Descrizione
L' altorilievo, su fondo incrostato di losanghe in maiolica azzurra, raffigura al centro la Madonna che tiene sul braccio sinistro il Bambino, e con la mano destra punta il dito verso di Lui. I personaggi sono abbigliati all'antica. L'opera é dotata di un'incorniciatura marmorea a triangolo ogivale.
Notizie storico critiche
L’opera (Becherucci, 1969, v.I, pp.238-239), una lunetta raffigurante Madonna con Bambino, é stata realizzata da Andrea Pisano tra il 1342 e il 1343. Essa proviene dalla facciata a Nord del Campanile del Duomo ed era collocata nella cuspide di una piccola porta sopraelevata che, unita con una passerella di collegamento tra il Campanile e il Duomo, costituiva in origine un accesso al Campanile stesso, abolito intorno al 1431. Nel 1965 fu rimossa, per protezione, e situata in loco da un calco in cemento.Nonostante questa Madonna fosse collocata accanto a rilievi ricordati dal Ghiberti (1450 circa) come opera di Andrea Pisano, la sua attribuzione al maestro non è stata immediata. Infatti in passato l'opera è stata attribuita ad Alberto Arnoldi e alla bottega di Andrea. Lo Schmarsow (1887, p. 143) la ritenne del periodo intermedio tra Andrea Pisano e l’Orcagna, ma più vicina ad Andrea. La Becherucci (1927, pp.221-230), invece, escluse l’Arnoldi e attribuì il rilievo in questione ad un diretto seguace di Andrea Pisano; la sua tesi fu sostenuta anche da Ilaria Toesca (1950, p.38 e 75) e dal Paatz (1952, p.389). La Madonna sarebbe stata eseguita, come la decorazione plastica di tutta la facciata ad Ovest, nel periodo in cui Andrea Pisano conduceva su proprio progetto la parte del Campanile compresa tra la base, di Giotto, e gli ordini dei finestrati, di Francesco Talenti. A questo periodo costruttivo potrebbe anche appartenere la porta di accesso dalla Chiesa al Campanile che mostra, nelle sue stesse membrature architettoniche, il raffinato goticismo della porta di San Giovanni e delle nicchie per le statue. Il rilievo vi fu collocato fin da allora, dove, più tardi, fu inserita anche la serie dei Sacramenti di Alberto Arnoldi. Stilisticamente il rilievo sembra molto vicino ai Pianeti, alle Sibille e ai Re del Campanile di Andrea Pisano. In questa fase della sua maturazione artistica, anteriore alla svolta “chiaroscurale”, lo scultore si inseriva da innovatore nei moduli del gotico francese che aveva assimilato nella sua formazione di orafo. Dopo il 1343, che è il termine estremo da assegnare a questo lavoro, Andrea doveva riprenderli solo più tardi, al termine della sua vita, tra il 1348 e il 1350, nelle assunzioni spaziali e chiaroscurali dei più tardi esagoni e dei Profeti sul lato Sud.Una copia in stucco del rilievo, oggi a Berlino, è stata attribuita ad Alberto Arnoldi. Qui e nelle altre losanghe del campanile il colore blu degli sfondi di maiolica venne ottenuto con il solfato di rame, e non con l’ossido di cobalto usato da Luca della Robbia per le sue terracotte invetriate.
L'opera é stata esposta presso il Complesso del Vittoriano di Roma, dal 6 marzo al 29 giugno 2009, in occasione della mostra Giotto e il Trecento. "Il più Sovrano Maestro stato in dipintura".
Relazione iconografico religiosa
Maria è, insieme a Cristo, la figura del Vangelo più frequentemente rappresentata, non solo come tramite primo dell’Incarnazione e quindi della storia della salvezza, ma anche come intermediaria fra l’umanità intera e Dio, quindi nella simbologia che la identifica con la Chiesa, sposa di Cristo.Il rilievo in questione è inserito in una cornice cuspidata ed emerge da uno sfondo blu. In questo caso la cornice non delimita la figura, ma nella parte inferiore costituisce la base su cui essa poggia. Si tratta di una soluzione rara ma già presente nella pittura di Taddeo Gaddi, precisamente negli affreschi della Cappella Baroncelli a Firenze nella chiesa di Santa Croce. Questo rilievo, inoltre, si avvicina ai dipinti del tempo per altre caratteristiche, prime fra tutte la vitalità della Madonna e del Bambino che, anche se richiama soluzioni adottate da Gaddi, sembra più vicina ai dipinti di Ambrogio e Pietro Lorenzetti (in opere come la Madonna con Bambino del Museo Diocesano di Pienza di Pietro e La Madonna del Latte della Pinacoteca di Siena di Ambrogio), senza dimenticare che già Giotto, nella Madonna con Bambino di Oxford, aveva rappresentato in maniera simile la relazione tra madre e figlio. Nel rilievo in questione, tale relazione è espressa dallo sguardo affettuoso della Vergine mentre indica con il dito Gesù, e come Gesù in risposta ride e cerca di afferrare con le mani il polso destro della Vergine, reazione visibile anche nel movimento della gamba destra che porta la pianta del piede rivolta verso l’alto. Questi elementi e le affinità ai modelli pittorici del tempo mostrano che verso la fine della sua carriera lo scultore sapeva guardare con attenzione a tali modelli e poteva realizzare un’opera che emergeva rispetto ad altre con uguale soggetto realizzate da autori più affermati, anche se non si può escludere un modello disegnativo realizzato da un pittore per questo rilievo.