posta il problema del ritocco della statua dopo la sua rimozione dalla facciata arnolfiana, ritocco che l'avrebbe resa più simile a un'opera antica in ragione della sua collocazione in Boboli. Se già Mariani (1943) vedeva tracce di una moderna levigatura sul volto della figura per diminuirne l'espressività, l'intervento di uno scultore moderno, probabilmente già alla fine del Cinquecento o all'inizio del secolo successivo, è oggi dato per certo (Neri Lusanna in Arnolfo 2005) ed è stato oggetto di contributi specifici (Capecchi 2005).
Relazione iconografico religiosa
La statua raffigurante Santa Reparata, patrona dell'antica cattedrale di Firenze, occupava un posto centrale nella facciata di Arnolfo, a fianco della Madonna col Bambino, alla quale la nuova cattedrale di Santa Maria del Fiore era dedicata. Il culto della Santa, vergine e martire a Cesarea in Palestina nel 250, al tempo dell'imperatore Decio, si diffuse durante il Medioevo in Italia e nell'area mediterranea; secondo una tradizione leggendaria fu introdotto a Firenze in ringraziamento per la protezione ricevuta durante l'assedio degli Ostrogoti di Radagaiso nel 406, che si ritirarono l'8 ottobre, giorno dedicato al ricordo della Santa. A lei fu dedicata l'antica cattedrale cittadina. La Santa è in genere raffigurata, in scultura, con l'attributo delle martiri, la palma; l'attributo scelto da Arnolfo, il vaso oleario ardente, caratterizzava invece dall'antichità le vergini. Proprio la genericità o improprietà dell'attributo ha in passato convinto parte degli studiosi a non riconoscere nella figura Santa Reparata; mentre la compatibilità con Santa Reparata è stata sostenuta da Becherucci (1928), e in seguito riconosciuta da tutta la critica.