Descrizione
La figura senile del Santo, in piedi, è collocata nella quarta edicola a destra della Madonna in trono con il Bambino. Si presenta con un copricapo arabeggiante che ricade ai lati del volto, seminascosto da una lunga barba. Indossa una tunica, anche questa di tipo orientale, che ricade a piombo, con panneggi a cannone che ai piedi della figura si ripiegano su se stessi. Con il braccio destro che fuoriesce dall'ampia manica, il Santo stringe una lunga sega, simbolo del suo martirio, alla quale appoggia anche la mano sinistra. La figura poggia sul piedistallo rettangolare, comune a tutte le statue della Galleria degli Apostoli.
Notizie storico critiche
Per le notizie storico-critiche concernenti la Galleria degli Apostoli nel suo insieme, di cui il San Simone fa parte, si veda la relativa scheda OAI che riguarda l'intero complesso delle tredici statue che compongono la Galleria.
Rinaldo Carnielo, dopo aver frequentato la Scuola di Disegno Pratico a Padova, nel 1870 si trasferisce a Firenze, dove frequenta l'Accademia di Belle Arti, avendo per maestro Aristodemo Costoli. Nella sua variata produzione si riallaccia alle istanze realistiche promosse nella scultura toscana da Adriano Cecioni, pur non negandosi a soggetti storici di gusto romantico o a temi di genere.
Le fasi di realizzazione del gesso del San Simone sono documentate nelle carte d'archivio di Rinaldo Carnielo, di recente pubblicazione (Lucchesi 2007). In una lettera alla moglie del 23/04/1882 scrive di aver accettato la commissione del De Fabris per il gesso di una "statua ... alta più di due metri per £ 600 ... abbisogna un gran coraggio per proporre un lavoro simile a tali condizioni" (Lucchesi 2007, II, p. 369). La scelta come soggetto del San Simone Zelota viene concordata di lì a poco con il De Fabris e il 28/06/1882 Carnielo scrive: "Oggi ho fatto il bozzetto pel San Simone" (Lucchesi ibidem, p. 402). Il giorno successivo annota di non poter ancora mettere mano al modello in scala naturale in quanto non gli hanno ancora mandato la nicchia (Lucchesi ibidem, p.402). La commissione per il marmo segue di necessità lo scoprimento temporaneo della facciata, nel dicembre 1883: gli viene data il 20/07/1884 con l'impegno di concludere l'opera entro diciassette mesi, scolpendola in un blocco che sarebbe stato acquistato e trasportato nel suo studio a carico del Comitato Esecutivo. Trovandosi il nuovo studio di Carnielo in piazza Savonarola, quartiere che stava sorgendo allora e mancava di una strada di accesso, il blocco arrivò allo studio solo nel febbraio 1885. Il compenso previsto per la statua di marmo fu di lire 2.800 con un versamento in tre soluzioni (Ibidem p.454). L'opera riscosse successo fin dal suo primo apparire ed è ricordata con ammirazione anche nei necrologi per la scomparsa di Carnielo nel 1910. In effetti l'ombrosa figura del Santo riesce di notevole potenza, per la fisionomia caratterizzata, la coinvolgente osservazione della natura e le suggestioni esotiche (Sisi 1995, p. 99).
Per la facciata, insieme al San Simone, Carnielo aveva ricevuto l'incarico per la statua di Sant'Elena Imperatrice, che doveva coronare la facciata se fosse stata tricuspidata; in effetti il gesso fu posto sulla cuspide di prova nel 1883 ma, visto che la scelta fu poi per la facciata basilicale, la Sant'Elena non fu eseguita in marmo e rimase all'Opera del Duomo. Ha trovato invece posto sulla facciata un terzo lavoro del Carnielo, il medaglione con il Beato Angelico.
Una bella antologia dell'attività di Carnielo è visibile nella omonima Galleria, di proprietà comunale, ospitata in quello che fu il suo studio, in piazza Savonarola a Firenze.
Relazione iconografico religiosa
Per la relazione iconografico-religiosa della Galleria degli Apostoli nel suo insieme, si veda la relativa scheda OAI.
San Simone è noto nella tradizione religiosa come Cananeo o Zelota. Se la prima versione è in dipendenza da una possibile provenienza dell'apostolo da Cana di Galilea, l'interpretazione di Zelota rimane dubbiosa ed è da alcuni intesa come appartenenza del Santo al movimento degli Zeloti, oppositori del dominio romano nel I secolo d.C. La figura di questo apostolo rimane nei testi evangelici abbastanza in ombra, e incerta è anche la modalità della sua morte, tradizionalmente riferita al martirio subito nell'essere fatto a pezzi con una sega. Questo attributo è di frequente, anche se non sempre, presente nelle raffigurazioni del Santo, e nella versione datane da Carnielo acquista grande evidenza.