Descrizione
Scultura in marmo bianco, raffigurante un giovane profeta Isaia, opera di Nanni di Banco del 1408-1409.
Il profeta è raffigurato in piedi, su una base poligonale, in posa di riposo, ancheggia sulla destra scaricando il peso sulla gamba corrispondente e si volta verso sinistra. Nella mano sinistra tiene il rotolo delle profezie aperto e svolazzante, mentre con la destra tiene sollevato un lembo della tunica che lo avvolge, lasciando scoperti solo i piedi e le braccia. La testa è quella di un giovane imberbe e ricciuto, con lo sguardo rivolto all’orizzonte, l’espressione fiduciosa, segnata da un accenno di sorriso.
Notizie storico critiche
Dopo il Venturi (1908) che aveva identificato quest’opera con il Giosuè realizzato per il Campanile da Ciuffagni, Donatello e Nanni di Bartolo, il Lanyj nel 1935 lo ha identificato con l’Isaia scolpito da Nanni nel 1408-1409. Tale attribuzione è stata accolta dalla quasi unanimità degli studiosi, tra cui Verdon (2016), fino al recente studio di Caglioti (2022). Come si apprende dalle fonti documentarie l’Isaia fu realizzato nel 1408 per uno dei contrafforti esterni della tribuna settentrionale della Cattedrale, in parallelo a Donatello, che per i contrafforti eseguì il David. Risultati di dimensioni troppo esigue per una collocazione così in alto, il David finì a Palazzo della Signoria, mentre l’Isaia fu posto a ornamento dell’incompiuta facciata di Arnolfo, nel secondo livello, tra il portale centrale e il secondo dove mutò in "Daniele". Quando la facciata fu smantellata nel 1587, la statua fu alloggiata nell’attuale edicola di legno marmorizzato, disegnata da Bartolomeo Ammannati.
Relazione iconografico religiosa
Il profeta è raffigurato con quella nobile fierezza ispirata alla statuaria classica che contraddistingue le prime opere del Quattrocento fiorentino, espressione artistica della dignità umana riscoperta dalla cultura rinascimentale.