Descrizione
Il singolare manufatto si presenta come una tavola centinata opistoglittica, ovvero istoriata su entrambe le facce, nelle quali è raffigurata – in forme pressoché identiche – una santa a mezzo busto, velata e cinta di diadema, che regge una piccola croce nella mano destra e tiene la sinistra aperta, identificabile in sant'Agata mediante le iscrizioni sullo sfondo. In realtà non si tratta di un'unica tavola dipinta ma di due tavole distinte poi unite assieme; esse sono inquadrate da una cornice lignea intagliata e dorata, che si raccorda in basso ad un sostegno a volute vegetaliformi, destinato ad accogliere l'asta con la quale l'immagine veniva portata in processione.
Notizie storico critiche
Così come appare oggi, l'opera è il frutto di numerosi rimaneggiamenti. La tavola più antica (09/00153410_1) si presentava in origine cuspidata e venne sagomata in un secondo momento, quando si decise di accorparla con la seconda tavola (09/00153410_2), nata sin dall'inizio con il formato centinato. Nel 1507-1508 il manufatto così composto venne dotato della cornice dorata e del sostegno, ad opera di Antonio legnaiolo, Bertoldo di Bartolommeo pittore e Bernardo di Stefano Rosselli.
Relazione iconografico religiosa
Il manufatto, decorato così da poter esser guardato da davanti e da dietro, è una tavola o insegna processionale, che, grazie a tale espendiente, mostrava l'immagine dipinta sul "fronte" alla folla che attendeva la processione ai lati delle vie e nelle piazze, mentre offriva l'immagine dipinta sul "retro" al corteo che camminava dietro ad essa.
Già un antico repertorio liturgico della cattedrale di Santa Reparata, risalente alla seconda metà del XIII secolo (pubblicato da Domenico Moreni nel 1794), attesta la consuetudine di organizzare ogni anno una processione per il giorno 5 febbraio, memoria di Sant'Agata, la quale veniva invocata tradizionalmente contro gli incendi che, com'è noto, erano una delle piaghe più temute e devastanti nelle città medioevali. Si trattava di una processione "stazionaria", che attraversava cioè la città fermandosi in alcune "stazioni" prestabilite, dove si dava lettura di un vangelo e si elevavano alcune orazioni.