Oggetto e soggetto
Definizione
Vetrata
Denominazione/dedicazione
Profeti
Soggetti
- Joram
- Eliezer
- Ihesus
- Her
Cronologia
Secolo
sec. XV
Da
1441
A
1443
Motivazione cronologica
Documentazione
Autore
Lorenzo Ghiberti; Guido di Niccolò Guidi
Localizzazione geografica amministrativa
Denominazione
Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Complesso monumentale di appartenenza
Complesso monumentale di Santa Maria del Fiore
Luogo
tribuna di sinistra (della Croce o di Santo Stefano)
Posizione
tiburio sopra la quinta cappella da destra (di S. Mattia)
Rapporto
Stadio opera
Opera finale
Dati analitici
Iscrizioni
- latino
- a pennello
- caratteri gotici
- sotto il profeta in alto a sinistra
- Guido di Niccolò Guidi
- IORAM
- latino
- a pennello
- caratteri gotici
- sotto il profeta in alto a destra
- Guido di Niccolò Guidi
- IHESUS
- latino
- a pennello
- caratteri gotici
- sotto il profeta in basso a sinistra
- Guido di Niccolò Guidi
- ELIEZER
- latino
- a pennello
- caratteri gotici
- sotto il profeta in basso a destra
- Guido di Niccolò Guidi
- HER
Identificativi
Tipo di identificativo
Catalogo generale
Numero di identificativo di soprintendenza
09/00188104
Data di identificativo di soprintendenza
1983
Fonti e documenti di riferimento
Bibliografia
- Becattini A./ Cecchi F./ Ciappi S. (a cura di)
- La luce di Maria: il restauro delle vetrate con l'Assunzione di Maria e quattro personaggi biblici di Lorenzo Ghiberti nella cattedrale di Santa Maria del Fiore
- 2015
- pp. 31-33
- Poggi G.
- Il Duomo di di Firenze: documenti sulla decorazione della chiesa e del campanile, tratti dall’Archivio dell’Opera
- 1909
- p. LXXXVII, docc. 634, 658
- Crispolti V.
- Santa Maria del Fiore alla luce dei documenti
- 1937
- p. 418
- Straelen H. van
- Studien zur florentiner Glasmalerei des Trecento und Quattrocento
- 1938
- pp. 59, 63 nota 3, 64 nota 1, 67 nota 1, 75
- Paatz W./ Paatz E.
- Die Kirchen von Florenz: ein kunstgeschichtliches Handbuch
- 1940-1954
- III, p. 382
- Marchini G.
- Le vetrate italiane
- 1956
- pp. 38-40, 320 nota 34
- Salmi M.
- Lorenzo Ghiberti e la pittura
- 1956
- I, pp. 234-236
- Bacci M.
- Lorenzo Ghiberti, materia e ragionamenti
- 1978
- pp. 240-241
- Acidini Luchinat C. (a cura di Eadem)
- Le vetrate, in La Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze vol. 2
- 1995
- pp. 273-301
Relazioni
Descrizione
Le due coppie di profeti realizzate da Lorenzo Ghiberti, posti nella vetrata della tribuna nord o della Croce, sovrastano la figura dell'apostolo Mattia e sono allineate sulla verticale della cappella. Tale soluzione fu scelta per assolvere alla funzione didascalica di mostrare la continuità tra Antico e Nuovo Testamento attraverso la figura di Cristo. La vetrata rappresenta i profeti Joram ed Eliezer, a sinistra, e Ihesus e Her, a destra, misura 1,75 x 6,75 metri ed è suddiviso in sedici pannelli ed eseguito da Guido di Niccolò tra il 1441 e il 1443. I quattro personaggi biblici della vetrata appartengono ai re di Giuda e agli Antenati di Gesù che popolavano l'albere di Iesse, o albero della vita (lignum vitae), l'albero generalogico di Cristo a partire da Jesse, padre del re Davide. Gesù è il fiore sbocciato dalla radice di Iesse, i cui componenti preludono all'Incarnazione. Ed era questo il motivo dell'inizio dell'anno fiorentino fissato nel giorno dell'Annunciazione, il 25 marzo, ab incarnatione. Le figure bibliche come Joram, re di Israele, Ihesus, indicato con l'acronimo JS, Eliezer, erede di Abramo, Her, uno dei figli di Giuda, stabilivano un tacito dialogo e una continuità con la sottostante figura di santo evangelico, san Mattia, in un articolato disegno teologico cristiano. Ghiberti appare volto a un linguaggio moderno, tanto da inserire le figure entro una "scatola spaziale" a fare da sfondo, creando un impianto prospettico dal quale emergono, statuari ma non fissi, i personaggi biblici, proiettati in avanti, tanto da coprire con le braccia, leggermente curvate nell'atto di