Descrizione
Dentro la cuspide del portale maggiore un grande bassorilievo in marmo raffigura la Vergine in mandorla, assisa, con le braccia aperte, circondata da undici angeli, sovrastante l’altare dell’Agnello mistico.
Alla sua sinistra in basso sei personaggi maschili in atto di adorarla tranne uno, Cristoforo Colombo che guarda pensieroso un piccolo globo, alla sua destra altri sei personaggi tra cui una Santa. In alto, al vertice, unica scultura bronzea di tutta la decorazione, una colomba con un ramoscello d’ulivo nel becco.
Notizie storico critiche
Per la costruzione dell'intera facciata e per la sua decorazione fu fondata un'associazione, l'Associazione fiorentina per erigere la facciata del Duomo che istituì una raccolta fondi che promise a chi avesse donato più di 10.000 fiorini o a chi si fosse impegnato a "promuovere e nel favorire con ogni altro mezzo il grandioso lavoro" (AOSMF, XIII/1/69, Statue mosaici e stemmi) un posto d'onore nella porta centrale per il proprio stemma.
Importante ricordare come tutti gli artisti che lavorarono alla facciata si accontentarono di compensi molto bassi, a causa degli scarsi fondi di cui disponeva il Comitato per la Facciata. Ma l’onore di poter esibire una propria opera sulla facciata del Duomo di Firenze fu tale che molti autori chiesero un compenso che copriva spesso solo le spese del materiale.
La decorazione della facciata, in un forsennato tour de force fu conclusa nel 1887, termine ante quem di tutte le sculture, e fu svelata al pubblico il 12 maggio dello stesso anno, mentre per la porta bronzea bisognerà attendere il 1903.
Sempre da un documento d’archivio sappiamo che l'incarico ufficiale per il grande bassorilievo con la Madonna in gloria (appellata sin da subito "Madonna come Foedris Arca") fu dato al Passaglia nel 1884 (AOSMF I.69, 20/01/1884) anche se già ci lavorava da due anni (AOSMF I.69, 13/10/1882). Doveva completare il bassorilievo entro la fine del 1886, non è dato sapere se rispettò i tempi quindi come termine ante quem terremo il 1887, anno in cui venne scoperta la facciata.
Dagli stessi documenti si ricava che oltre al grande bassorilievo (pagato 35.000 lire) al Passaglia erano stati affidati anche i due triangoli con i Leviti con le trombe (per un compenso di 6.000 lire, che poi furono affidati a Giovannetti) e le mezze figure nei medaglioni.
Passaglia si risolse ad un nobile purismo d’ispirazione quattro-cinquecentesca, particolarmente apprezzabile nelle garbate immagini degli angioletti che fanno corona alla Madonna, non senza espliciti rimandi alla Madonna della Porta della Mandorla sul fianco della Cattedrale.
Relazione iconografico religiosa
L’Assunta nella mandorla assume, secondo la Swank, un’iconografia più affine a Maria aiuto dei cristiani.
Nel saggio Il programma decorativo della facciata e l’iconografia mariana nell’Ottocento, in "Alla riscoperta di Piazza del Duomo in Firenze”, 1996, la studiosa analizza le iconografie precedenti evidenziando come solitamente per le scene dell’Assunzione per la Madonna si scelgano rappresentazioni con occhi chiusi e mani giunte in preghiera mentre qui ha le braccia aperte che simboleggiano l’arca di Noè sotto la cui protezione tutti trovano aiuto e conforto.
Maria vera Arca della Nuova Alleanza, Foedris Arca, la “Donna vestita di sole” (Ap 12, 1) che salverà l’umanità.
Il Conti, nel suo programma iconografico ebbe ben presente Le glorie di Maria di sant’Alfonso Liguori secondo il quale Maria rappresenta il potere spirituale della Chiesa e l’agnello ai suoi piedi il sacrificio che rende possibile le redenzione.
I personaggi che le stanno attorno sono stati tutti toccati dalla sua grazia: i gonfalonieri della Repubblica fiorentina, che alla fine del XIII sec. avevano voluto la ricostruzione della Cattedrale, Pio V che prima della battaglia di Lepanto (1571) aveva invocato la Madonna come Auxilium Cristianorum, Santa Caterina da Siena che si era battuta per liberare il papato dalla cattività avignonese, Papa Callisto II che aveva lottato contro gli infedeli, infine Colombo e Padre Perez che al Cristianesimo avevano aperto il Nuovo Mondo.
Oltre al precedente iconografico della quattrocentesca Porta della Mandorla, importante fu anche il confronto con il bassorilievo del Trionfo della Croce di Giovanni Duprè in Santa Croce di poco precedente (1861).