Descrizione
Nella parte superiore della vetrata (la terza da destra in alto nella tribuna centrale), con arco a sesto acuto, sono raffigurati probabilmente due profeti dell' Antico Testamento, entrambe in piedi, a figura intera ed in parte rivolti verso il centro. Il personaggio a sinistra indossa un ampio manto verde (con fiori rossi, gialli e bianchi) sopra la veste viola; il profeta a fianco stringe un cartiglio nella mano sinistra e con l' altra tiene sul petto un lembo del ricco mantello rosso foderato di celeste e decorato da grandi fiori a sei petali, bianchi, gialli e azzurri. Lo sfondo azzurro è concluso da una bifora con archi a sesto acuto e sopra un piccolo rosone. Nella zona inferiore compaiono due Santi vescovi, anch'essi a figura intera e rivolti verso il centro; indossano rispettivamente un manto giallo foderato di rosso (con fiori verdi e rossi) e verde, decorato da grandi fiori gialli e rossi, sono collocati in un interno chiuso nel fondo da una bifora con archi a sesto acuto. La bordura che delimita l' intera composizione presenta sul fondo rosso un motivo vegetale policromo avvolto a spirale attorno ad un sottile bastone.
Notizie storico critiche
La vetrata risale agli inizi del XX e fu eseguita probabilmente dallo stesso Ulisse de Matteis cui si deve il rifacimento della vetrata sovrastante e di quella nella cappella di S. Stefano. Fu collocata al posto della finestra quattrocentesca lavorata da Bernardo di Francesco e Francesco di Giovanni tra il 1428-32. Probabilmente era andata perduta o si era rovinata così gran parte della vetrata originaria che si ritenne più idoneo un rifacimento totale di un parziale restauro, come nel caso di altre finestre delle tribune. L’opera appena leggermente diversa dalle altre due vetrate lavorate dal de Matteis, verso la fine dell’800, riproducono fedelmente le forme e lo stile dei modelli quattrocenteschi: le proporzioni delle figure, qui più ridotte e l’affetto d’insieme la distacca dalle altre vetrate delle tribune. Da ricordare che alcuni critici che si sono occupati di essa hanno ritenuto si trattasse della finestra originaria eseguita tra il 1428-32; così il Poggi, nel suo breve commento dei dati raccolti da lui pubblicati, il Crispoldi ed anche la Van Straelen che, però, accenna a numerosi rinnovamenti operati nel corso dei secoli.
Relazione iconografico religiosa
Le quindici vetrate delle tribune, ciascuna corrispondente all’arcone di una cappella, sono compartite in quattro campi figurati, ospitanti personaggi dell’Antico Testamento che sono in genere identificati come Profeti.
Nella presente vetrata sono raffigurati santi vescovi e profeti non identificati.