Descrizione
Vetrata circolare composta da ventotto pannelli raffigurante al centro la Vergine sostenuta da due serafini avvolti nelle ali e posti in posizione frontale, mentre intorno volano quattro angeli e altri sei danzano e suonano una musica celestiale. Alla sommità della scena è raffigurato Cristo, pronto ad incoronare Maria, circondato da due angeli.
La cornice esterna che racchiude la finestra istoriata ha forma di ghirlanda e alterna una sequenza di quattrodici figure , dodici apostoli e due profeti, inseriti entro quadrilobi composti da elementi floreali stilizzati e modulari.
Notizie storico critiche
L’occhio centrale fu il primo dei tre tondi di facciata ad essere eseguito. Già nel 1396, gli operai cercavano un buon maestro vetraio che lo lavorasse. Il 24 ottobre 1404 il capomastro Giovanni d’Ambrogio veniva incaricato di sorvegliare che la vetrata si continuasse come era stata cominciata e nel novembre se ne fissava il diametro. Il 10 dicembre del medesimo anno è documentato uno stanziamento di 20 fiorini al maestro vetraio Niccolò di Piero “pictori” per un disegno di tale vetrata. In altri stanziamenti fatti al vetraio Niccolò di Piero Tedesco vengono nominati anche Francesco di Giovanni detto il Lastra ed Angiolo di Lippo che probabilmente collaborarono con lui nell’esecuzione della vetrata. L’opera doveva essere compiuta e messa a posto nel giugno 1405 essendo documentati in tale periodo dei pagamenti per l’armatura di ferro. Il disegno definitivo fu dato da Lorenzo Ghiberti, come egli stesso dichiara nei suoi Commentari “Disegnai sulla facciata di Santa Maria del Fiore, nell’occhio di mezzo, l’Assunzione di Nostra Donna e disegnai gli altri (che) sono dallato” ; quindi il pagamento a Niccolò di Piero “pittore” riguarda evidentemente la fornitura di un cartone non utilizzato dell’Opera. Va tenuto presente che l’Assunta, secondo un progetto poi non realizzato, avrebbe dovuto risultare l’ultima scena di un ciclo di nove storie dedicate alla Vergine, che dovevano svolgersi negli occhi della navata maggiore. Numerose e diverse le opinioni degli studiosi che si sono occupati di questa vetrata. Il Poggi, nel 1909, curò la pubblicazione completa dei documenti ad essa relativi e per primo avanzò l’ipotesi che il Niccolò di Piero “pittore” citato nel doc. 517 fosse da identificarsi con Niccolò Gerini il cui disegno, pur ricompensato, non era piaciuto all’Opera che dette l’incarico di rifarlo al Ghiberti. Per il Toesca la figura della Madonna mostra una certa durezza che potrebbe far pensare alla collaborazione del Ghiberti con un altro artista non meglio precisato. L’opinione del Poggi è condivisa dal Crispolti e dal Planiscing, mentre la Van Straelen ritiene che il Niccolò di Piero Tedesco sia definito qui “pittore” per sottolineare il fatto che venne pagato non per l’esecuzione, ma per il progetto della finestra, poi tralasciato in favore del cartone ghibertiano. Inaccettabile l’ipotesi del Goldschneider che ritiene più tardi i tre occhi della facciata. Krantheimer, parlando delle influenze senesi e francesi sullo stile del Ghiberti pensa che egli abbia avuto come modello della vetrata l’Assunta di Bartolo di Fredi, dipinto nel 1388 per l’Altare di Montalcino. Il Salmi accenna ad un influsso stilistico di Mariotto di Nardo (soprattutto nei volti degli angeli per la loro fissità espressiva) nonché di Niccolò Gerini e di Lorenzo Monaco, che si rivelava, a detta dello studioso, nei ricchi drappeggi delle figure e negli angeli sottili, snelli e agili. I legami con Mariotto di Nardo (in diversi progetti della bordura) e con Lorenzo Monaco ( per l’impronta drammatica e visionaria) sono confermati anche dal Marchini che ricorda inoltre come il motivo delle stelle trapunte nel manto della Vergine sia ripreso dal Nardo di Cione. Secondo Boskovitz l’occhio dell’ Assunta è talmente vicino allo stile di Mariotto da far supporre che sia stato frutto di un lavoro comune tra l’anziano maestro e il giovane Ghiberti.
Relazione iconografico religiosa
La scena raffigura sia l'episodio dell'Incoronazione che quello dell'Assunzione. I due importanti eventi dogmatici, al di là del loro significato religioso, diventano una simbolica enunciazione della dedica della cattedrale al culto e alla devozione mariana. Attraverso l’immagine dell’Assunzione della Vergine, Madre di Cristo, che sale al cielo accolta dal Figlio, è tracciato un percorso di fede che si conclude con gli episodi salienti della vita di Cristo illustrati nelle finestre del tamburo della cupola. La finalità espositiva, accuratamente ideata e perseguita, dà origine a una linea di continuità narrativa che percorre la navata centrale, in una sorta di racconto circolare che, in senso inverso, ha inizio con le vicende della vita di Gesù e si collega a ritroso agli episodi terreni e divini della Madre da cui è stato generato in terra che, come ultimo evento, ascende al Cielo.
Si tratta del rapimento in cielo della Madonna in anima e corpo tre giorni dopo la morte. Il termine stesso (dal latino adsumere) indica che ella fu portata in cielo - ad esempio dagli angeli - contrariamente a Gesù che vi salì egli stesso. Celebrata per molti secoli come festa della Chiesa, l'Assunzione venne proclamata articolo di fede da Pio XII nel 1950. Tale credenza non trova basi nella Sacra Scrittura, ma soltanto negli scritti apocrifi dei secoli III e IV e nella tradizione della Chiesa cattolica.
L'Assunzione si impose per la prima volta come tema iconografico nella scultura gotica del XIII secolo, soprattutto nei portali delle chiese dedicate alla Vergine.; in seguito mantenne una notevole importanza come tema devozionale. Nella pittura rinascimentale e di epoca posteriore l'immagine ha una tipica strutturazione in tre parti sovrapposte. La Vergine è raffigurata nella parte superiore, in piedi oppure in trono, mentre viene trasportata in cielo da cori di angeli, spesso angeli musicanti. Ha le mani giunte in preghiera oppure, soprattutto nell'arte della Controriforma, tiene le braccia aperte mentre lo sguardo è rapito in cielo. A volte è iscritta in una mandorla che può essere formata da angeli.
Ulteriori episodi della vita della Vergine che dovevano decorare le finestre della navata destra, non realizzati rispetto al progetto iniziale, avrebbero dato ulteriore risalto e consequenzialità al racconto della sua vita e reso palese la dedica dell'edificio. In senso più ampio il ciclo narrativo completo avrebbe anche mostrato in modo tangibile la complessità dell'intento teologico che unisce la cattedrale al Battistero, centri dell’identità religiosa e cittadina, in una successione architettonica che assurge a profonda concezione spirituale cristiana. Infatti, la scena dell'Assunzione posta proprio nel rosone della facciata conferma l’intenzione di raffigurare pittoricamente, e di conseguenza in modo immediato, il collegamento sacrale e temporale che unisce il Battistero, luogo di esaltazione del Cristo simbolo di salvezza, al Duomo, dedicato alla Madonna.