sostenere il mantello o il cartiglio dispiegato, il bordo della vetrata, ornato con motivi geometrici dai toni brillanti. Le iscrizioni in carattere gotico hanno la funzione esplicativa di informare sulla reale identità del personaggio, anche se i restauri antichi- di poco posteriori all’esecuzione- e i più recenti, eseguiti negli anni Cinquanta, hanno abraso o aggiunto alcune lettere. La figura di Eliezer è stata oggetto di integrazione di tessere in vetro nel restauro condotto dalla Ditta Giovanni Mario Tolleri, mentre all’originale Er è stata aggiunta una H, rendendo difficoltosa l’individuazione del nome per esteso e del personaggio biblico rappresentato che talvolta è stato per errore nel rimontaggio scambiato dall’originale ubicazione e all’appartenenza La mancanza di modelli indusse il Ghiberti a vestire i personaggi con sontuosi abiti orientaleggianti affinché rimandassero immediatamente all’immagine iconografica e canonizzata del sapiente o del mago, inteso come re-sacerdote. Le morbide e cadenzate pieghe delle vesti fanno esplicito riferimento a soluzioni di estrema attualità, riscontrabili nella coeva statuaria di Donatello e nella pittura del Beato Angelico. In occasione del Concilio tra la chiesa latina e quella bizantina, tenutosi a Firenze nel 1439, non era passata inosservata la variopinta presenza della delegazione orientale. Come conseguenza, negli ambienti più colti della città, fu avviata una costante acquisizione di testi e codici greci, primo fondo della ricca raccolta libraria che fece parte della collezione medicea nel palazzo di Via Larga. Pochi anni più tardi, nel 1459, Benozzo Gozzoli dipingeva il Corteo di Magi nella cappella del palazzo Medici, dando libero sfoggio a una ricchezza cromatica degli abiti e delle decorazioni con una puntuale attenzione ai particolari, dove la cultura cortese si univa a quella fiamminga in una sequenza raffinata eleganza scenografica.
Notizie storico critiche
La vetrata fu commissionata dapprima, il 22 aprile 1439, a Carlo di Francesco Zati, assieme a quella vicina sovrastante la cappella di S.Giacomo Maggiore; il 13 novembre del medesimo anno l’allogagione di entrambe le finestre venne trasferita, col consenso di Carlo, a Guido di Niccolò che ne fu l’esecutore per otto lire. Il disegno fu fornito da Lorenzo Ghiberti che risulta pagato per esso con sedici lire in data 5 gennaio 1442. L’opera in esame, al pari di tutte le altre vetrate delle tribune, è stata oggetto di scarsa attenzione da parte della critica che in genere si è limitata ad un breve giudizio complessivo su di esse. Fu il Poggi, nel 1909, il primo studioso ad occuparsi separatamente di tutte le vetrate della cattedrale fiorentina con la pubblicazione dei documenti di esse relativi, da lui ordinati e riassunti poi in brevi commenti su ogni singola opera. Un’analisi più approfondita che tenesse conto dei dati stilistici e tecnici, come pure delle personalità dei diversi maestri vetrai, fu tentata nel 1938 dalla Van Straelen. La studiosa nota nella vetrata in questione lo scolorimento di alcune lastre (si riferisce forse al mantello del profeta in alto a destra) ed il cromatismo tipico di Guido (blu, oro, verde, rosso, marrone) accennando poi all’intensa plasticità delle figure che mostrano chiaramente il modello ghibertiano. E' probabile che Guido di Niccolò avesse mediato fra l' opera e l' esecuzione dei cartoni; infatti la studiosa notava che egli fosse stato, più volte, l' ideatore delle figure presenti nelle vetrate a lui commissionate e per le quali non troviamo, nei documenti, alcun riferimento al Ghiberti. Più tardi, il Salmi stabiliva un parallelo fra queste figure ed i personaggi nelle storie della porta del Paradiso, riaffermando contemporaneamente l'attrattiva sul Ghiberti dei rilievi donatelliani della porta dei Martiri, per la Sagrestia Vecchia di San Lorenzo. L’opera, esposta in occasione della Mostra Ghibertiana del 1978-79, è stata studiata accuratamente da Enrica Neri.
