Descrizione
La lapide tombale reca un'iscrizione in lettere capitali con il nome latino della famiglia del defunto, seguita e interrotta al centro da uno scudo araldico, relativo alla famiglia Chellini. Lo stemma sagomato ha lo scudo a testa di cavallo. Il campo è troncato con, in capo, una testa d’aquila di profilo caricata da una corona e nella punta due fasce.
Notizie storico critiche
La lapide proviene dal cimitero che fronteggiava l’antica Cattedrale di Santa Reparata, e che si estendeva lungo parte del suo fianco meridionale. In un'epoca non precisata, essa dovette essere collocata lungo la gradinata di Santa Maria del Fiore. Al momento del rifacimento ottocentesco della facciata (1887) fu rimossa dall’esterno e, in seguito, trasferita nella prima sala del museo. A questo proposito Richa ricorda un “Monumento de Chellini con lettere e arme” e l’iscrizione “Chellini lanaiuolo” (p. 110). Follini cita l’iscrizione “SEP DE CHELLINIS” (p. 99) e, in nota, aggiunge che Boccaccio apparteneva a questa famiglia. Sulla base del Richa, egli riconosce nel defunto quel Pietro Chellini “Lanifex” che nel 1392 risedette tra i priori per il quartiere di San Giovanni, Gonfalone del Drago.
Le caratteristiche stilistiche dello scudo e della cornice riconducono l'oggetto alla seconda metà del XVI secolo. Dall’Archivio di Stato di Firenze, in particolare dalla Raccolta Ceramelli Papiani, apprendiamo l'esistenza di due diverse tipologie di blasoni legati a tale famiglia. Una, più antica, cui afferisce il nostro stemma, che doveva essere decorata in oro e azzurro; l’altra, più recente, che apparteneva a una famiglia diversa.