Descrizione
Pila dell’acqua santa in marmo bianco, con intarsi in verde di Prato e pavonazzetto. La sezione orizzontale è polilobata quadrangolare. Lo zoccolo presenta modanature e intarsi con fiori geometrici. Il fusto è decorato con specchiature geometriche a intarsio ed edicole gotiche angolari entro cui stanno scudi, tenuti da coppie di figure reggi stemma e da una protome leonina. Gli stemmi sono quelli del Popolo di Firenze, di Parte Guelfa, del Comune di Firenze e della Repubblica di Firenze. Il collo è compreso tra tre importanti cornici modanate e presenta, nella fascia inferiore, una decorazione a intarsio con quadrilobi e nella fascia superiore è presente un’iscrizione in caratteri gotici in marmo verde con il Salmo 51,9.
La vasca è quadrilobata, con cornice dell’orlo modanata e ornata da dentelli. Al centro si eleva una base su cui è fissata una statua raffigurante un angelo che rovescia una brocca.
Notizie storico critiche
In un documento d’archivio, ritrovato da Cesare Guasti, apprendiamo che il 12 dicembre del 1380 questa acquasantiera monumentale fu collocata in Cattedrale da Giovanni di Francesco Fetti. Ciononostante, la critica, a partire da Kreytenberg (1979) ha escluso che sia il Fetti l’autore di quest’opera marmorea di raffinata fattura e si ritiene che l’autore sia Jacopo di Piero Guidi, per via dello stile caratterizzato da un modellato più dolce e da un’invenzione decorativa più ricca e complessa. Questo artista era forse l’autore anche dell’originale statuetta sommitale che, come notato da Brunetti (1969), si vede raffigurata in modo più o meno fedele nell'affresco nella parete ovest del chiostro grande del convento fiorentino di San Marco raffigurante Sant'Antonino che scaccia i curiosi dal Duomo, opera di Fabrizio Boschi degli inizi del Seicento. In questa pittura infatti, che è una improtante testimonianza visiva dell’intera acquasantiera, si vede sopra la vasca una figura muliebre vestita di una tunica in luogo dell’angelo. L’angelo con la brocca fu quindi collocato successivamente, ma è un’opera del Quattrocento, attribuita variamente (sono stati proposti i nomi di Urbano da Cortona e di Bernardo Rossellino). Questa scultura e la vasca furono sostituite da una copia intorno al 1790 e trasferite al Museo.
Relazione iconografico religiosa
Come notato già nel 1744 da Domenico Maria Manni quest’opera rivestiva, oltre la sua funzione religiosa e di decoro del tempio, anche un importante valore civile. Lo provano la sua qualità, la monumentalità e, soprattutto, la presenza dei simboli della società civile e delle istituzioni di governo fiorentine. D’altronde la parte basilicale della Cattedrale rivestiva anche una funzione civile di “piazza monumentale”.