Relazione iconografico religiosa
Le quindici vetrate delle tribune, ciascuna corrispondente all’arcone di una cappella, sono compartite in quattro campi figurati, ospitanti personaggi dell’Antico Testamento che sono in genere identificati come Profeti. Nella presente vetrata sono raffigurati Ioram, Eliezer, Ihesus, Her. Divenuto vecchio, Abramo vuole trovare per il figlio Isacco una moglie che appartenga alla sua stessa famiglia. Dopo avergli imposto un solenne giuramento, manda il servo più anziano Eliezer a cercare la donna destinata a diventare sua nuora. Accompagnato da una carovana di dieci cammelli e doni preziosi, Eliezer parte alla volta della città di Aran, dove abita il fratello di Adamo Nacor, e vi giunge di sera, quando le donne si trovano al pozzo ad attingere l’acqua. Arrivato lì, l’uomo prega il Signore di indicargli la ragazza predestinata. Il segno chiesto da Eliezer si compie con chiarezza: una giovane donna di nome Rebecca, pronipote di Abramo, serve con la sua brocca dell’acqua all’ospite straniero e ai suoi cammelli. Eliezer le offre dei doni, un anello da naso e dei bracciali, e le chiede di chi sia figlia. Rivelata la sua identità, Rebecca invita il servo a trascorrere la notte a casa di suo padre. Giunti da Betuel, Labano, il fratello maggiore di Rebecca, accoglie gli ospiti, ma Eliezer vuole subito manifestare la sua identità e spiegare la ragione del suo viaggio. Rebecca viene concessa in sposa a Isacco e il giorno seguente si mette in viaggio con il servo. Giunti nella terra di Abramo, la giovane viene accolta da Isacco e da lui condotta nella tenda della madre Sara. Le figure bibliche, Joram [Joanam], re di Israele, Ihsus [Diesus], indicato con l’acronimo JS, Eliezer, erede di Abramo, Her, uno dei figli di Giuda, stabilivano un tacito dialogo e una continuità in un articolato disegno teologico cristiano, volto come disegno finale ad esaltare la figura della Vergine.
Dati tecnici
Materiali
vetro
Tecnica
piombatura, pittura
Misure
- Altezza: 610 cm.; Larghezza: 190 cm.;
Restauri
Restauro
- Data: 1950
- Nome operatore: Ditta Tolleri
- Situazione: Nella rimozione della vetrata sono stati asportati i tratti di mantellina di muratura ancora rimasti, oltre alle grandi barre di ferro, con funzione di sostegno, poste sulla faccia esterna della vetrata , collegati tramite legature in filo di rame, di cui molte risultavano rotte e addirittura strappate dal movimento di incuffiamento dei tessuti vetrari. Una volta liberati , i pannelli sono stati trasportati nel laboratorio di restauro; qui la vetrata è stata rimontata per poter essere analizzata accuratamente e per documentarne lo stato prima del restauro. L'indicazione più evidente è rappresentata dal fenomeno di polverizzazione del vetro: questo problema è comune, in forme varie, a tutte le vetrate del Duomo, ed è dovuto a concause di origine chimica e biologica. Gli effetti specifici hanno prodotto una serie di problematiche in questa vetrata: le croste di disfacimento del vetro erano presenti in modo diffuso su tutta la superficie vetraria esterna, procurando un forte effetto oscurante, inoltre è da notare che in alcune tessere era presente la pittura sulla faccia esterna, in particolare nelle vesti delle figure per creare l'effetto damascato. Sulla faccia interna il fenomeno disgregativo si presentava in forma molto minore, mentre era presente uno strato annerente di origine catramosa, distribuito su tutte le tessere e impastato con la polvere . L'opera di pulitura è avvenuta attraverso ripetuti lavaggi , prima con acqua distillata per rimuovere lo strato polveroso superficiale, poi con impacchi di carbonato d'ammonio ed E.D.T.A. in soluzione di acqua al 20%, infine con un intervento meccanico eseguito con bisturi per risolvere gli strati più profondi e tenaci delle croste di decomposizione. Sulla faccia interna si è agito con lavaggi di acqua distillata ed interventi mirati con compresse di cotone di metiltricloruro e diclorometano per rimuovere gli strati catramosi, preceduti da un'approfondita analisi dello stato della grisaglia della pittura. Per le tessere vetrarie raffiguranti i volti delle figure , si è dovuto intervenire in maniera particolare in quanto era presente un raddoppio di vetro; cioè, insieme al vetro originale ,era accoppiato un vetro dipinto riferibile ad un