Descrizione
Nella parte superiore della vetrata (la quarta da destra in alto, nella tribuna di S. Antonio Abate) con arco a sesto acuto, sono raffigurati due personaggi dell'Antico testamento entrambi in piedi, a figura intera e lievemente rivolti verso il centro. Il re (o profeta) di sinistra indossa su una veste verde un corto mantello bianco foderato di viola e decorato da ampi fiori a sei petali gialli e rossi; ha il capo cinto da una corona, tiene la sinistra sollevata in atteggiamento di colloquio e con la destra regge una sorta di scettro con giglio alla sommità, al pari del personaggio vicino, vestito di un ricco nastro verde (con fiori a sei petali gialli e viola) su veste rossa. Al centro della composizione, dietro alle due figure, appare un alberello che segna e bipartisce lo spazio in profondità. Nella zona inferiore della vetrata compaiono altre due figure veterotestamentarie, anch' esse coronate e rivolte verso il centro; quella di sinistra (con corto mantello azzurro decorato da fiori a sei petali gialli, rossi e verdi su veste viola) regge uno scettro con giglio alla sommità ed una piccola sfera, mentre il personaggio di destra (con manto giallo su veste azzurra, entrambi ornati da fiori bianchi, rossi e azzurri) tiene poggiato sul braccio sinistro un piccolo animale verde, probabilmente un volatile. Le due figure sono collocate in un interno chiuso sul fondo da una bifora con archi a sesti acuto. La bordura che circonda l' intera composizione è formata nella parte superiore da una serie di motivi floreali stilizzati e nella parte sottostante da un nastro avvolto a spirale attorno ad un bastone. La grisaglia, dove compare, è data con sfumature.
Notizie storico critiche
Il 18 marzo 1439 è registrato un pagamento a Bernardo di Francesco per una finestra situata nella tribuna di S. Antonio Abate; benché il documento non specifichi di quale finestra si tratti è possibile riferirlo per esclusione a quello sopra la cappella di S. Matteo: infatti le altre quattro vetrate sono tutte espressamente ricordate in vari documenti in data leggermente posteriori. L’opera in esame, al pari di quasi tutte le altre vetrate delle tribune, è stata oggetto di scarsa attenzione da parte della critica che, in genere, si è limitata ad un breve giudizio complessivo su di esse. Fu il Poggi, nel 1909, il primo studioso ad occuparsi separatamente di tutte le vetrate della cattedrale fiorentina con la pubblicazione dei documenti ad esse relativi da lui ordinati e riassunti poi in brevi commenti su ogni singola opera. Un’analisi più approfondita che tenesse conto dei dati stilistici e tecnici, come pure della personalità dei diversi maestri vetrai, fu tentata nel 1938 dalla Van Straelen; riguardo alla presente vetrata la studiosa ritiene probabile che Bernardo di Francesco avesse lavorato su un disegno proprio (non è infatti documentato il modello del Ghiberti) e sottolinea inoltre l’affinità compositiva con le altre vetrate del tiburio della tribuna, particolarmente con quella sopra la cappella di San Pietro, attribuita al Ghiberti.
Relazione iconografico religiosa
Le quindici vetrate delle tribune, ciascuna corrispondente all’arcone di una cappella, sono compartite in quattro campi figurati, ospitanti personaggi dell’Antico Testamento che sono in genere identificati come Profeti.
Nella presente vetrata sono raffigurati re dell’Antico Testamento non identificati.