Descrizione
Il monumento funebre è composto di due elementi marmorei: una targa rettangolare con l’epitaffio e, al di sopra, il busto ritratto di Emilio De Fabris entro un clipeo, su fondo lenticolare concavo in serpentino verde.
La targa è inclusa in una cornice modanata e al suo interno l’iscrizione è a tutto campo, in capitali latine incise e campite in nero. Nel medaglione, che ha un fondo ellittico in marmo verde, su una mensola fogliata è collocato il ritratto del defunto. L’architetto De Fabris Arnolfo è in posa frontale. Vestito in giacca, camicia e cravattino; la testa è un ritratto al naturale: volto rotondo, fronte ampia e grandi baffi; lo sguardo è fisso davanti a sé
La cornice del tondo è finemente lavorata con motivi a dentelli, greche e foglie d’acanto e con una ghirlanda di alloro cinta da un nastro in alto rilievo.
Notizie storico critiche
Emilio De Fabris (Firenze, 27 ottobre 1807 – Firenze, 28 giugno 1883) fu l’architetto che vinse il concorso per la nuova facciata della Cattedrale e responsabile della sua realizzazione. A lui e al filosofo Augusto Conti spetta anche l’ideazione del programma iconografico degli apparati figurativi. Il De Fabris morì nel 1883 non riuscendo a vedere ultimato il fronte architettonico a cui lavorò per quarant’anni. Per riconoscimento dei suoi meriti, fu sepolto in Duomo, proprio in prossimità della facciata. Il monumento fu realizzato da Vincenzo Consani nel 1887. Per collocarlo fu spostato il monumento funebre ad Antonio Squarcialupi.
Relazione iconografico religiosa
Il monumento si ispira e fu concepito per entrare e concludere la serie di quelli a Brunelleschi , Giotto, Squarcialupi (XV secolo) e Arnolfo di Cambio (1842) e così celebrare l’ultimo architetto della Cattedrale, elevandolo alla dignità dei suoi predecessori nel Cantiere di Santa Maria del Fiore. Il prof. Consani si ispirò per la cornice del clipeo a quello di Brunelleschi, che gli sta significativamente di fronte, nella parete destra, mentre l’idea del busto frontale su mensola, fu ripreso da quello dell'organista Squarcialupi. Il ritratto è stilisticamente connotato da spiccato naturalismo: il De Fabris appare in una domestica quotidianità, con gli abiti un po’ sgualciti, l’espressione mite, ma lo sguardo fiero e deciso, il volto di un uomo alle soglie della vecchiaia.