Definizione

Piviale

Denominazione/dedicazione

Piviale dal Parato del Corpus Domini

Soggetti

• Spiga di grano (simbolo eucaristico)

• Grappolo d'uva e tralci di vite (simboli eucaristici)

• Croce

Secolo

XIX

Anno

.

Da

1845

A

1855

Motivazione cronologica

Bibliografia

Denominazione

Museo dell'Opera del Duomo di Firenze

Complesso monumentale di appartenenza

Complesso monumentale d Santa Maria del Fiore

Luogo

26_Museo dell'Ottocento

Stadio opera

Opera finale

Tipo di identificativo

Catalogo generale

Inventario 2005 dell'Opera

537

Descrizione

Piviale in gros de Tours di seta bianca laminata, con ricami in oro. Lo stolone è bordato da steli e girari vegetali, e all'interno è ornato da steli con efflorescenze, tralci di vite, grappoli d'uva e, a tergo del collo, da una croce di Averlana raggiata e fiorita. Il cappuccio è similmente bordato, cinto da una frangia intrecciata e reca all'interno un mazzo di spighe di grano entro una corona di fiori. Il mantello, cinto da una bordatura identica a quella dello stolone, è ornata da mezzetti sparsi di spighe di grano, fiori, palme, e pampini

Notizie storico critiche

Nella relazione del recente restauro il piviale è stato messo a confronto con quello conservato nel Santurario di Nostra Signora di Misericordia a Savona. Esso è parte di un parato completo composto di 15 pezzi: 1 pianeta, 2 piviali; 4 dalmatiche; 2 stole; 3 manipoli; 1 velo di calice; 1 borsa di corporale

Relazione iconografico religiosa

Il colore liturgico bianco allude alla purità, alla fede, alla Trasfigurazione e alla Resurrezione di Cristo; l'oro alla gloria e alla Reurrezione. Viene utilizzato nelle  solennità e nelle feste di Nostro Signore Gesù Cristo; nelle solennità e feste della Beata Vergine Maria; nelle solennità, feste e memorie dei Santi non martiri; nella Pasqua e nel suo tempo, nel Natale e nel suo tempo, nella celebrazione dei Sacramenti; nella festa degli angeli

Materiali

Tessuto di seta bianco/ oro

Tecnica

Filatura/ tessitura/ ricamo

Misure

• Altezza: 131 cm; Larghezza: 276 cm;

