Descrizione
L'angelo è in legno sagomato, scolpito in alto-rilievo, assemblato e dorato. Raffigura un angelo tubicino, di profilo, a figura intera, rivolto verso la sinistra dell'osservatore: ha il corpo di adolescente, nudo, eccetto che per un accenno di perizoma al fianco, ricurvo, con gamba destra piegata e la sinistra in atto di protendersi in avanti. Le mani tengono una tuba o un corno lungo e ricurvo entro cui sta insufflando rigonfiando le guance imberbi. I capelli sono ricci, mossi in avanti sulla fronte. Alle spalle è fissata un'ala, con lungo piumaggio ricurvo in avanti a uncino nella parte terminale
Notizie storico critiche
L'angelo è parte della decorazione scultorea lignea della mostra dell'antico organo, opera dello Squarcialupi per la part meccanica, commissionato da Lorenzo il Magnifico per il Battistero, sotto approvazione dell'Arte di Calimala, nel 1476. L'intera mostra fu rimossa nel 1909 e i pezzi disassemblati furono chiusi nei depositi della Canonica. Gli angeli entrarono quindi nel Museo e furono esposti nella sala dedicata al Brunelleschi, aperta nel 1931. Di qui furono nuovamente rimossi nel 1971 tornando a esser custoditi nei depositi nel Museo. A seguito di un restauro, nel 2015 hanno quindi trovato posto nella sala detta Cappella Musicale del Nuovo Museo nel 2015. Non si hanno notizie documentarie circa il loro autore; la proposta di attribuzione a Domenico da Gaiole, tra i maggiori intagliatori attivi per l'opera nella seconda metà del XV secolo, fu avanzata da F. Fiorelli nella scheda MIBAC OA del 1984, basandosi su un'analisi stilistica di confronto con altre opere cui sappiamo aver lavorato l'artista: gli stalli del coro di Vallombrosa, quelli di San Miniato e il soffitto a cassettoni della Sala delle Udienze in Palazzo Vecchio. A ciò si aggiungeva la notizia dell'esecuzione da parte dello stesso scultore della decorazione lignea della mostra del perduto organo della cattedrale, eseguito nel 1446 e smantellato dal Baccani nel XIX secolo. Diversamente, nel 2006, nella scheda MIBAC OA ARTPAST del 2006, U. Feraci preferì ritirare l'attribuzione mantenendosi a un più generico riferimento a un anonimo maestro toscano. Ancora nel 2006, ma riprendendo uno studio del 1986, G. Giacomelli ha elaborato uno studio sull'organo e la sua mostra, ribadendone la commissione laurenziana e riprendendo l'attribuzione a Domenico da Gaiole. Oggi, nel Museo si è mantenuta l'attribuzione a Domenico da Gaiole in attesa di ulteriori studi
Relazione iconografico religiosa
Gli angeli tubicini sono un'iconografia di antica origine, diffusa in tutto l'occidente cristiano: essi stanno a significare l'elevazione spirituale cui conduce il canto sacro e restituivano l'idea che la lode a Dio avvenisse tanto da parte della chiesa che dei cori angelici. L'angelo che insuffla nella tromba ha poi un allusione escatologica ai sette angeli e alle sette trombe che annunciano i castighi della fine dei tempi descritti nel Libro dell'Apocalisse