Descrizione
La croce è in oro sbalzato e fuso, con incastonate gemme, smalti policromi e cristalli. Il reliquiario poggia su un podio quadrangolare con angoli tagliati, modanato a gradino, i cui spigoli, nella parte superiore, sono costituiti da volute fitomorfe a ricciolo che si ricongiungono intorno a un parallelepipedo centrale. Al di sopra è la croce, latina, il cui corpo si apre in molteplici teche mistilinee, quattro nel braccio maggiore, una in ciascuno dei minori e altrettante nei terminali polilobati. La maggiore è al centro, entro una cornice circolare. Il perimetro della croce, e le sue parti interne sono contornate da una cornice dorata riccamente cesellata, decorata con finissime smaltature policrome a motivi geometrici e da molteplici gemme, incastonate sia all'interno che a estroflettersi dalla sagoma nelle sezioni rettilinee e nei poliboli a volutine.
Notizie storico critiche
Tra le reliquie acquistate nel 1454 da Marco Christialselim, era un frammento della Croce, conservato dentro una stauroteca in argento e cristalli. Nel 1615 Cosimo II e la consorte commisero una nuova sturoteca, a causa delle cattive condizioni di conservazione della precedente. In tal occasione il Minerbetti propose di includervi altre reliquie: una crocetta d'oro contenente alcune reliquie della Passione, quindi una croce fatta del legno della vera Croce; parti del pane dell'Ultima cena; un frammento della corona di spine di Cristo, uno delle sua veste, uno della canna e un chiodo della Crocifissione. Parte di queste venivano dalla donazione di Chestialselim, parte da quella dell'abate Chiaromonte. Cosimo Merlini fu l'orefice che completò il lavoro tra il 1618 e il 1620. Nel 1628 furono restaurate già alcune gemme che si erano spiccate nell'uso frequente del reliquairio. Tra il 1646 e il 1655 fu costruito un postergale e altre parti di un apparato per l'esposizione di queste reliquie, cui si aggiunse una base in fogliame dorato commissionata al Guidi, che aveva già effettuato su quest'opera un piccolo restauro nel 1647. Un terzo intervento fu eseguito dall'Holzmann nel 1698 e un quarto nel 1699. Nel 1700, tolte le reliquie, la croce fu affidata al medesimo argentiere per un restauro complessivo, che terminò col rifacimento completo del piede, con le quattro volute attualmente visibili. Altri piccoli restauri avvennero nel 1744, alla base, e nel 1786, su un castone.
Relazione iconografico religiosa
Il reliquiario non risponde formalmente ad un programma iconografico definito. In generale, si può affermare che, nella sua forma a croce latina, esso si richiami alla tradizione litugica delle stauroteche, visto il contenuto delle sue reliquie, tutte legate alla Passione di Cristo, e della maggiore, al centro appunto, del legno della Croce.