Descrizione
Il calco riproduce il frammento di un gruppo scultoreo, formato da una figura femminile intera, adagiata su una superficie orizzontale e rivestita di un'ampia veste, con la testa un poco sollevata sopra un sostegno (un cuscino?) e le mani incrociate sul ventre, e dal busto di un astante reclinato, che le cinge le gambe all'altezza delle ginocchia.
Notizie storico critiche
Si tratta di una preziosa testimonianza di un frammento della Dormitio Virginis che Arnolfo e i suoi collaboratori scolpirono per la lunetta sovrastante il portale destro della facciata di Santa Maria del Fiore (Preti 1989; Neri Lusanna 2005). Quando tutta la decorazione medioevale venne rimossa, nel 1586, le sculture furono in parte reimpiegate dall'Opera in altri contesti della cattedrale, in parte vennero alienate. Il frammento da cui fu tratto questo calco, in particolare, passò nelle mani del mercante d'arte Stefano Bardini e transitò poi sul mercato antiquario parigino, dove fu acquistato nel 1904 da Wilhelm Bode, direttore del Kaiser-Firedrich-Museum di Berlino; sopravvissuto alle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, l'originale scultereo è oggi esposto presso il Bode-Museum della capitale tedesca (Knuth 2005)
Relazione iconografico religiosa
La Dormitio Virginis, che questo calco in gesso riproduce, è la scena della morte di Maria, altrimenti detta "transito". All'interno del programma iconografico che sottostava alla decorazione della facciata arnolfiana, questa scena – un tempo sopra il portale destro – si accompagnava alla Natività (sopra il portale sinistro) e ad un'immagine della Madonna col Bambino in maestà, affiancata dai santi patroni di Firenze, Reparata e Zanobi (sopra il portale centrale).
L'iconografia della Dormitio Virginis seguita da Arnolfo deriva, com'era solito in quel periodo, da tipologie bizantine, dalle quali possiamo farci un'idea complessiva dell'intera scena, benché perduta. Al centro, distesa sopra un catafalco, giaceva Maria, attorniata dagli apostoli che – avvertiti da Dio circa l'imminente morte della Vergine – erano tutti convenuti ad Efeso per assisterla nell'ultima ora. In posizione centrale, dietro a Maria, si ergeva poi la figura di Cristo che teneva tra le braccia una piccola bambina in fasce, la cosiddetta "animula", ad indicare che egli stesso scese ad accogliere l'anima della madre per condurla in Cielo (Neri Lusanna 2005).
L'apostolo giovane con i capelli riccioli, che cinge le gambe della Vergine come in un ultimo e accorato abbraccio, è da riconoscere in Giovanni, il "discepolo che Gesù amava" e – secondo la tradizione cristiana – il più piccolo fra i Dodici. A lui, infatti, Cristo aveva dato espressamente il mandato di prendersi cura di Maria, poco prima di morire sulla croce, dicendogli «Ecco la tua madre»; e «da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (Giovanni, 19, 27).
Se colleghiamo, dunque, questa immagine a quella corrispondente della Natività sul portale sinistro, si instaura un potentissimo confronto tra quella scena in cui è la Vergine a vegliare il figlio del suo grembo, appena nato, e questa, in cui è il figlio adottivo a vegliare il corpo di Maria.