Descrizione
Sarcofago a cassa rettangolare, in marmo bianco, con basamento in verde di prato e coperchio trapezoidale a doppio spiovente a lati concavi. Sul lato frontale e sul coperchio sono presenti rispettivamente tre cornici rettangolari; le tre della fronte sono ornate all’interno da rombi ed esalobi tra rosette, entro cui sono inseriti, a loro volta, ai lati, due scudi con aquile affrontate e, al centro, una croce greca fiorita.
Notizie storico critiche
Il sarcofago poggia su un basamento, definito da due archi trilobati, e retto da quattro mensole fogliate. Il Borghini ricorda che nel Cinquecento fu aperto e al suo interno furono trovati pochi resti, mentre il Richa porta memoria di una ricognizione nel XVIII secolo: l’interno è diviso in tre spazi, contenenti, uno, alcune ossa; il centrale, un cranio, mente il terzo è vuoto.
Il Del Migliore tramanda due identificazioni del sepolcro. Secondo la prima esso sarebbe appartenuto a Corrado di Lorena, figlio dell’imperatore Arrigo IV e nipote di Corrado, Marchese di Toscana, morto a Firenze nel 1101. Secondo un’altra tradizione il sarcofago apparterrebbe invece ad Aldobrandino Ottobuoni (o Ottoboni), anziano della Repubblica fiorentina, membro della fazione guelfa, che il Villani tramandò esser stato sepolto nell’antica Santa Reparata nel 1258 e il cui corpo, durante le sommosse tra guelfi e ghibellini che seguirono la battaglia di Montaperti (1261), fu trascinato per vituperio per la città o gettato in Arno. Il sarcofago, con pochi resti all’interno, sarebbe stato quindi posto a parete nella nuova Cattedrale nel secolo successivo. Questa seconda ipotesi, negata dal Follini nel XVIII secolo, è stata ripresa dai Paatz in epoca moderna. Sul sarcofago non è presente alcuna iscrizione, ma gli stemmi laterali, con lo scudo entro cui campeggia l’aquila, coincide in effetti sia con quello della famiglia Ottobuoni che con l’arme della casa di Svevia, e la croce al centro potrebbe essere quella del popolo di Firenze e quindi rimandare a un monumento “pubblico”.
Nel XIV secolo il sarcofago fu posto a parete nella quarta campata della navata di sinistra sotto il tabernacolo con la figura di Poggio Bracciolini. Durante il nuovo ordinamento della Cattedrale, operato dal Baccani nel 1842, il sarcofago fu collocato sopra la porta detta della Mandorla, simmetricamente dirimpetto a quello del vescovo D’Orso. L’architetto Castellucci lo pose nella collocazione attuale nel 1937.