Descrizione
Cornici in legno intagliato, dorato e dipinto che corrono lungo il profilo di base e quello sommitale. La base è modanata e intagliata con motivi a dentelli, a fogliette, a corda intrecciata ed a corda attorta e a motivi geometrici
La cornice superiore, molto aggettante, è caratterizzata da mensole intervallate a cassettonato, e nelle parti modanate è intagliata con motivi a dentelli, e a elementi vegetali e geometrici.
Notizie storico critiche
L’antependio fu probabilmente concepito in origine per diventare un vero e proprio altare e solo in un secondo momento, (forse a causa delle ingenti spese per la creazione delle porte in bronzo dorato del Battistero), nel corso della sua realizzazione fu deciso di mantenerne la funzione di “antependium” rimovibile. Esso veniva esposto in Battistero in occasione della festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno, e per la Festa del Perdono, il 13 di gennaio: veniva allora prelevato da un armadio di legno, appositamente realizzato e collocato nella sede dell’Opera del Battistero, per essere montato sul lato frontale dell'altare maggiore del tempio. Successivamente, nel XV secolo, entrò l’uso di collocarlo sopra l’antico fonte battesimale (demolito nel 1571), su un piano di assi di legno.
L'”altare” fu voluto dall’Arte di Calimala, sovrintendente del tempio, e - come testimoniato dall’iscrizione sulla base - la sua creazione fu avviata nel 1367. L’antependio fu utilizzato come arredo liturgico probabilmente già alla fine del Trecento in forma incompiuta, cioè mancante dei due lati e della parte centrale con la nicchia ospitante la statua del santo. Queste parti erano sostituite da provvisorie lamine di argento con un disegno di mattonato a graffito. Abbandonata l’idea di creare un vero e proprio altare si procedette parallelamente alla creazione del telaio ligneo.
Dopo un'interruzione di quasi mezzo secolo i lavori sull’altare ripresero solo nel 1445, La grande statua del Battista fu allogata a Michelozzo nel 1452. Divenuto poi urgente completare l’”Altare” anche sui lati brevi vista la sua nuova collocazione al centro del Battistero, il 24 luglio 1477 i consoli dell’Arte decisero di commissionare le “teste” con le quattro storie mancanti. Infine, il completamento ligneo con il basamento e il cornicione intagliati e dorati, che fu concepito dal 1483, ebbe la funzione di fare dell’antependio “un edificio destinato ad accogliere i reliquiari e gli arredi" più importanti del Battistero (Liscia Bemporad 2018) e corrispose anche alla sua nuova collocazione sul fonte Battesimale al centro del tempio. Per queste parti, che traducono il linguaggio consolidato dei cornicioni dei palazzi fiorentini di quel tempo, si sono fatti i nomi di Benedetto da Maiano, di suo fratello Giuliano e anche di Michelozzo e Verrocchio.
L’altare fu dismesso dalla sua funzione per essere collocato nel nuovo museo dell’Opera del Duomo di Firenze nel 1892 e fu allora allora restaurato (in quest’occasione furono probabilmente invertite le due formelle con San Giovanni davanti ad Erode e San Giovanni nega di essere lui il Cristo). Un nuovo restauro fu effettuato nel 1948, da Roberto Salvestrini e un terzo da Bruno Bearzi dopo l’alluvione del 1966.