Descrizione
Pala di tabernacolo a edicola, composta da un dipinto centrale, una predella e un dipinto sommitale, compresi in una cornice neogotica. Il dipinto centrale: a olio su tela, di formato rettangolare verticale, centinato a ogiva, raffigura Sant’Antonino Pierozzi, vescovo di Firenze (1389-1459), seduto in Cattedra. Il volto del santo rispetta il prototipo derivato dalla sua maschera funebre. Il Santo è in atto di sollevare la destra benedicente verso mentre si rivolge verso il basso alla sinistra dell’osservatore. Siede su un cuscino rosso ed è in abiti vescovili: mitria gemmata bianca, camice bianco, calzari bianchi con suola oro, abito talare bianco con gallone oro, ornato da una croce dorata con clipei e riquadri entro cui si riconoscono busti di santi, tra i quali, i due sommitali sono san Pietro e san Domenico. La cattedra del vescovo è in legno intagliato con i braccioli decorati da figure di angeli e leoni tra elementi fogliati, mentre ai lati dello schienale sono due sculture a tutto tondo con le allegorie muliebri della Fede(?) e della Giustizia. Alle sue spalle, in alto, dalla penombra discendono due angeli: uno tiene una croce in argento dorato, l’altro dei gigli bianchi con il cartiglio con l’iscrizione “SANT…”.
La predella, rettangolare, raffigura i dodici fondatori della confraternita dei Buonomini di San Martino che vengono chiamati da Sant’Antonino, all’interno di una grande aula, per ricevere la missione di assistere i poveri “vergognosi”. Nel timpano della cornice si trova un tondo dipinto con la Madonna col Bambino.
I tre dipinti sono compresi in una cornice neogotica in legno dorato con rifiniture dipinte in blu e in finto intarsio marmoreo verde, rosso e bianco. La cornice è costituita da un fregio di base con nastri e volute e lo stemma dell’Opera di Santa Maria del Fiore in uno scudo cinto da una corona d’alloro. Ai lati della predella ci sono quattro stemmi, mentre il dipinto maggiore è compreso tra colonnine tortili. La cimasa è mistilinea, polilobata, con gattoni e tralci in bassorilievo ed è arricchita da due pinnacoli laterali.
Notizie storico critiche
Il dipinto maggiore è opera di Francesco Morandini, detto “il Poppi”, che lo ha realizzato entro il 1589 su commissione dei dodici “Buonomini” della Confraternita detta dei poveri “vergognosi” di San Martino, per celebrare il loro santo fondatore e vescovo di Firenze Antonino. Nell’ambito delle trasformazioni della Cattedrale in chiave neogotica operate dall’architetto Baccani nel 1842 il dipinto fu “armonizzato” in stile, resecandone la sagoma, alla più antica pala raffigurante San Zanobi, che si trova sul pilastro corrispondente nell’altra navata. Fu il pittore Antonio Marini di realizzare il dipinto della predella e del timpano e, probabilmente, il disegno dell’intera cornice. La data di esecuzione della tela cinquecentesca è incerta; Laura Mocci (2012) la datò a prima del 1589.
Relazione iconografico religiosa
Il dipinto maggiore celebra Sant’Antonino Pierozzi (Firenze, 1389-1459) come fondatore della Compagnia dei Buonomini di San Martino, che ne sono i committenti, e come vescovo di Firenze. I due santi effigiati nella parte superiore del talare, Pietro e Domenico, alludono alla suo esser stato pastore della Chiesa e frate Domenicano (dei riformati di San Marco). Le allegorie intagliate nella Cattedra – Fede(?) e Giustizia – e la Croce dell’angelo alludono alle sue virtù. La predella racconta la nomina dei primi dodici “buonomini” da parte di Antonino, che li scelse tra i membri della Compagnia di San Girolamo di Notte, perché si prendessero cura dei nobili caduti in miseria, evento che avvenne nel febbraio del 1441 in un locale dello Spedale di Lemme.
Sant’Antonino e San Zanobi, entrambi vescovi e protettori dell’arcidiocesi, sono stati simbolicamente associati con queste opere a pendant ai pilastri d’ingresso alla Cattedrale per dire che essi stessi furono pilastri della Chiesa fiorentina e le loro figure, accogliendo un tempo i fedeli che entravano, davano un senso di continuità con i loro successori celebranti.