Restauro

• Data: Gennaio 2015 - Settembre 2015
• Situazione: Il piviale denominato Corpus Domini è stato particolarmente complesso da restaurare. Dopo una prima fase di studio dedicata al rilievo dello stato di conservazione, si è proseguito con le riprese fotografiche e grafiche. La prima fase dell'intervento è stata caratterizzata dalla pulitura, eseguita in maniera differenziata per la presenza del ricco ricamo. Per il tessuto è stata eseguita un prova con il macroaspiratore con le stesse modalità tecniche adottate per gli altri paramenti, mentre, per quanto riguarda i ricami è stato utilizzato un microaspiratore chirurgico al fine di seguire tutte le tridimensionalità dell'opera.L'osservazione al video microscopio dei filtri utilizzati per le prove hanno evidenziato un esiguo deposito di particolato e di fibrille. Sulla base di questi risultati l'intervento di pulitura è stato per macroaspirazione per il tessuto di fondo seguendo l'andamento della trama e dell'ordito, per un solo passaggio, lo stesso metodo è stato applicato per i ricami ma seguendo l'andamento dei filati metallici. Anche le prove eseguite sulla fodera hanno evidenziato un esiguo deposito di particolato e di fibrille, pertanto è stato effettuato un solo passaggio in ordito e in trama mediante macroaspirazione. Nei ricami è stato eseguito inoltre un intervento di pulitura con gomma vulcanizzata al fine di rimuovere lo sporco superficiale di natura grassa. Inizialmente è stata eseguita una prova su un motivo floreale del mantello per una superficie di 2 x 2 cm, il risultato è stato buono, infatti la gomma è risultata scura dopo un primo passaggio seguendo l'andamento dei filati metallici. La pulitura ad aria per micro e macro aspirazione, unita a quella mediante gomma vulcanizzata applicata ai ricami ha contribuito non solo a rimuovere il particolato superficiale, ma ne ha migliorato anche la lucentezza. La parte più sporca risultava la fodera, non originale, che comunque andava rimossa per poter procedere con l'intervento di consolidamento. La fodera utilizzata era una viscosa (il suo riconoscimento è stato effettuato presso i laboratori del CCR di Venaria Reale), una fibra sintetica molto difficile da pulire e soggetta al restringimento al contatto con l'umidità. Proprio per queste eventuali difficoltà tecniche, e soprattutto per mantenere un equilibrio di pulitura omogeneo tra il fronte e il retro a fine lavoro, preventivamente con la Committenza è stato deciso di sostituirla con una nuova fodera in taffetas di pura seta di colore avorio, mantenendo la vecchia fodera come testimonianza solo nella superficie che copre il fermaglio. Questa oltre ad essere stata macroaspirata è stata inizialmente smacchiata lungo i bordi perimetrali anneriti su tavola a bassa pressione, prima solo con acqua, e poi con una soluzione di acqua e tensioattivo (saponina allo 0,05%), seguita alla fine dal risciacquo con acqua. Purtroppo i risultati finali non sono stati eclatanti poiché lo sporco era particolarmente inglobato nella materia, è stato quindi deciso di procedere con la pulitura per immersione in acqua con tensioattivo, il medesimo trattamento è stato eseguito anche per la telina di supporto applicata in corrispondenza dello stolone con il fine di rendere più solido il paramento. Ultimata la pulitura ad umido sia la fodera che la telina di sostegno dello stolone sono stati arrotolati su un tubo rivestito da carta velina non acida e protetti poi con altra carta. La fase successiva dell'intervento di restauro è stata caratterizzata dalla rimozione dei precedenti restauri presenti soprattutto nello stolone e in minima parte nel mantello. In accordo con la D.L. e la Committenza è stato deciso di rimuoverli tutti in quanto non garantivano una buona lettura dell'opera e creavano tensione alla tessitura. La rimozione dei rammendi ha contribuito a far ridistendere i filati originali. A questo punto prima di procedere con la fase di consolidamento è stato necessario fare un trattamento di umidificazione al fine di attenuare le deformazioni presenti non solo nelle zone limitrofe dei ricami del mantello, ma anche per le zone rammendate, quest'ultime interessate da "ondulature" dovute all'uso di un filato grossolano. L'umidificazione inizialmente è stata eseguita con un nebulizzatore ad ultrasuoni, tuttavia i risultati ottenuti non sono stati soddisfacenti, quindi si è proceduto con un intervento di umidificazione mediante pennello così da bagnare più velocemente le fibre. L'area interessata è stata poi coperta con un tessuto decatissato e il tutto è stato bloccato con un pesino di vetro. I risultati finali sono stati buoni sia sul piano conservativo e che su quello estetico estetico. L'intervento di consolidamento ha previsto una prima fase dedicata alla scelta del materiale di supporto da sostituire alla telina originale e da applicare solo nello stolone, area soggetta ad un particolare stress di tipo meccanico, e molto manipolata. E' stato scelto un taffetas di seta di colore avorio. La scelta è ricaduta su questo tessuto perché dotato di una densità materica tale da sostenere l'intervento a cucito e poi perché della stessa materia dell'originale. Questa scelta, tutela l'intervento di restauro nel caso di sbalzi termo igrometrici poiché fibre della medesima natura si "muovono" nella stessa maniera non generando così contrazioni o stress di natura meccanica. Il filato scelto per le fermature a cucito, è un organzino di seta a due capi di colore naturale. Il supporto in taffetas di seta è stato posizionato sotto lo stolone ed è stato imbastito così da poter poi procedere con la fermatura mediante delle cuciture a punto filza con griglie a quinconce. Questa tecnica oramai consolidata nel settore manufatti tessili dell'Opificio delle Pietre Dure permette da un lato di fermare il supporto del sostegno al tessuto originale, e dall'altro, contribuisce a circoscrive le fermature solo nelle zone effettivamente degradate, in questo modo si limita la quantità di punti su tutta la superficie trattata poiché preliminarmente stabilizzata dalle griglie. Il punto scelto in relazione ai diffusi degradi osservati è stato il punto posato, preferito al punto tela allargato perché più resistente alle trazione e allo stress verticale, rispetto ad un punto tela. In corrispondenza di una piccola lacuna è stato inserito un piccolo supporto di taffetas di un colore simile all'originale. Ultimato il consolidamento è stato eseguito un trattamento finale di rifinitura in corrispondenza dei filati di seta (anima) che caratterizzano i filati metallici. Questi in alcuni casi erano fuoriuscite dalle lamine metalliche perché deformate o non più presenti e avevano perso la loro originale torsione. Al fine di richiudere i vari spezzoni di seta aperti è stato utilizzata una soluzione di Tylose applicata a pennello in piccole quantità solo laddove era necessario. La fase finale dell'intervento di restauro ha previsto l'applicazione di una nuova fodera in taffetas di seta di colore avorio, questa è stata fissata con delle lunghe filze verticali in corrispondenza della giuntura dei teli e poi fermatura lungo i bordi perimetrali con un punto filza. Il filato utiliuato è di cotone tinto di una tonalità simile all'originale. 
• Ente responsabile: Opera di Santa Maria del Fiore
• Nome operatore: Simona Morales
• Ente finanziatore: Opera di Santa Maria del Fiore