Descrizione
Nella parte superiore della vetrata, sono raffigurati due personaggi dell'Antico Testamento, entrambi in piedi a figura intera e parzialmente rivolti verso il centro. Il profeta a sinistra indossa un manto giallo foderato di rosso (con fiori verdi, rossi ed azzurri) sopra la veste azzurra e verde; tiene un cartiglio nella mano destra ed ha l' altra sollevata in atteggiamento oratorio. Il profeta a fianco porta un copricapo ed un suntuoso mantello azzurro decorato da un motivo a fiori di cardo rossi, all' interno di una rete di maglie ogivali gialle e verdi; tiene un cartiglio nella mano sinistra e l' altra posata sul seno. Lo sfondo azzurro è delimitato in alto da un arco ogivale che segue la forma della vetrata. Nel registro inferiore sono presenti altri due profeti, anch' essi a figura intera e rivolti verso il centro. Quello di sinistra porta un turbante azzurro e indossa un semplice mantello verde foderato di rosso sopra la veste azzurra e viola. Il personaggio a fianco, con barba e capelli bianchi, veste anch' egli un sobrio mantello rosso con fodera azzurra sopra la corta veste verde da cui spuntano le brache rosse. Entrambe le figure stringono un cartiglio nella mano destra ed hanno la sinistra sollevata nella consueta posa oratoria; sono collocate in un interno chiuso sul fondo da una bifora con archi a sesto acuto. La bordura delimita la composizione si articola in un motivo vegeto-floreale policromo su fondo rosso. La grisaglia, dove compare, è data con sfumature.
Notizie storico critiche
La vetrata fu eseguita da Bernardo di Francesco, come ci informa un documento che il 13 settembre 1441 egli “misse una finestra nella tribuna sopra la cappella di S. Andrea”. Il 26 settembre dello stesso anno gli venivano pagati con sedici lire i disegni per la finestra in esame e per quella attigua sopra la cappella di S. Bartolomeo. L’opera in questione, al pari di quasi tutte le altre vetrate delle tribune, è stata oggetto di scarsa attenzione da parte della critica che, in genere, si è limitata ad un breve giudizio complessivo su di esse. Fu il Poggi, nel 1909, il primo studioso ad occuparsi separatamente di tutte le vetrate della cattedrale fiorentina con la pubblicazione dei documenti ad esse relativi, da lui ordinati e riassunti poi in brevi commenti su ogni singola opera; in particolare egli ritiene che nel brano sopra citato vi sia un errore ed al posto di “S. Andrea” si debba leggere “S. Martino”; in effetti il documento datato 1441, registra all’inizio l’allogagione di quattro finestre sopra le cappelle di S. Bartolomeo, S. Stefano, S. Tommaso e S. Martino allo stesso e poi, riferendo le date della loro collocazione, non parla più della vetrata sopra la cappella di S. Martino, ma di quella sopra la cappella di S. Andrea: come nota giustamente la Van Straelen non vi è alcun errore nel testo del documento, poiché la finestra risulta già compiuta e messa a posto nel dicembre 1440. Un’analisi più approfondita che tenesse conto dei dati stilistici e tecnici, come pure delle personalità dei diversi maestri vetrai fu tentata nel 1938 dalla Van Straelen; in particolare, riguardo alla vetrata in esame la studiosa ritiene probabile che Bernardo di Francesco avesse lavorato su un disegno proprio (come nelle due finestre vicine), non essendo documentato alcun intervento del Ghiberti ed osserva inoltre come la tonalità cromatica d’insieme (rossiccio-dorato) sia tipica di questo maestro vetraio.
Relazione iconografico religiosa
Le quindici vetrate delle tribune, ciascuna corrispondente all’arcone di una cappella, sono compartite in quattro campi figurati, ospitanti personaggi dell’Antico Testamento che sono in genere identificati come Profeti.
Nella presente vetrata sono raffigurati profeti non identificati.