Descrizione
LA statua è in marm bianco scolpito a tutto tondo. Esa raffigura San Giovanni battista: eretto, a gambe divaricate, vestito della pelle di cammello e con amio mantello; la destra è chiusa a pugno (forse teneva un elemento ad asta), mentre la sinistra tiene sollevato il mantello per un lembo a scoprire la gamba corrispondente. La testa è connotata da lunghi capelli e lunga barba incolti
Notizie storico critiche
Kreytemberg, seguendo un'ipotesi già avanzata da Poggi (1909), Kauffmann (1926), Brunetti (1969), sostiene che questa scultura fosse destinata in origine a decorare assieme ad altre le nicche degli sguanci del portale maggiore del Duomo. Questo ciclo di apostoli poi collocato sulle cuspidi delle tribune, fu eseguito da Francesco di Neri Ubaldi detto Sellaio negli anni dal 1362 al 1377. Il Kreytemberg , sulla base di un'analisi stilistica ed iconografica, confortata dai documenti già pubblicati dal Poggi (1909), divide il ciclo in due gruppi uno detto di "Giovanni", dal nome dell'unica figura identificabile (1362/1367), e l'altro detto di "Bartolomeo", stilisticamente più progredito (1376/1377). Dai documenti sappiamo infatti che Francesco Sellaio fu convocato il 4 novembre del 1362 nel cantiere del Duomo per la commissione di alcune statue. Il 23 febbraio del 1363 seguì il pagamento di tredici fiorini per la prima figura di Pietro e soltanto due anni dopo, il 27 febbraio 1365, il Sellaio ricevette un altro onorario di 14 fiorini per le figure di Bartolomeo, Giovanni Evangelista, Filippo e Simone ed inoltre un saldo di 2 fiorini per la statuetta di Pietro. Di nuovo due anni dopo il 12 marzo 1367 fu pagato con 13 fiorini per una figura di Tommaso ed allo stesso tempo l'opera del Duomo dichiarò di non avere più debiti. Evidentemente le sei figure del gruppo di "Bartolomeo" sono da identificare con le sei prime documentate. Soltanto nove anni dopo Francesco Sellaio lavorò di nuovo ad un ciclo di apostoli per l'opera del Duomo. La concordanza del prezzo di 13 fiorini per figura non lascia dubbio sul fatto che si trattasse di un lavoro iniziato molto tempo prima. La prima serie di sculture del 1362/1367, fu eseguita dal Sellaio per completare le nicchie del portale maggiore del Duomo, che era già stato in parte decorato da sculture realizzate da un anonimo maestro post-arnolfiano. Il secondo gruppo fu invece eseguito per sostituire quest 'ultime sculture del primo Trecento, che non corrispondevano più al gusto dell'epoca; e forse è per la stessa ragione che anche quelle del Sellaio non vennero collocate nel primitivo luogo di destinazione, ma sopra le cuspidi delle finestre delle tribune. Questa figura giovanile di apostolo appartiene al secondo ciclo del Sellaio (1376-1377). Come osserva anche Kreytemberg essa presenta modi più evoluti, scioltezza delle membra e rilassamento del movimento. La statua di Giovanni Battista è l'unica riconoscibile fra quelle eseguite nel 1376/1377 dal Sellaio, grazie alla presenza della veste di pelo fino al polpaccio e del mantello. Anche l'analisi stilistica giustifica la sua collocazione nel gruppo più avanzato. La scultura presenta infatti un drappeggio di pieghe serpentine sensibilmente manierate e ritmate ed un trattamento della superficie più raffinato. Tolto dalla sua collocazione originaria alla fien degli anni Novanta del Novecento, è stato successivamente posto nei depositi del Museo dell'Opera. Nel 2015 è stato oggetto di un restauro e quindi ha trovato posto nel nuovo allestimento del Museo nel 2015
Relazione iconografico religiosa
Il santo è raffigurato con gli attributi della pelle di cammello e del mantello (che si deve immaginare rosso) allusivo al suo martirio ma anche alla sua opera di profeta. I capelli e la barba incolti rimandano al suo ascetismo penitenziale, mentre il piede sinistro scoperto allude forse al battesimo