Descrizione
La scultura rappresenta una testa di leone, dal naso largo e risaltato, con la bocca semiaperta a mostrare i denti, e le cavità oculari vuote; la criniera che circonda il muso è schematizzata in ciocche larghe ed ondulate.
Notizie storico critiche
L'opera, insieme ad un'analoga protome leonina conservata anch'essa nel Museo dell'Opera del Duomo (09/00289418) e ad altre due custodite nel Museo di San Marco, era destinata a decorare il fregio del ballatoio esterno del tamburo della cupola brunelleschiana di Santa Maria del Fiore, secondo il progetto approntato nel 1507 da Simone del Pollaiolo, detto il Cronaca, assieme a Giuliano da Sangallo e Baccio d'Agnolo.
Al 22 gennaio 1508 è documentato un pagamento da parte dell'Opera a Baccio «per gesso e manifattura d'una testa di leone fatta di getto pel modello del fregio si fa al ballatoio della chupola» (Marchini 1977): l'artista aveva insomma fornito un modello per le sculture che si sarebbero dovute eseguire di lì a poco. Tuttavia – a causa della morte del Cronaca nel 1508 e della defezione del Sangallo – il progetto si arenò sino al 1513: in quell'anno, Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, venne eletto al soglio pontificio e dette nuovo impulso all'impresa.
L'architettura della prima porzione del ballatoio venne così scoperta al pubblico il 24 giugno 1515 (festa di san Giovanni Battista, patrono di Firenze) ma non incontrò il favore previsto e, in particolare, subì aspre critiche da Michelangelo che la definì "una gabbia da grilli". L'erezione del ballatoio non venne proseguita e questa e le altre protomi leonine non furono nemmeno poste in opera, rimanendo nei locali dell'Opera del duomo (Cecchi 1996) Si tratta comunque di una scultura dall'intenso plasticismo, con formalizzazioni che richiamano l'arte ellenistica e del periodo tardo-antico.
Relazione iconografico religiosa
Il motivo decorativo delle protomi leonine, già presente in epoca greco-romana e soprattutto nell'arte romanica e gotica di tutta Europa, rivestiva un particolare significato a Firenze nel 1507-1508, quando venne ideato da Baccio d'Agnolo: si era infatti negli anni della Repubblica, a seguito della cacciata dei Medici avvenuta nel 1494, e la testa di leone richiamava apertamente il medioevale Marzocco, simbolo della libertà del Comune di Firenze.
Ma nel 1513, quando si riprese la decorazione del ballatoio e si decise di mantenere il motivo delle protomi, il leone aveva cambiato radicalmente il suo significato. Nel frattempo, infatti, Giovanni de' Medici, figlio del Magnifico, era divenuto papa ed aveva assunto il nome di Leone X; l'antico simbolo repubblicano, dunque, adesso intendeva celebrare il ritorno della casata medicea (rientrata a Firenze appunto nel '13) e la dignità papale raggiunta da uno dei suoi rampolli.