Descrizione
L'opera raffigura la Madonna annunciata.
La Vergine è in piedi, in posizione frontale e con il volto rivolto verso sinistra. Ella indossa abiti all'antica elegantemente drappeggiati e con motivi decorativi a rosette entro rombi lungo i bordi. Il volto è incorniciato da corti capelli fermati da un cerchietto. Il braccio destro è sollevato e la mano è rivolta in avanti in un gesto di sorpresa; il braccio sinistro è lievemente piegato e la mano regge un libro.
La statua presenta parti di restauro: quasi tutte le dita e la patina del viso. Le pupille sono inserti in piombo. Nella parte tergale vi è una campanella in bronzo, che serviva per fissare la statua alla parete.
Notizie storico critiche
L'opera fa parte del gruppo dell'Annunciazione realizzato per la Porta della Mandorla; ultima delle porte del Duomo, alla quale si lavorò dal 1391 al 1423. Come il resto del sistema architettonico/decorativo della porta (stipiti, sguanci, architrave...) le statue dell'Angelo e della Madonna dovettero essere state ultimate prima del 1397. Tuttavia, stando a dei documenti del 1409 e del 1414, furono inizialmente collocate sull'altare della Trinità in Duomo e solo nel 1414 nella lunetta del portale (il 2 aprile sono ricordate già lì); qui rimasero circa fino al 1489, quando vennero sostituite dal Mosaico di Domenico e Davide del Ghirlandaio.
Considerate di Scuola Pisana del XIV secolo nell'elenco degli oggetti del Museo dell'Opera del 1886, le due opere furono poi attribuite Niccolò Lamberti (Bode, 1884 e Catalogo del 1891) e a Jacopo di Piero Guidi. Il Poggi ricorda difatti un documento di allogazione del 1388 a quest'ultimo per la realizzazione di un'Annunciazione (probabilmente facente riferimento in realtà alla statua sulla Porta dei Cornacchini). I due scultori, insieme a Piero di Giovanni Tedesco ed a Lorenzo di Giovanni d'Ambrogio, sono documentati a lavoro sulla Porta nel periodo tra il 1391 e il 1397. Reymond, considerando le due opere vicine alla Madonna della Porta dei Canonici, le attribuì proprio a Lorenzo di Giovanni d'Ambrogio.
Lo Schmarsow nel 1887 fu il primo ad individuare una forte analogia tra le statue dell'Annunciazione e parte del fregio nello stipite sinistro: i rilievi di due angeli, di Ercole e di Apollo. Egli riferì tutto il gruppo ad Antonio e Nanni di Banco; padre e figlio lavorarono alla Porta insieme a Niccolò Di Pietro Lamberti nella seconda fase dei lavori. L'accostamento delle due statue a Nanni fu considerato valido anche da Wulff (1913), Schubring (1919), Rathe (1925), Planiscig (1946), Francovich (1934), Bottari (1948) e Galassi (1949).
Kauffman nel 1926, ricordando l'attività documentata per la Porta della Mandorla di Giovanni d'Ambrogio, attribuisce a quest'ultimo il gruppo dell'Annunciazione; concorderanno con questa ipotesi Valentinier (1951) e Kreytemberg (1972, 1978, 1995). Il Toesca (1951), riconoscendo la vicinanza con i rilievi sopracitati, introduce la figura del Maestro dell'Annunciazione come autore di tutto il gruppo di opere; accettano questa proposta Carli (1967), Krautheimer (1956), Castelfranco (1963) e Scalini (1990). Giulia Brunetti (1951, 1952) suggerisce possa trattarsi di opere giovanili di Jacopo della Quercia. Questa idea sarà accolta da una parte della critica: Nicco Fasola (1958), Pope-Hennessy (1955), Jansen (1957),Chiarelli (1966), Bellosi (1966), Picciolini (1975).
Benché non si possa ancora parlare di un'attribuzione sicura, l'alto livello qualitativo, la tendenza goticheggiante e l' espressività delle due statue sono forti indizi a favore di un'attribuzione a Jacopo della Quercia.
Relazione iconografico religiosa
Il gruppo dell'Annunciazione, di cui fa parte la Madonna annunciata qui preso in esame, è stato realizzato per essere posto nella lunetta della Porta della Mandorla. Il significato iconografico della Porta è quello di esaltare la Vergine Maria e la sua missione salvifica. Negli stipiti sono raffigurati personaggi della mitologia pagana, ovvero coloro che hanno fatto da tramite tra Dio e l'uomo prima dell'Avvento di Cristo; nei pinnacoli troviamo rappresentati i Profeti, essi hanno preannunciato la venuta Gesù; l'Annunciazione della lunetta indica il momento in cui la Madonna accetta la sua missione; nella mandorla sul frontone è infine raffigurata l'Ascensione di Maria, ovvero il momento in cui termina trionfalmente la vicenda di Maria.
L'episodio dell'Annunciazione, narrato nel Vangelo di Luca (1, 26-38), è uno dei temi più frequenti dell'arte cristiana. Protagonisti della scena sono la Vergine Maria e l'Arcangelo Gabriele. Maria è tradizionalmente raffigurata come una giovane donna che si ritrae in un atteggiamento di sorpresa e turbamento per l'annuncio dell'Angelo; ella ha solitamente in mano un libro di preghiere, simbolo della sua devozione. Così è rappresentata anche la statua della Madonna annunciata del gruppo del Portale della Mandorala. L'Angelo, solitamente alato, può essere raffigurato sia in piedi che in ginocchio; ha un aspetto cavalleresco o, come qui, molto femmineo. Tiene in mano il giglio, simbolo dell'amore puro e verginale. L'episodio si può svolgere sia all'esterno, che all'interno della casa della Vergine.
La facile divisione della scena in due sezioni, ha favorito la diffusione del tema sugli scomparti laterali dei polittici e sugli altari a sportelli.