Descrizione
La scultura di intenso verismo raffigura un uomo molto anziano seduto con la mano sinistra sul petto e la mano destra ornata da un grande anello sull’anulare, in atto di benedire.
Il volto è stanco e le labbra sottilissime, quasi invisibili, come quelle degli anziani che hanno perso tutti i denti.
La tiara, la veste e il mando sono molto decorati e lavorati; i piedi spuntano da sotto le sottane.
Notizie storico critiche
Sappiamo da una lettera (AOSMF XIII I.69 aprile 1882) che l’incarico ufficiale per le statue dei quattro pilastri era dell’aprile del 1882 e che dovevano essere alte due metri e consegnate entro il febbraio 1883.
Per Eugenio IV venne scelto lo scultore Vincenzo Consani, per il Cardinale Valeriani Salvino Salvini, per il Vescovo Tinacci Ulisse Cambi; per il Sant’Antonino fu dato l’incarico a Sarrocchi che rinunciò quando dovette sostituire il maestro Giovanni Duprè nell’esecuzione della Vergine col Bambino.
Per Gli angeli dei sacramenti fu scelto Giovanni Magi; vi è un leggero scarto tra quanto immaginato dal Conti e quello che effettivamente è stato realizzato.
Infatti era stato ipotizzato che: sotto il Cardinale Salvini sarebbe stato l’angelo del Battesimo e Cresima, sotto il Vescovo Tinacci l’angelo della Penitenza e dell’Eucarestia, sotto Papa Eugenio IV l’angelo dell’Ordine sacro e dell’Estrema Unzione e sotto Sant’Antonino l’angelo del Matrimonio.
Per cause ad oggi sconosciute gli ordini furono invertiti e adesso troviamo: sotto il Cardinale Salvini l’angelo del Matrimonio, sotto il Vescovo Tinacci l’angelo dell’Ordine Sacro ed Estrema Unzione, sotto Papa Eugenio IV l’angelo della Penitenza ed Eucarestia e sotto l’Arcivescovo Sant’Antonino l’angelo del Battesimo e della Cresima.
Il Sant’Antonino fu scelto da Sarrocchi che dovette però rinunciare alla sua esecuzione per dedicarsi alla Vergine col Bambino, in sostituzione del Maestro Giovanni Duprè che era venuto a mancare.
Così venne dato a Bortone il quale si dedicò al modello in gesso e poi affidò la traduzione in marmo a Ferdinando Pucci che venne aiutato da Giovacchino Felli per la parte ornamentale e Pirro Bettini per la finitura. (AOSMF XIII I. 69 lettera del 15 maggio 1884, Lettera di Bortone a Del Moro, fascicolo Conti pendenti degli scultori, pittori e altri artisti 1883-1903)
La scultura tocca alti vertici di verismo, con resa quasi mimetica e pittorica della stoffa riccamente lavorata e il volto scavato da maschera mortuaria.
Relazione iconografico religiosa
Sant’Antonino Pierozzi, fu arcivescovo di Firenze ed è ancora venerato tra i fiorentini per la sua la carità verso i poveri e l’amore per la sua Repubblica.
Benedisse nel 1444 il termine dei lavori della lanterna concludendo idealmente la fabbrica del Duomo, al quale mancava ancora però la facciata.
Molte sono le opere d'arte sul territorio fiorentino che ritraggono il santo e le sue azioni; un esempio iconografico al quale il Bortone si potrebbe essere ispirato è tutt'ora presente poco lontano dalla Cattedrale, nell'Oratorio dei Buononimi di san Martino, un mezzo busto ligneo sopra l'altare, oltre a quello che sembra essere il modello diretto, il Sant'Antonino benedicente del Poppi, all'interno della Cattedrale della fine del XVI sec.