Descrizione
Il ciclo delle formelle del Campanile di Giotto è creato da due ordini di rilievi, ventotto rilievi di forma esagonale e ventotto rilievi di forma romboidale; i primi sono in marmo ed i secondo in marmo e ceramica azzurra. Sulla facciata ovest del Campanile di Giotto erano collocati i rilievi con le raffigurazioni dei pianeti: Saturno, Giove, Marte, il Sole, Venere, Mercurio, la Luna e le formelle esagonali con episodi e personaggi tratti dalla Genesi: la Creazione di Adamo, la Creazione di Eva, il lavoro dei Progenitori, Iabal, Iubal, Tubalcain e l'Ebrezza di Noè; sul lato sud del Campanile si trovavano sette rilievi con le Virtù ed i rilievi esagonali con le prime raffigurazioni delle attività umane dall'Astronomia alla Meccanica che poi proseguivano nell'ordine inferiore della facciata est con i rilievi raffiguranti la Navigazione fino alla formella dell'Architettura, su questa facciata si trovavano anche le losanghe con le raffigurazioni delle Arti Liberali: dall'Astronima all'Aritmetica. Sulla facciata nord infine erano collocate le sette losanghe con le raffigurazioni dei Sacramenti: dal Battesimo all'Estrema Unzione.
Notizie storico critiche
Il ciclo di formelle di forma esagonale e romboidale creato per decorare il Campanile di Giotto è stato oggetto di studio da parte di vari critici, in passato questi rilievi furono attribuiti erroneamente a Giotto che si occupò del progetto del Campanile, ma che in realtà si limitò alla sola ideazione della decorazione plastica poi realizzata da Andrea Pisano ed aiuti (Becherucci, 1965). Andrea Pisano iniziò a lavorare ai rilievi dopo aver già eseguito le porte bronzee del Battistero e diresse i lavori del Campanile fino agli anni Quaranta quando fu sostituito da Francesco Talenti. La realizzazione dei rilievi si dovrebbe suddividere in due fasi, una prima fase che si concluse nel 1343 e che interessò i rilievi della facciata ovest (rilievi della Genesi e "Tubalcain"); la seconda fase dei lavori dovrebbe andare dal 1348 al 1350 quando Andrea Pisano realizzò gli esagoni che raffigurano la Venatio sino alle tre Arti, lasciando l'esecuzione dei rilievi dell'ordine superiore agli aiuti. Secondo fonti antiche come il Ghiberti, le formelle raffiguranti i sette pianeti, in passato attribuite ad Andrea Pisano sono opera di artefici locali il cui stile va evolvendosi dai modi di Andrea Pisano a quelli dell'Orcagna. Secondo la Becherucci i Pianeti furono realizzati sotto la direzione di Andrea Pisano, prima del suo allontanamento da Firenze nel 1343 ed ipotizza una partecipazione al lavoro da parte di Nino Pisano (1985, p. 238). Nel rilievo con la "Luna" la studiosa nota una mano diversa, che si ritrova anche nella "Fede"; con il rilievo della "Luna" potrebbe quindi essere iniziata l'opera degli aiuti a tradurre i disegni del maestro fino al suo probabile ritorno nel 1348. Nel 1351 vennero realizzate le losanghe con i Sacramenti dallo scultore Alberto Arnoldi create per decorare la facciata nord del Campanile di Giotto. La Becherucci, per prima, attribuì i "Sacramenti" ad Alberto Arnoldi, datandoli intorno al 1351, anno in cui l'artista collaborava col Talenti al lavoro per le parti architettoniche del campanile. Tale attribuzione è stata genericamente accolta anche dalla critica successiva. Nel 1431 vennero commissionati cinque rilievi esagonali a Luca della Robbia per integrare la serie delle formelle non portata a compimento da Andrea Pisano. Questi rilievi segnano un momento importante nell’opera dell’artista in cui egli esprime la sua posizione di “aggiornatore della gloriosa tradizione del gotico toscano”; nella loro realizzazione Luca della Robbia dovette tenere presente la necessità di armonizzare le sue composizioni con quelle preesistenti di Andrea Pisano, creando scene di grande semplicità e sobrietà. Dal 1964 al 1970 le formelle del Campanile furono sostituite con calchi in marmo artificiale (cemento bianco e polvere di marmo), uno speciale materiale plastico di fabbricazione tedesca che ne garantiva una riproduzione fedele, gli originali furono spostati all’interno del Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
Relazione iconografico religiosa
Il programma iconografico che sta alla base della decorazione scultorea del Campanile di Giotto fu ispirato secondo lo Schlosser dall'Etymologiae di Isidoro di Siviglia, Li livres du tresor di Brunetto Latini e lo Speculum di Vincenzo Beauvais, le formelle esagonali illustrano le attività umane divise dalla Scolastica in Artes Mechanicae, Artes Liberales e Arti della Virtus, nell'ordine superiore sono raffigurate le arti del Trivio e del Quadrivio tramite le quali l'uomo è nuovamente degno della redenzione alla quale poi alludono le statue superiori con i Re, Profeti, Sibille e Patriarchi (Schlosser, 1896). Secondo Timothy Verdon l'ispiratore del ciclo fu uno scrittore fiorentino Fra Remigio de' Girolami, domenicano di Santa Maria Novella, che la tradizione ritiene maestro di Dante e che fu allievo di Tommaso d'Aquino; il testo utile per capire il programma iconografico della decorazione scultorea del Campanile è il suo Contra falsos ecclesie professores dove Fra Remigio esprime la teoria che la Chiesa Cattolica "conosce" tutte le discipline del sapere umano e ne mette in risalto la loro funzione rivelatrice della perfezione di Cristo (Verdon, 1994). La