Descrizione
Rilievo di forma romboidale con la raffigurazione della Cresima. Sulla sinistra del rilievo è rappresentata una donna in piedi con in braccio un bambino a cui il vescovo unge la fronte; l'uomo raffigurato sulla sinistra del rilievo è rapprentato di profilo, indossa una lunga veste e la mitra. In basso sul rilievo è raffigurato il volto di uomo barbuto.
Notizie storico critiche
I rilievi con la raffigurazione dei Sacramenti furono creati per decorare la facciata nord del Campanile di Giotto. Il Ghiberti che erroneamente indicò queste formelle come le "Sette opere di misericordia" le riferì ad Andrea Pisano, così come il Vasari. La Becherucci, per prima, attribuì i "Sacramenti" ad Alberto Arnoldi, datandoli intorno al 1351, anno in cui l'artista collaborava col Talenti al lavoro per le parti architettoniche del campanile. Tale attribuzione è stata genericamente accolta anche dalla critica successiva. Il resto dei rilievi esagonali e romboidali del Campanile di Giotto sono opere di Andrea Pisano ed aiuti (Becherucci, 1965). Andrea Pisano iniziò a lavorare ai rilievi dopo aver già eseguito le porte bronzee del Battistero e diresse i lavori del Campanile fino agli anni Quaranta quando fu sostituito da Francesco Talenti. La realizzazione dei rilievi si dovrebbe suddividere in due fasi, una prima fase che si concluse nel 1343 che interessò i rilievi della facciata ovest (rilievi della Genesi e "Tubalcain"); la seconda fase dei lavori dovrebbe andare dal 1348 al 1350 quando Andrea Pisano realizzò gli esagoni che raffigurano la Venatio sino alle tre Arti, lasciando l'esecuzione dei rilievi dell'ordine superiore agli aiuti. Nel 1431 vennero commissionati cinque rilievi esagonali a Luca della Robbia.
Dal 1964 al 1970 le formelle del Campanile furono sostituite con calchi in marmo artificiale (cemento bianco e polvere di marmo), uno speciale materiale plastico di fabbricazione tedesca che ne garantiva una riproduzione fedele, gli originali furono spostati all’interno del Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
Relazione iconografico religiosa
Sul lato nord del Campanile si trovavano le losanghe con la raffigurazione dei Sacramenti il Von Scholosser, per primo, diede una precisa interpretazione dei rilievi identificandoli come i sacramenti. Verdon spiega il senso di tali immagini e cioè come i Sacramenti rappresentino il culmine della visione "cattolica" universale in cui viene offerta "la totalità delle conoscenze", nella consapevolezza che il principio di ogni verità e di ogni forma di esistenza è Dio stesso come ricorda Fra Remigio. La Chiesa dà il senso, lo scopo, la finalità profonda a tutte le cose, quindi in ogni realtà materiale trasformata dall’uomo la Chiesa ci indirizza su come divenire partecipi di “Colui che si realizza in tutte le cose” (Verdon, 1994). Come sottolinea la Carlotti la raffigurazione dei Sacramenti non è di carattere simbolico, allegorico, ma i gesti sacramentali sono raccontati nel loro accadere, i rilievi raffigurano i Sacramenti dal Battesimo all’Estrema Unzione, tramite i sacramenti la realtà costituisce un puro tramite a Dio, in quanto in essi è contenuto ciò che la realtà stessa promette (Carlotti, 2008). Il sacramento della Cresima si chiama così a causa del suo rito essenziale che è l'unzione con il Sacro Crisma, questa conferma e rafforza la grazia battesimale ed effonde nel fedele lo Spirito Santo donandogli una speciale forza per testimoniare la fede cristiana.
Il programma iconografico che sta alla base della decorazione scultorea del Campanile di Giotto fu ispirato secondo lo Schlosser dall'Etymologiae di Isidoro di Siviglia, Li livres du tresor di Brunetto Latini e lo Speculum di Vincenzo Beauvais, le formelle esagonali illustrano le attività umane divise dalla Scolastica in Artes Mechanicae, Artes Liberales e Arti della Virtus, nell'ordine superiore sono raffigurate le arti del Trivio e del Quadrivio tramite le quali l'uomo è nuovamente degno della redenzione alla quale poi alludono le statue superiori con i Re, Profeti, Sibille e Patriarchi(Schlosser, 1896). Secondo Timothy Verdon l'ispiratore del ciclo fu uno scrittore fiorentino Fra Remigio de'Girolami, domenicano di Santa Maria Novella, che la tradizione ritiene maestro di Dante e che fu allievo di Tommaso d'Aquino; il testo utile per capire il programma iconografico della decorazione scultorea del Campanile è il suo Contra falsos ecclesie professores dove Fra Remigio esprime la teoria che la Chiesa Cattolica "conosce" tutte le discipline del sapere umano e ne mette in risalto la loro funzione rivelatrice della perfezione di Cristo (Verdon, 1994). La decorazione scultorea del Campanile risponde ad un programma iconografico legato ai programmi iconografici con cui erano state progettate e realizzate le opere degli altri monumenti della Piazza del Duomo: i mosaici del Battistero conclusi nel XIII secolo che esprimevano una prima catechesi che mirava ad introdurre il fedele a tutta la lunga storia della salvezza; seguito dal programma iconografico pensato per la facciata del Duomo che parlava della vita di Maria mediatrice della Redenzione. Il programma iconografico del Campanile è il più difficile da comprendere, i primi sette rilievi rappresentano prima l'operosità di Dio che crea Adamo e poi Eva e poi l'opera degli uomini che lavorano la terra, seguiti dalle formelle che raccontano la nascita delle attività umane partendo dai primi lavori primordiali secondo la Genesi, raffigurandone i loro fondatori biblici: Jabal, Jubal, Tubalcain fino a Noè. A queste formelle seguono le losanghe con i pianeti, perchè secondo la mentalità medievale i lavori dell'uomo subiscono l'influsso degli astri e dei pianeti ed infine seguono le immagini delle Virtù che insegnano all'uomo a trasformare la realtà. In un ultimo come già accennato sono raffigurati i sacramenti.