Descrizione
Si tratta del frammento d'una formella in marmo bianco con inserti di marmo serpentino o verde di Prato. Nella parte superiore si scorge la cornice esterna, costituita da una fascetta decorata con un motivo vegetale, che si raccorda ad una cornice interna di forma romboidale lavorata allo stesso modo. Al centro di questo spazio campeggia un'altra cornice (di forma circolare e decorata in maniera simile, ma con un diverso motivo vegetale), che circonda una rosetta centrale composta da cinque petali, la quale emerge con uno stacco efficace mediante un giro di piccoli triangoli in marmo verde. Dello stesso materiale è anche l'inserto a forma di foglia di quercia che orna lo spicchio tra la cornice circolare e quella romboidale, e gli angoli di risulta tra la cornice romboidale e quella esterna.
Notizie storico critiche
Il frammento fu rinvenuto durante i lavori di restauro del Battistero e i conseguenti scavi nella piazza circostante, condotti tra gli ultimi anni dell'Ottocento e i primi del Novecento: nell'occasione emersero numerosi reperti analoghi (formelle singole o binate) che vennero quasi subito riconosciuti come provenienti dall'antico fonte battesimale, il quale - prima della demolizione voluta nel 1576 dal granduca Francesco de' Medici ed operata da Bernardo Buonalenti - si trovava al centro dell'edificio ottagonale.
Il Poggi (1910) ravvisò per primo le somiglianze stilistiche di questo e del frammento analogo (cfr. OA 09/00188422) con la recinzione del presbiterio della chiesa fiorentina di San Miniato al Monte, con il pulpito già in San Pier Scheraggio ed oggi in San Leonardo ad Arcetri e con altri manufatti del XIII secolo. Questa opinione, benché non condivisa da alcuni studiosi (ad esempio Toesca 1927), appare oggi la più condivisibile (Garzeii 1969; Becherucci, in Becherucci-Brunetti 1969), e si può cautamente ipotizzare (Neri Lusanna 1994) che il frammento in esame componesse, assieme ad altri, una lastra di pluteo che originariamente collegava la zona presbiteriale al fonte battesimale vero e proprio, come appare da un disegno del Buontalenti (GDSU, n. 2483 A, recto).