Descrizione
Vetrata circolare raffigurante al centro San Lorenzo seduto su un trono attorniato da due angeli per parte.
La cornice esterna che racchiude la finestra istoriata presenta un motivo continuo di rosette suddivise da un nastro. Quest’ultima è interrotta dalla base su cui poggiano le figure e dai manti degli angeli.
Notizie storico critiche
I due occhi laterali della controfacciata furono eseguiti tra il 1412 e 1415 da Niccolò di Piero Tedesco su disegni di Lorenzo Ghiberti. Il 12 dicembre 1412 è documentato il primo pagamento al maestro vetraio e nel corso dei due anni successivi si hanno altri stanziamenti per la lavorazione delle due vetrate che erano terminate sicuramente nell’aprile del 1415, quando Niccolò riceveva il saldo e si provvedeva alla loro misurazione. Nel 1423 si trovano i primi accenni a restauri: Francesco di Giovanni detto il Lastra e Bernardo di Francesco posero a protezione delle due vetrate delle reti di filo di rame; nel 1432 fu rinnovato circa un quarto dell’occhio di S.Lorenzo e furono intrapresi i lavori di restauro anche nella finestra di S. Stefano. Ancora nel 1519 si trovano ulteriori accenni a restauri eseguiti da Niccolò di Giovanni di Paolo. Il disegno fu dato da Lorenzo Ghiberti, come egli stesso dichiara nel suo secondo commentario: “Disegnai nella faccia di Santa Maria del Fiore, nell’occhio di mezzo, l’assunzione di Nostra Donna e disegnai gli altri (che) sono dallato”. Per quanto riguarda gli interventi critici relativi all’opera in esame, il Poggi, nel 1909, curò la pubblicazione completa del materiale documentario, da lui ordinato e riassunto poi in un breve commento esplicativo. Un’analisi più accurata fu tentata nel 1938 dalla Van Straelen; la studiosa nota nella vetrata di San Lorenzo una maggiore luminosità dovuta forse alla scelta di un vetro differente (veneziano in questo caso) e nell’occhio di S. Stefano un rapporto confuso tra forma e d ornamentazione; osserva inoltre il perfetto adattamento della composizione alla forma rotonda della finestra ed una mancanza di espressività nei volti di S.Lorenzo e di alcuni angeli, dipinti probabilmente dal vetraio e non dal Ghiberti. Il Salmi rileva l’accentuata struttura gotica dei troni (simili alle cattedre del S.Giovanni Evangelista e del S.Ambrogio nella porta del Paradiso del Battistero) ed influssi veneti negli splendidi mantelli dei due Santi; nota negli angeli abbinati il disegno nervoso ed acuto di un gotico alla Lorenzo Monaco (pur riflettendo così la grazia ghibertiana), ed un’affinità con le cose di Giovanni da Ponte per i quattro angeli vicini a San Lorenzo. Marchini ricorda come le solenni figure del S. Lorenzo e del S. Stefano siano da raffrontare a quelle degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa nella seconda porta del Battistero (la porta del Paradiso, che era in lavorazione nel medesimo periodo); ritiene inoltre che le rose presenti nel manto di S. Lorenzo (al posto delle stelle a quattro punte di cui sono adorni i manti dell’Assunta e di S. Stefano) siano suggerite dai manti sfarzosi dei re Magi di Gentile da Fabriano nell’Adorazione agli Uffizi, datata però al 1423: avanza quindi l’ipotesi che i restauri del 1432 (fu rinnovata un quarto della vetrata) siano stati voluti dallo stesso Ghiberti che nel frattempo aveva appreso da Gentile tali elementi decorativi.
Relazione iconografico religiosa
Martire di origine spagnola, morto a Roma nel 258, è tra i santi più venerati nel mondo cristiano a partire dal IV secolo. Venne ordinato diacono da Sisto II e subì il martirio poco dopo quello del pontefice stesso.
La leggenda raccolta, tra gli altri, dal poeta Prudenzio e da S. Ambrogio, racconta che quando il prefetto gli impose di consegnargli tutti i tesori della chiesa, Lorenzo gli fece trovare radunata una folla di infermi e poveri: “Questi sono i nostri tesori”. Ma più noto ancora è l’aneddoto del martire posto sopra una graticola ardente, che avrebbe detto al suo torturatore: “da questo fianco sono già arrostito; girami dall’altro e poi mangia”.
Costantino fece erigere una basilica nel luogo della sua sepoltura, in Campo Verano sulla via Tiburtina; da quella primitiva costruzione si sarebbe poi giunti all’attuale basilica di San Lorenzo fuori le Mura.
San Lorenzo è raffigurato come un giovane; indossa la dalmatica. Regge o ha sotto i piedi la graticola, per lo più rettangolare e dotata di quattro o più piedi. Altri suoi attributi sono: un piatto contenente delle monete o una borsa dei denari, un incensiere, la palma del martirio o la croce processionale che era compito del diacono portare. In qualità di patrono di Firenze compare nei dipinti devozionali fiorentini accanto a San Giovanni evangelista e ai Santi Cosma e Damiano.