Descrizione
Formella rettangolare orizzontale, in argento lavorato a sbalzo, cesellato, con parti smaltate, su anima lignea, incastonata entro una ricca cornice argentea, con figure in alto e basso rilievo, con parti a tutto tondo, ordinate entro una scatola prospettica chiaramente definita. La scena è ambientata in una ampia camera da letto, con le pareti ornate da un motivo a losanghe, un portale sulla destra e due bifore sul fondo. Al centro è un grande letto, con spalliera e gradino/panca. Sul fondo due ancelle portano vivande, altre due conversano sulla destra mentre una quinta porta dei panni in una cesta sulla testa. Sul primissimo piano altre due preparano il bagno al neonato: una tiene Giovanni mentre l’altra versa dell’acqua da una brocca in un bacile. Dietro di loro, sul letto, reclinata su un fianco, Elisabetta le osserva.
Notizie storico critiche
L’antependio fu probabilmente concepito in origine per diventare un vero e proprio altare e solo in un secondo momento, (forse a causa delle ingenti spese per la creazione delle porte in bronzo dorato del Battistero), nel corso della sua realizzazione fu deciso di mantenerne la funzione di “antependium” rimovibile. Esso veniva esposto in Battistero in occasione della festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno, e per la Festa del Perdono, il 13 di gennaio. Dopo un'interruzione di quasi mezzo secolo i lavori sull’altare ripresero solo nel 1445. L'”altare” fu voluto dall’Arte di Calimala, sovrintendente del tempio, e - come testimoniato dall’iscrizione sulla base - la sua creazione fu avviata nel 1367. Il programma iconografico è ricco, complesso e unitario e dovette esser stato ideato fin dal principio, benché poi la lavorazione delle formelle si sia prolungata per più di un secolo. I maestri cui furono affidate le prime porzioni furono Leonardo di Ser Giovanni, Betto di Geri e Michele di Monte cui, nel 1387, si aggiunse anche Cristofano di Paolo. Dopo un'interruzione di quasi mezzo secolo i lavori sull’altare ripresero solo nel 1445. Divenuto poi urgente completare l’”Altare” anche sui lati brevi vista la sua nuova collocazione al centro del Battistero, il 24 luglio 1477 i consoli dell’Arte decisero di commissionare le “teste” con le quattro storie mancanti e l’anno successivo le formelle furono affidate senza concorso a Antonio Pollaiolo ed Andrea del Verrocchio. Polemiche sorte per il metodo di affidare l’incarico portarono a un mutamento negli incarichi e alla squadra degli artisti furono aggiunti Bernardo Cennini e i giovani allievi di Antonio del Pollaiolo, Antonio di Salvi e Francesco di Giovanni. Le formelle furono consegnate nel 1483: L’annuncio dell’Angelo a Zaccaria e la Visitazione è del Cennini; la Nascita di San Giovanni Battista è di Antonio del Pollaiolo; Il convito di Erode è di Antonio di Salvi e Francesco di Giovanni; La decollazione di San Giovanni Battista è di Andrea del Verrocchio. L’esecuzione dei pilastri estremi che cingono le scene dei lati brevi furono probabilmente eseguiti dai maestri delle formelle corrispondenti.
Nel 2023 Lorenza Melli ha riconosciuto in un bassorilievo in terracotta del Museo Jacquemart-André, precedentemente attribuito come copia tarda, il modello originale formato da Pollaiolo per la propria formella.
Relazione iconografico religiosa
Il cardine iconografico delle figure che ornano l’antependio è San Giovanni Battista: Giovanni è l’ultimo dei profeti e il primo dei santi, araldo e precursore da Cristo, patrono del Battistero di Firenze e della città stessa, nella cui festa, il 24 giugno, questo capolavoro di oreficeria veniva montato ed esposto al centro del tempio.
Questa formella è la seconda in ordine cronologico della vita del santo e vi è raffigurata la sua nascita. L’episodio non è descritto nei Vangeli e richiama una tradizione iconografica medievale, (che a sua volta è assimilata a quella della Natività di Maria), e la declina in una scena di genere ambientata in una elegantissima camera da letto di un palazzo rinascimentale: Elisabetta, nel letto, ha appena partorito; molte ancelle sbrigano varie faccende e, sul primo piano, una di loro prepara una bacinella dove lavare il bambino. Lo sguardo del Battista infante è concentrato sull’acqua che viene versata nel catino, come in una premonizione, che dissigilla il significato simbolico battesimale di questo dettaglio.