Descrizione
Il santo è ritratto in piedi, con la mano destra, a cui manca qualche falange, alzata in atto benedicente e con la sinistra chiusa a pugno intorno al pastorale.
Il piviale decorato sobriamente ricade sopra una tunica che a sua volta svela i lembi di una sottotunica; il capo è coperto da una bassa mitria e il volto barbuto è molto scavato, lo sguardo rivolto verso il basso.
Notizie storico critiche
Per la costruzione dell'intera facciata e per la sua decorazione fu fondata un'associazione, l'Associazione fiorentina per erigere la facciata del Duomo che istituì una raccolta fondi che promise a chi avesse donato più di 10.000 fiorini o a chi si fosse impegnato a "promuovere e nel favorire con ogni altro mezzo il grandioso lavoro" (AOSMF, XIII/1/69, Statue mosaici e stemmi) un posto d'onore nella porta centrale per il proprio stemma.
Importante ricordare come tutti gli artisti che lavorarono alla facciata si accontentarono di compensi molto bassi, a causa degli scarsi fondi di cui disponeva il Comitato per la Facciata. Ma l’onore di poter esibire una propria opera sulla facciata del Duomo di Firenze fu tale che molti autori chiesero un compenso che copriva spesso solo le spese del materiale.
La decorazione della facciata, in un forsennato tour de force fu conclusa nel 1887, termine ante quem di tutte le sculture, e fu svelata al pubblico il 12 maggio dello stesso anno, mentre per la porta bronzea bisognerà attendere il 1903.
Giovanni Duprè (1817-1882) fu il primo ad essere coinvolto nell’impresa della decorazione della facciata perché considerato dal Conti e da De Fabris l’artista moderno per eccellenza e opere di sua mano, poste in posizione rilevante, avrebbero dato lustro all’intera Cattedrale.
L’anziano scultore accettò di scolpire il San Zanobi e la Vergine col Bambino al centro della Galleria degli Apostoli ma la morte lo colse improvvisamente il 10 gennaio del 1882 quando aveva appena finito la statua in marmo del santo e neanche iniziato la Madonna col Bambino. Per quest’opera fu chiamato a sostituirlo il Sarrocchi suo allievo prediletto e per la trasposizione in marmo del gesso del San Zanobi si offrì la figlia Amalia.
Il Duprè cercò in quest’opera di unire in una sintesi creativa il classicismo accademico con il naturalismo disegnativo, con un occhio all’arte francese di quegli anni che “[…] a contenuti di forte elevazione spirituale, accompagnava la coltivata bellezza della forma”. (Sisi, 1996, p. 87)
Relazione iconografico religiosa
San Zanobi, Vescovo di Firenze visse a cavallo tra IV e V sec.; morì verso il 417 e sepolto prima in S. Lorenzo che forse aveva fatto costruire lui stesso, i suoi resti furono traslati nel sec. IX in Santa Reparata (oggi Santa Maria in Fiore), le reliquie sono custodite nell'Arca di san Zanobi scolpita da Lorenzo Ghiberti. Molto caro ai fiorentini san Zanobi è con santa Reparata e san Giovanni Battista compatrono di Firenze.
Solitamente rappresentato, oltre che con le insegne e gli abiti vescovili, con un giglio, Duprè decise di omettere il simbolo fiorentino vista l’iscrizione ai piedi piedi del santo e la posizione accanto a santa Reparata che lo rendeva di inequivocabile identificazione; comunque l'artista ripropose i canoni iconografici classici: la barba lunga e inanellata, il pastorale finemente ricamato e il piviale vescovile.
La figura del santo è stata riprodotta da molti artisti nel passare dei secoli, tra le opere più importanti ricordiamo a titolo esemplificativo: la lunetta in terracotta invetriata di Andrea della Robbia della fine del XV sec., la figura del santo nella vetrata della Cattedrale dello stesso periodo, il mosaico di Monte di Giovanni di poco successivo.