Descrizione
La statua rappresenta San Zanobi, in abiti vescovili e la mitra sul capo. Con la mano sinistra regge il pastorale e con la mano destra, guantata e inanellata, benedice. La testa, con mitria riccamente decorata, é inclinata verso sinistra.
Notizie storico critiche
La statua (Ciandella, 2005, pp.422-425), che rappresenta San Zanobi, e di fattura meno raffinata di quella di Santa Reparata alla quale faceva da pendant ai lati della Madonna con Bambino, si trovava nella lunetta sopra il portale centrale del Duomo. Demolita la facciata del Duomo nel 1587, la statua fu portata nella Sagrestia dei Canonici. Nel 1936, allestendo nel Museo dell'Opera del Duomo la sala dedicata all'antica facciata della cattedrale, fu chiesto al Capitolo di restituire la statua, ed esso, nella riunione del 17 ottobre 1936, deliberò approvando il trasferimento al Museo. Fu chiesto in cambio un quadro da appendere in sagrestia, che fu concesso il 17 dicembre 1936: la tavola del Botticini con l'arcangelo Raffaele che la Soprintendenza dette in deposito al Duomo e che tuttora si trova in sagrestia. Anche il Follini (1790, p.231) individuò la statua nella Sagrestia dei Canonici del Duomo, così come il Reymond (1897, pp.178-179), che notò la somiglianza di stile sia con le sculture romane e orvietane di Arnolfo di Cambio, che a Firenze, con la statua di Bonifacio VIII, sospettò la provenienza dall’antica facciata del Duomo. Circa l'identificazione del personaggio vi sono state incertezze da parte della critica. Adolfo Venturi (1906, p.154) suppose che la statua raffigurasse il Vescovo fiorentino, San Podio. Il Rathe (1910, pp.21-26) invece pensò ad una delle figure indicate dalle fonti (due diaconi, o i Santi Pietro e Paolo) ai lati del Bonifacio VIII cercando di identificarla con un ritratto del cardinale Pietro Valeriani da Piperno, che nel 1296 aveva benedetta la prima pietra del nuovo tempio e rivestiva la carica onoraria di diacono di Santa Maria Nuova. La Becherucci (1928, pp.721-722) propose l'identificazione col vescovo San Zanobi sulla base della descrizione contenuta nelle carte di Francesco Rondinelli e pubblicate dal Richa, che ricordavano la statua del santo vescovo con la "Santa Reparata" a fianco della Madonna sul portale centrale. L'ipotesi della Becherucci fu accolta anche dalla critica successiva che riferisce la scultura all'atelier fiorentino di Arnolfo. In particolare il Toesca (1951, p.216) insiste sul chiaro riferimento classico al ciborio di San Paolo, che ci fa pensare ad un probabile collaboratore romano quale autore della statua di San Zanobi, eseguita forse dopo il 1300, insieme a quelle della Madonna con Bambino e della Santa Reparata.Neri Lusanna (2005, p.252), oltre a confermare quest’ultima ipotesi, propone una valutazione sull’iconografia del vescovo e sulla sua traduzione figurativa ed espressiva. A differenza di “Santa Reparata” che si rivolge alla Vergine, il Santo, con la mano benedicente e un’espressione mite e accostante, viene rappresentato come colui che si rivolge ai fedeli con fare paterno e umile, come un pastore di popolo mite e affabile. Per giungere a questo effetto, l’artista puntò sulla definizione delle insegne episcopali, sia dal punto di vista illustrativo che formale, con la naturalezza della mano benedicente. Anche l’espressione bonaria del volto, nonostante la presenza di due rughe profonde, la postura semplice, il gesto aperto ma privo di potere dimostrano il messaggio che alla figura di San Zanobi si voleva affidare. Pertanto questa statua, come la grande statua di “Bonifacio VIII”, non può essere integralmente attribuita ad un collaboratore di Arnolfo. Infatti il suo diretto coinvolgimento è visibile sul volto, indagato minuziosamente fino a coglierne i contorni e l’anatomia del collo. Ma è soprattutto l’indagine psicologica e la caratterizzazione acuta del personaggio ad indicare il profondo cambiamento spirituale e concettuale di Arnolfo.
L'opera é stata esposta presso il Museo dell'Opera di Santa Maria del Fiore in occasione della mostra "Arnolfo. Alle origini del Rinascimento fiorentino" dal 21 dicembre 2005 al 21 aprile 2006.
Relazione iconografico religiosa
San Zanobi è stato vescovo di Firenze ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica: è il patrono principale dell'arcidiocesi fiorentina, assieme a Sant'Antonino. Zanobi sarebbe nato a Firenze verso la metà del IV secolo; la morte è incerta e viene collocata tra il 417 e il 429. Fu sepolto nella basilica di San Lorenzo, che il santo fondò, e che da allora rivestì il ruolo di cattedrale. Le reliquie sono custodite nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, in un'urna capolavoro di oreficeria di Lorenzo Ghiberti.L'iconografia di San Zanobi presenta poche varianti. Il Santo é sempre rappresentato con gli attributi consueti per i vescovi (piviale, mitra, pastorale, molto spesso un libro), quasi sempre anziano e barbuto, spesso seduto in cattedra. In quanto santo protettore di Firenze può avere come attributo un modellino del Duomo dove si conservano le sue reliquie o il giglio di Firenze che il più delle volte è rappresentato sugli indumenti (bottone del piviale, mitra, guanti) ma può comparire anche come semplice motivo ornamentale nell’aureola, oppure nel pastorale, come nella tavola di Giovanni del Biondo, addossata ad un pilastro della navata di Santa Maria del Fiore, dove il Santo, seduto in cattedra, è fiancheggiato dalle figure dell’Umiltà e della Carità e porta sul petto l’immagine della Crocifissione. Qualche volta il Santo é abbinato alla raffigurazione dei diaconi Eugenio e Crescenzio e spesso con la Vergine e i Santi. Sono poche le rappresentazioni isolate.