Descrizione
Madonna dolente in contemplazione del Crocifisso, collocata sul braccio sinistro della parte finale della base.
Notizie storico critiche
All’interno della complessa vicenda della Croce d’argento, il gruppo della Crocifissione è stato e resta il problema più dibattuto dagli studiosi. Nel Catalogo del Museo del 1891, Cristo crocifisso è riferito a Betto, i due dolenti al Pollaiolo. Mackowsky (1902) giudicò le tre statuette aggiunte moderne, e propose il nome dell’orafo tedesco Bernard Holzman, autore, secondo lui, all’inizio del Settecento di tutte le modifiche legate al cambio di funzione della Croce, da reliquiario del sacro legno della Croce di Cristo a croce d’altare. Nel Catalogo del Museo dell’Opera del Duomo del 1904, Poggi scrive che “le figure del Crocefisso, della Vergine e di Giovanni sono aggiunte recenti: probabilmente del secolo XVIII”. Cruttwell (1907) segue Mackowsky e ritiene tutte le statuette, compreso il gruppo della Crocifissione, opera di Holzman. E così tutta la letteratura storico artistica successiva, fino al 1970, giudicava le figure aggiunta moderna. Becherucci (1970) proponeva invece per esse il nome di Bernardo Cennini, che sarebbe intervenuto a fianco del Pollaiolo nella fase finale degli interventi di riadattamento della Croce, negli anni 1478-1483. Parronchi (1978) pensava che fossero opera di Luca della Robbia, provenienti da un perduto crocifisso eseguito per l’Arte di Calimala. Passavant (1983) le riconduceva alla mano di Betto, seguito da Bencini (1988 e 1998); Angelini (1986) le riteneva invece opera di Antonio del Pollaiolo. Liscia (in La croce e l'altare d'argento 2012), pur con cautela, riconsidera plausibile l’ipotesi di Becherucci, anticipandone però il periodo di esecuzione alla seconda metà degli anni Sessanta del Quattrocento.