Descrizione
Il rilievo presenta al centro una forma pentagonale in cui è inscritta la figura del Cristo morto. Il corpo è nudo, visibile sino all'altezza dei fianchi coperti da un panno, in posizione frontale con le braccia poste lontane dai fianchi e le mani aperte per mostrare i segni della Crocifissione. Sulla sinistra del rilievo vi sono racemi vegetali simili a girali d'acanto, visibili parzialmente a causa della frammentarietà del pezzo.
Notizie storico critiche
L'opera fa parte di una serie di frammenti provenienti dalla decorazione della "Porta della Mandorla" del Duomo di Firenze. Questi frammenti furono smontati e sostituiti da copie nel corso dei restauri eseguiti tra il 1869 e il 1871. L'opera è di discussa attribuzione. Dai documenti risulta che ai lavori di esecuzione della porta partecipavano sotto la direzione di Giovanni d'Ambrogio, numerosi aiuti tra i quali Antonio, Nanni di Banco e Niccolò di Pietro Lamberti. A Nanni di Banco veniva per lo più attribuito finchè la Brunetti (1969) non proponeva di assegnarlo a Nanni di Bartolo. La Lisner (1962), seguita da Herzner (1973) e Bellosi (1977) lo assegnava a Donatello giovane. Questa attribuzione si basava soprattutto su confronti stilistici e tipologici con il crocifisso di Santa Croce: il legame con certi moduli ghibertiani, inoltre, lo collocherebbe a ridosso dell'attività giovanile di Donatello. Secondo Todini <<il rilievo è di elevata qualità caratterizzato da stilemi ghibertiani proposti nel contesto di un delicato modellato che sottolinea la novità della visione anatomica>>.
Gli altri frammenti che formano l'arco sono descritti nelle schede n° 188445, 188446. Sullo sguancio destro dell'arco sono in ordine: un putto con chiocciola in un cespo di acanto, un angelo, un Ercole in un cespo di acanto e un altro angelo. Gli angeli sono inseriti in compassi esagonali.
Relazione iconografico religiosa
Il rilievo presenta analogie con l'iconografia dell'Imago Pietatis, ovvero Gesù morto in posizione eretta rappresentato dalla vita in sù uscente dal sepolcro. Analogamente il Cristo è rappresentato con le mani aperte per mostrare le ferite della Crocifissione e per suscitare il sentimento di pietà, di partecipazione al dolore e di reverenza verso gli altri; è perciò una raffigurazione devozionale. Attraverso la sua contemplazione il credente coglie il messaggio di ciò che è rappresentato.