Descrizione
Il dipinto con cornice quadrilobata tipo a compasso gotico, dorata a foglia d'oro. Raffigurazione del Santo per tre quarti di altezza della figura, su fondo oro.Il Santo rappresentato secondo il tradizionale lignuaggio iconografico gotico si presenta con posa statica secondo la convenzione della pittura tradizionalista del XIV sec. San Giovanni viene raffigurato avvolto in un mantello rosso con nella mano sinistra il Vangelo e la mano destra che indica se stesso. La figura è coronata da una aureola che riporta il suo nome con la scritta a rilievo realizzata con gesso e colla e successivamente dorata
Notizie storico critiche
Il dipinto, insieme ad altri, faceva parte dell'apparato decorativo di una delle due cappelle realizzate nella controfacciata della Cattedrale: quella intitolata alla Concezione. Si vuole che la sua realizzazione sia coeva a quella dei dipinti realizzati da Mariotto di Nardo come risulta dai documenti pubblicati nel 1909 da Giuseppe Poggi tesi condivia anche più recentemente dal Boskovits.Precedentemente alla demolizione delle cappelle, nelle guide di Firenze si legge:" tra la porta maggiore e le altre due si veggono due altari, che sono andati modernamente risarciti, ma che essendo molto scomodi sono andati in disuso". il segno di questo "risarcimento" collocabile fra la fine del XVII e gli inizi del XIX, era ben visibile dove si notava la smussatura di due dei quattro lobi ed un angolo, segno di una forzata ricollocazione.Tali smussature (lato inferiore destro del dipinto) sono state reintegrate in un recente restauro e sono leggibili nella differenza della doratura. Dell'apparato decorativo della cappella facevano parte anche un compasso con San Luca e un Agnus Dei dipinto da Giuliano d'Arrigo – detto il Pesello – che era posizionato al centro della volta, e all'altare un dipinto perduto di Mariotto di Nardo e l'affresco staccato della "Maddona dei Chierici", oggi su un diverso altare della Cattedrale.Nel 1842 con i lavori di rifacimento della facciata della Cattedrale le due cappelle e gli altari vennero demoliti ed il dipinto, insieme agli altri, venne collocato nella sagrestia dei canonici del Duomo dove vi rimase fino al 1995Dal 1995 il dipinto è stato esposto al Museo dell'Opera del Duomo.
Relazione iconografico religiosa
La figura del Santo viene proposta secondo un liguaggio iconografico in cui si possono sovrapporre due letture; la prima con una impostazione tradizionalista si rifà a schemi bizantineggianti in cui il soggetto assume un ruolo simbolico e viene astratto nella sua rappresentazione statica come figura da venerare, come icona del Santo, (leggibile particolarmente nella postura, nel volto e nelle mani). La seconda risentendo delle interpretazioni giottesche e gotiche inserisce una ricercata naturalezza nella descrizione del panneggio che conferisce una solidità rassicurante alla figura, Santo severo a monito del Vangelo di cui è portatore.