Descrizione
La scultura in marmo bianco ed è oggi conservata nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze.Il Profeta barbato ha la base sagomata. La figura è leggermente protesa in avanti e la gamba destra è flessa, questo gesto è sottolineato anche dal panneggio. La veste ricade con pesanti pieghe sul corpo. Il braccio destro è piegato e le dita della mano, oggi spezzate, un tempo indicavano il cielo. La scultura ha un’espressione malinconica e dolente. Il Profeta ha ancora i caratteri tardo gotici, che caratterizzano la statua dell’Abdia.
Notizie storico critiche
La statua si trovava nella prima nicchia a destra, del lato est del Campanile, quello verso la cupola del Brunelleschi. È probabile, però, che la statua in origine avesse un’altra collocazione, anche se dai documenti d’archivio non si evince quando essa sia stata posizionata sul Campanile. Questa ipotesi è supportata dalla forma della base e da una certa rotazione del corpo della statua, che mal si accorda con la sua ultima collocazione. Fonti antiche ne attribuiscono la paternità a Donatello. Ma già nell’Ottocento questa ipotesi fu messa in discussione, identificando l’autore come Niccolò Lamberti. Successivamente Brunetti attribuisce l’opera a Nanni di Bartolo; questa ipotesi è convalidata dal carattere tardo-gotico della scultura e dal legame stilistico con la statua dell’Abdia, opera certa di questo scultore. La Haines prpose di attribuirlo a Donatello, mentre per Verdon (2015) è opera di Nanni di Bartolo. In occasione della grande mostra su Donatello (2022) Caglioti l'ha ricndotto alla mano di Giuliano da Poggibonsi. Il Profeta oggi conservato nel Museo dell’Opera del Duomo venne rimosso dal Campanile e portato nel Museo del Bargello nel 1941, solo dopo la seconda guerra mondiale troverà la sua odierna collocazione. Le operazioni di smontaggio vennero eseguite, in occasione della grande campagna di restauri, che coinvolse il Campanile, il Duomo e il Battistero. (Giornale dei lavori 9/08/1940 - 19/02/1941, XV 1 7).
Relazione iconografico religiosa
Il Profeta non presenta particolari attributi iconografici che ne permattano l'identificazione. Per questo motivo il Profeta viene indicato genericamente con il nome di Profeta barbato, o "patetico", per via dell'espressione sofferente del volto, che enfatizza la sua accentuatata gestualità oratoria.