Descrizione
La statua è in marmo bianco, a dimensioni maggiori del naturale, e raffigura il re David in posa stante, su un’esile base. La figura scarica il peso sulla gamba destra e la testa si volta dalla parte corrispondente. David è raffigurato come un uomo maturo, dalla corporatura robusta, con barba fluente, capelli corti e sguardo penetrante; con le mani pizzica le corde di una cetra e le labbra sono socchiuse: sta quindi salmodiando. Sul capo porta una corona ornata da gemme, ai piedi indossa calzari all’antica ed è ricoperto da una ricca veste ricamata sul petto e da un ampio manto. Stilisticamente si riconosce il tentativo del maestro, di formazione tardo gotica di aggiornarsi alla maniera nuova di Donatello, ricercando una maggior penetrazione psicologica e di definizione fisiognomica nel volto, nonché un maggior movimento nel panneggio dell’ampio mantello.
Notizie storico critiche
La scultura fu commissionata a Bernardo Ciuffagni nel 1427 ed essa, forse inizialmente destinata a una delle nicchie del Campanile, fu sistemata nel secondo livello dell’incompiuta facciata de Duomo. I documenti ci dicono che nel 1433 gli operai non risultavano soddisfatti del lavoro di Ciuffagni e gli chiesero prima di interromperlo e poi di completarlo scolpendo a sue spese la corona sulla testa del profeta. Quando la facciata fu smantellata, nel 1587, la statua fu portata in Cattedrale e quindi sistemata in una delle nicchie disegnate dall’Ammannati, dove tutt’oggi è collocata.
Relazione iconografico religiosa
David, secondo re di Israele, le cui vicende sono narrate nell’Antico testamento (primo e secondo Libro di Samuele e nelle Cronache), è profeta e, per tradizione, ritenuto l’autore dei Salmi, in alcuni dei quali ricorre il suo nome. È infatti rappresentato salmodiante, con la cetra in mano e le labbra semi aperte, come a intonare un canto. Per la tradizione cristiana è dalla sua stirpe che sarà generato il Messia, in accordo con le profezie di Zaccaria (12, 8) e dello stesso Salmo 128.