decorazione scultorea del Campanile risponde ad un programma iconografico legato ai programmi iconografici con cui erano state progettate e realizzate le opere degli altri monumenti della Piazza del Duomo: i mosaici del Battistero conclusi nel XIII secolo che esprimevano una prima catechesi che mirava ad introdurre il fedele a tutta la lunga storia della salvezza; seguito dal programma iconografico pensato per la facciata del Duomo che parlava della vita di Maria mediatrice della Redenzione. Il programma iconografico del Campanile è il più difficile da comprendere, i primi sette rilievi di forma esagonale rappresentano prima l'operosità di Dio che crea Adamo e poi Eva e poi l'opera degli uomini che lavorano la terra, seguiti dalle formelle che raccontano la nascita delle attività umane partendo dai primi lavori primordiali secondo la Genesi, raffigurandone i loro fondatori biblici: Jabal, Jubal, Tubalcain fino a Noè. A queste formelle seguono le losanghe con i pianeti, perchè secondo la mentalità medievale i lavori dell'uomo subiscono l'influsso degli astri e dei pianeti ed infine seguono le immagini delle Virtù che insegnano all'uomo a trasformare la realtà. Il Ghiberti per primo identificò i soggetti del secondo ordine dei rilievi di forma romboidale della facciata ovest del Campanile di Giotto come i sette pianeti, ma fu Von Schlosser a darne un precisa interpretazione in base ai testi letterari e alle figurazioni del tempo, secondo lo studioso queste raffigurazioni dei "Pianeti" rappresenterebbero le forze elementari, che con le forze morali rappresentate dalle immagini delle Virtù raffigurate sulla facciata sud e le forze spirituali rappresentate dalle Arti liberali collocate sulla facciata est, guiderebbero il lavoro dell' uomo oltre la pura necessità, verso le mete più alte affinché diventi degno della Redenzione (Schlosser, 1896). Secondo Verdon le raffigurazioni dei pianeti non facevano parte del programma iconografico della decorazione scultorea del Campanile che doveva comprendere inizialmente solo le formelle di forma esagonale, ma alla morte di Giotto fu deciso di arricchire tale apparato decorativo, furono scelti dei soggetti complementari alle immagini già esistenti e si pensò ai pianeti che influiscono sulle attività dell’uomo non togliendogli però il libero arbitrio. L’organizzazione dei pianeti sulla facciata del Campanile corrisponde al sistema tolemaico: il primo pianeta è infatti Saturno e poi Giove, Marte, il Sole, Venere, Mercurio e la Luna (Verdon 1994). Non c’è una corrispondenza stretta tra il pianeta e la raffigurazione del lavoro nel registro inferiore. Il senso di lettura degli esagoni va da sinistra verso destra mentre i pianeti sono ordinati da destra verso sinistra, probabilmente tale disposizione è subordinata alla topografia della città, a destra del Campanile infatti sorgono il Palazzo della Signoria e la Chiesa di Orsanmichele (il centro politico ed economico della città) mentre a sinistra c’è la Cattedrale; per questa ragione la Luna il pianeta più vicino alla terra guarda verso destra mentre Saturno il più vicino all’Empireo è il più vicino alla Cattedrale (Carlotti, 2008). I rilievi di forma romboidale della facciata sud del campanile raffigurano le Virtù prima quelle Teologali: Fede, Carità e Speranza, e poi le Virtù Cardinali: Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza tali immagini vengono inserite nella complessa decorazione scultorea del Campanile in relazione alle formelle esagonali. Verdon ricorda le parole di San Tommaso d’Aquino nella Summa Theologiae : “poiché la sostanza di Dio è la sua azione, la somma assimilazione dell’essere umano a Dio avviene secondo l’operazione… il fine della vita umana consiste in un operazione”, San Tommaso vuole dire che la virtù è ordinata all’agire ed insegna all’uomo come affrontare la realtà, questa visione spiegherebbe la scelta di collocare le Virtù sopra le arti evolute (Verdon, 1994). Come ricorda Paolucci l'incivilimento umano che nasce dal lavoro, si perfeziona nelle arti, nelle tecniche, nelle scienze umane ed è condizionato dai Pianeti, ma è corretto dalle Virtù, ben poco sarebbe senza la Grazia che rende l'uomo simile a Dio e partecipe della beatitudine eterna (Paolucci, 1993). Sul lato nord del Campanile si trovano le losanghe con la raffigurazione dei Sacramenti il Von Scholosser, per primo, diede una precisa interpretazione dei rilievi identificandoli come i Sacramenti. Verdon spiega il senso di tali immagini e cioè come i Sacramenti rappresentino il culmine della visione "cattolica" universale in cui viene offerta "la totalità delle conoscenze", nella consapevolezza che il principio di ogni verità e di ogni forma di esistenza è Dio stesso come ricorda Fra Remigio. La Chiesa dà il senso, lo scopo, la finalità profonda a tutte le cose, quindi in ogni realtà materiale trasformata dall’uomo la Chiesa ci indirizza su come divenire partecipi di “Colui che si realizza in tutte le cose” (Verdon, 1994). Come sottolinea la Carlotti la raffigurazione dei Sacramenti non è di carattere simbolico, allegorico, ma i gesti sacramentali sono raccontati nel loro accadere, i rilievi raffigurano i Sacramenti dal Battesimo all’Estrema Unzione, tramite i Sacramenti la realtà costituisce un puro tramite a Dio, in quanto in essi è contenuto ciò che la realtà stessa promette (Carlotti, 2008).