Descrizione
La statua rappresenta un uomo seduto che sorregge con la mano sinistra un libro. L'uomo ha capelli e barba corti ed é abbiglito all'antica. La statua poggia su un basamento quadrangolare, cavo nella parte tergale.
Notizie storico critiche
La statua (Becherucci, 1969, p.264), che raffigura l’Evangelista Matteo, fu realizzata dallo scultore Bernardo Ciuffagni tra il 1410 e il 1415. La statua faceva parte della serie dei quattro Evangelisti dell’antica facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Le altre tre statue raffigurano San Marco di Niccolò Lamberti, San Giovanni di Donatello e San Luca di Nanni di Banco. Della loro collocazione sulla facciata è testimone un disegno del Poccetti. La statua di San Giovanni era collocata in origine alla destra del portale centrale della facciata, insieme al San Giovanni di Donatello. In occasione della demolizione della facciata nel 1587, le quattro statue furono poste all'interno, nelle cappelle minori della tribuna di San Zanobi, in ognuna delle quali fu dipinta a chiaroscuro una nicchia per fare loro da sfondo. Il San Matteo fu collocato nella cappella a sinistra della principale. In occasione dell'ultima guerra, gli Evangelisti furono rimossi dal Duomo e poi portati nel Museo nel 1936. I marmi per le quattro figure erano pronti nel 1405, quando Niccolò Lamberti e Lorenzo di Giovanni d'Ambrogio furono mandati a Carrara a disgrossarli. Le bozze, rimaste a Pisa a causa della guerra col duca di Milano, furono riportate a Firenze solo nel 1407. Nel dicembre del 1408 i marmi furono affidati a Niccolò Lamberti, a Donatello e a Nanni di Banco, e il quarto assegnato a chi avesse condotto meglio la propria. Tale promessa non fu mantenuta perché il 29 maggio del 1410 il San Matteo fu assegnato a Bernardo Ciuffagni, scultore mediocre ma ben accetto dagli operai, probabilmente per avere l’opera in tempi brevi. Nel dicembre 1410 il Ciuffagni ricevette un pagamento di 50 fiorini, seguiti da altri nel 1412, 1413 e, finalmente nel 1415, il saldo definitivo. L’opera fu stimata 150 fiorini. Il Follini (1790, p.241) cercò di ristabilire le rispettive appartenenze, ma senza successo; infatti attribuì l’opera a Donatello. L’attribuzione giusta si deve al Bode (1884, p.347). Il San Matteo è sicuramente l’opera migliore del Ciuffagni e, nonostante molto simile al San Giovanni di Donatello, è molto più vicina alla scultura del Ghiberti, nella cui bottega il Ciuffagni aveva lavorato fino a poco prima.
Relazione iconografico religiosa
San Matteo, apostolo ed evangelista, nato Levi, fu chiamato da Gesù ad essere uno dei dodici Apostoli. La tradizione cristiana lo riconosce unanimamente quale autore del Vangelo secondo Matteo, in cui lo stesso viene chiamato anche Levi o il pubblicano. A Matteo sono anche tradizionalmente riferiti dei testi apocrifi: il Vangelo dello pseudo-Matteo, che parla dell'infanzia di Cristo, gli Atti di Matteo e il Martirio di Matteo che ne descrivono la predicazione. Infatti, anche in questa statua, vienne rappresentato con un libro in mano, come uomo intento a scrivere il Vangelo (spesso ha come emblema un angelo che lo ispira o gli guida la mano).La statua é teologicamente collegata al tema iconografico dell’intera facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la redenzione per mezzo di Maria. Infatti, l'idea che si voleva rappresentare può essere riassunta nella formula dichiarata dal Conti: "Maria Vergine, quale Madre dell'Uomo Dio é inseparabile dal Redentore nell'Antico e Nuovo Testamento e nell'Era Cristiana: talché in Lei si ispirano i Profeti, la Chiesa universale, Concilii, Papi, Papi, Dottori e Santi, le scienze, le Arti belle, le Arti utili, la Carità, gli affetti di famiglia e di patria e in particolare questa Cattedrale". San Matteo non ha attributi speciali: viene raffigurato anziano e barbuto. Spesso ha accanto una spada, simbolo del suo martirio, una lancia o un'alabarda in riferimento alla versione occidentale della sua morte, e, più raramente, una borsa in mano a ricordo della sua professione di esattore delle tasse. L'arte trattò alcuni avvenimenti della sua vita: la vocazione, il banchetto a Cristo, la morte.