Descrizione
L'opera rappresenta un santo vescovo a mezzo busto, al di qua di un parapetto oltre il quale si apre un paesaggio campestre, popolato di piccole figure a piedi o a cavallo nei pressi di uno sperone roccioso; più in lontananza, oltre un fiume sul quale – a sinistra – si erge un mulino ad acqua, sorge una città cinta di mura, che si riconosce esser Firenze per via della maestosa cattedrale, connotata dal Campanile di Giotto e dalla Cupola del Brunelleschi.
Il santo vescovo, dallo sguardo intenso e la barba folta e bianca, reca la mitria e benedice i riguardanti con la mano destra, mentre con la sinitra imbraccia un pastorale decorato finemente da un'Annunciazione nel girale terminale; è vestito di un sontuoso piviale i cui lembi son collegati da un fermaglio con il giglio di Firenze e, tra i ricchi ricami, si distingue la figura di san Lorenzo, adagiato entro una sorta di nicchia, con la dalmatica diaconale e la graticola del suo martirio.
Notizie storico critiche
Il mosaico fu eseguito da Monte di Giovanni nel 1504-1505 come saggio della sua arte musiva, in occasione di un concorso indetto dall'Opera del Duomo per stabilire a chi affidare la decorazione della volta della cappella di San Zanobi nella tribuna centrale della cattedrale. L'idea di decorare a mosaico quell'ambiente risaliva, sembra, alla volontà di Lorenzo il Magnifico e nel 1491 erano stati coinvolti nell'impresa Monte di Giovanni con il fratello Gherardo, Domenico e David Ghirlandaio, Sandro Botticelli. Dopo la morte del Magnifico (1492) e la cacciata dei Medici da Firenze (1494), il progetto si arenò per un decennio, quando appunto gli Operai si trovarono a scegliere tra David Ghirlandaio e Monte di Giovanni: vinse quest'ultimo, ma nemmeno stavolta l'impresa ebbe buon esito e non venne portata a termine (si vedono oggi soltanto alcuni fregi vegetali nei costoloni della volta della cappella). Il pannello vincitore con il mosaico di San Zanobi, comunque, rimase nelle mani degli Operai che qualche anno più tardi lo dotarono di una cornice (09/00289550) per esporlo alla venerazione dei fedeli: il Richa (175...) attesta infatti che il 23 maggio, festa di san Zanobi, l'opera veniva collocata su un altare provvisorio allestito al centro del duomo.
Relazione iconografico religiosa
Oltre che dai dati storici e documentari, l'identificazione del vescovo effigiato in San Zanobi è confermata anche dagli attributi iconografici: lo sperone roccioso sullo sfondo allude al cosiddetto "Sasso di san Zanobi", una concrezione geologica dell'Appennino tosco-romagnolo, non distante da Firenzuola, che, secondo la tradizione, fu teatro di una memorabile vittoria del vescovo contro Satana ed operò moltissime conversioni; altri dettagli, invece, rimarcano lo stretto legame del personaggio con la città di Firenze (raffigurata sullo sfondo e richiamata dal giglio nel fermaglio) e con San Lorenzo (ricamato sul piviale), titolare della basilica ambrosiana dove il corpo di Zanobi rimase sepolto sino alla traslazione in Santa Reparata. Si ricorderà, allora, che l'impresa della decorazione musiva alla quale questo piccolo pannello intendeva far da prologo, era destinata ad abbellire proprio la cappella di Santa Maria del Fiore – costruita sopra Santa Reparata – che conservava le spoglie del santo vescovo.