Descrizione
La tavola in questione è il pannello frontale di un singolare manufatto (09/00153410_0) che si presenta come una tavola centinata opistoglittica, ovvero istoriata su entrambe le facce. Come nel pannello tergale (09/00153410_2), anche qui è effigiata una santa a mezzo busto, velata e cinta di diadema, che regge una piccola croce nella mano destra e tiene la sinistra aperta, identificabile in sant'Agata mediante le iscrizioni sullo sfondo.
Notizie storico critiche
La tavola si presentava in origine cuspidata, al pari delle tavole agiografiche tipiche del Duecento, e venne sagomata in un secondo momento, quando si decise di accorparla, sul retro, con una tavola di formato centinato (09_00153410_2), che ne replicasse il soggetto. Nel 1507-1508 il manufatto così composto venne dotato della cornice dorata e del sostegno, ad opera di Antonio legnaiolo, Bertoldo di Bartolommeo pittore e Bernardo di Stefano Rosselli.
Per i linearismi arcaici, il pannello frontale è stato fin da sempre accostato alla maniera bizantineggiante del Duecento (Poggi 1904), e da Van Marle (1923) allo stile dei Berlinghieri. Dopo l'ipotesi che alla base vi fosse un prototipo bizantino, rilanciata da Sinibaldi-Brunetti (1943), e da un accostamento ai modi di Meliore (Longhi 1948), è stato il Garrison (1949) a coniare, partendo da quest'opera, l'identità del cosiddetto "Maestro di Sant'Agata": un anonimo artista attivo a partire dagli anni Sessanta del XIII secolo, il cui corpus è stato successivamente ampliato e messo a fuoco (Boskovits 1993).
Relazione iconografico religiosa
La tavola presenta sant'Agata secondo le convenzione dell'iconografia bizantina, derivata dalla tradizione paleocristiana: in posizione frontale e in atteggiamento orante, tiene il palmo di una mano aperto mentre con l'altra sorregge una croce. La corona, posata non direttamente sui capelli ma sopra un marphirion (), non indica un rango nobiliare bensì allude alla "corona di gloria" conquistata dalla vergine per mezzo del martirio: accolta da Cristo in cielo, ella può così intercedere per i fedeli che ricorrevano a lei – soprattutto per chiederle protezione contro il pericolo degli incendi –, come indica l'iscrizione latina sul fondo, che riporta la dedicazione a S[AN]C[TA]E AGHAT[A]E.