restauro degli anni '50. Per rimuovere lo sporco accumulatosi tra i due vetri è stato necessario rimuovere il vetro più recente , pulire ambedue le tessere vetrarie , reinstallare di nuovo la tessera vetraria e dotare la struttura di un nuovo trafilato di piombo che accogliesse le due tessere in modo assolutamente sigillante, al fine di evitare il riformarsi dello sporco. Un altro importante intervento ha riguardato l'orditura dei piombi: questa si presentava fortemente danneggiata a causa del generale cedimento strutturale. Molte saldature si erano rotte e numerosi tratti di trafilato di piombo risultavano deteriorati in maniera irreversibile. E' stato necessario, in primo luogo, rimuovere lo strato di ossidazione presente su tutta l'orditura, al fine di poter intervenire con nuove saldature. Quindi si è provveduto a rispianare i pannelli, incuffiati; , a ripristinare la saldature rotte e a sostituire i tratti di piombatura irrecuperabile con del nuovo trafilato , uguale nella forma e reso uguale nel colore tramite patinature , all'originale sostituito. Nel cedimento della vetrata si erano prodotte , naturalmente, molte fratture nelle tessere vetrarie. Tutte sono state ricomposte : alcune tramite incollaggi dei frammenti in costola , altre supportando i frammenti su di un vetro soffiato modellato in forno sulla forma dell'originale. Gli incollaggi sono stati effettuati con resine epossidiche , ai raggi UV e siliconiche, a secondo del tipo di vetro, del suo spessore e del tipo di frattura. I pannelli vetrari sono stati stuccati con una miscela semiliquida a base di olio di lino cotto e gesso a legno, distribuita a pennello. L'operazione è stata eseguita sulla faccia interna dei pannelli , con il fine di ridare a tutta la struttura la robustezza necessaria alla sua funzione autoportante. Sulla faccia esterna si è provveduto a distribuire uno strato protettivo a base di olio di lino cotto e cera vergine d'api; tale pellicola permette di togliere ai vetri la condizione di porosità determinatasi con la polverizzazione degli strati superficiali , inoltre, avendo la caratteristica fisica di non cristallizzare, l'effetto di tale protezione potrà protrarsi molto a lungo, coadiuvato anche dall'isolamento dall'esterno in cui verrà posta la vetrata nella sua ricollocazione. Il restauro pittorico è stato eseguito a freddo, con una miscela di grisaglie , olio di lino e acqua dì ragia pura gemma. E' consistito nel ripristino del disegno perduto tramite la distribuzione di velature successive sulle impronte lasciate dalla grisaglia caduta, senza il minimo intervento interpretativo, ed il reintegro delle lacune dei tratti del disegno. Ciò ha permesso un recupero della leggibilità del disegno e della plasticità delle figure. L'intervento è totalmente risolubile con normali solventi. Attraverso un'accurata indagine sono state identificate le tessere vetrarie sostituite nei passati restauri, quindi è stato prodotto un grafico dell'orditura dei piombi delle vetrate, in cui sono riportate tutte le indicazioni raccolte, come da convenzione con il Corpus Vitrearum Medi Aevi. Ogni pannello è stato dotato di un telaietto, in quadrello di ferro ,completo di un nuovo sistema di bacchette di sostegno, in tondino di ferro, sagomate lungo le linee del disegno, in sostituzione delle vecchie barre , di grossa sezione, poste orizzontalmente a tagliare il disegno. Inoltre tali telaietti verranno alloggiati in un nuovo telaio e fissati con viti in ottone antiossidazione; ciò permetterà, in futuro, un eventuale rimozione di ogni pannello in maniera autonoma, senza interessare il resto della vetrata, a differenza del vecchio alloggiamento in cui tutti i pannelli erano collegati, rendendo impossibile un intervento mirato. Nella ricollocazione la vetrata verrà dotata di un controtelaio di protezione che la isoli dall'esterno: tale telaio è realizzato in ottone antiossidazione ed alloggia vetri stratificati antisfondamento 10/11 mm. Questo sistema crea un effetto isotermico in cui sulla vetrata antica circola esclusivamente l'aria interna della Chiesa, mentre tutti i fenomeni di condensa vanno a formarsi sulla controvetrata, preservando la vetrata artistica dal ristagno di umidità, causa scatenante i fenomeni di disfacimento del vetro.
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